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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Il Diario di Trilussa
Emergenza rifiuti-Il telefono

21/6/2018 - 12:18


Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.


Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.

 
Presentazione


Siamo nel 2008, “Emergenza rifiuti” parte dalla clamorosa emergenza in Campania di quell’anno che fece nascere molti interrogativi nelle Amministrazioni Pubbliche, quelle che negli anni avevano sempre sottovalutato il problema. Un problema purtroppo non ancora risolto ma che molte Amministrazioni, come le nostre locali, hanno finalmente affrontato con buone soluzioni.


Il 2008 fu anno di elezioni politiche. Ci provò Veltroni che insieme all’IdV arrivò al 37,6%  (PD 33,2%) mentre la lista di destra di Silvio Berlusconi raggiunse il 46,8 % (Lega 8,3!!). Trilussa pensò che non fosse il caso di parlare di politica, di cui erano piene televisioni e giornali per la sfida lanciata dal vecchio leader della sinistra che si presentava con parole nuove, con una visione che andava oltre i sentimenti di odio verso l’avversario e parlava di rispetto. Ci fu chi ci sperò davvero ma il risultato fu deludente, ancora troppa influenza aveva il cavaliere sul suo elettorato. Nel settembre 2008 Matteo Renzi si candidava alle primarie del centro sinistra per sindaco di Firenze vincendo per 49 contro 26 su Lapo Pistelli. In “Telefono” si parla di questo strumento, tanto utile quanto invasivo e maleducato.
 
Emergenza rifiuti <br>  (5.1.2008)
Vediamo ogni giorno il disagio degli abitanti in quei disgraziati comuni, ma noi ne siamo immuni? Purtroppo no! Entro alcuni anni è previsto che anche le discariche oggi in funzione sul nostro territorio non saranno più in grado di ricevere ulteriore spazzatura ed il problema emergerà anche da noi, con la drammaticità che abbiamo imparato a conoscere in TV.

Tutto questo a meno che, nel frattempo, che non è molto, non siano individuate ed organizzate forme alternative di distruzione o di stoccaggio.<br>

Parliamoci chiaro la quantità di rifiuti che oggi produciamo è veramente enorme.<br>
Fino a poche decine di anni fa scarpe venivano consumate fino alla fine della suola, le forbici arrotate fino alla morte, l’ombrello e il catino riparati, gli abiti rivoltati e poi passati a figli e nipoti, il divano foderato, il televisore riparato, la bicicletta pulita con la nafta e la catena unta, la macchina non rottamata fino a quando si metteva in moto. <br>
Oggi compriamo una miriade di oggetti quasi inutili, tutti incartati con abbondanza di plastica e polistirolo (gli imballaggi rappresentano una percentuale notevole del totale dei rifiuti solidi urbani), veniamo inondati ogni giorno da cartaccia pubblicitaria, opuscoli, offerte straordinarie, notizie di vincite milionarie, offerte di prestiti a tariffe minime, soldi quasi regalati da personaggi sempre sorridenti. Abbiamo più auto che persone in famiglia, due o tre televisori per casa, sei o sette telefoni fra fissi e mobili, almeno un computer, cambiamo mobilio e elettrodomestici con frequenza e indifferenza. <br>
La società dei consumi crea per noi in continuazione nuove esigenze e noi rispondiamo come cretini-automi nel modo che ci sembra più giusto e più normale: compriamo. Compriamo per sentirci soddisfatti, per appagare noi stessi, per essere alla moda, per non rimanere indietro, per mostrare a tutti, tramite quello che possediamo, il nostro stile di vita, il nostro benessere, la nostra felicità. <br>
Siamo degli stupidi, riconoscerlo sarebbe già un buon inizio. Lo siamo e lo sanno benissimo quelli che hanno pensato e realizzato lo spot dello scoiattolo che spenge il fuoco nel bosco con una bella pernacchia ghiacciata! A chi altri si sarebbero potuti rivolgere?<br>
Se questo comportamento dal punto di vista sociale è sbagliato, diventa addirittura deleterio per l’ambiente avendo come conseguenza diretta la produzione di una massa enorme di rifiuti che poi in qualche modo debbono essere smaltiti. <br>
Le soluzioni al problema appaiono al momento abbastanza obbligate e vanno in due direzioni: la raccolta differenziata e i termovalorizzatori. Sarebbe bene aggiungerne anche una terza, virtuosa, anche se più teorica che reale, cioè quella della necessità di diminuire drasticamente i nostri consumi.<br>
Considero illusoria la terza, quella del consumare meno, praticamente impossibile se non attraverso un cambio di mentalità che si può avere solo in tempi lunghi, dobbiamo affidarci alla raccolta differenziata, una soluzione accettabile e anche di facile applicazione. Questa andrebbe incrementata con opere di sensibilizzazione locale e nazionale, facendo leva anche sul senso civico dei cittadini (ce n’è ancora, un po’ nascosto, ma se ne trova), sulla loro sensibilità e non solo sul lato tariffario come adesso. Comunque si potrebbero tranquillamente introdurre anche tariffe differenziate in base al comportamento più o meno virtuoso dell’utente, in base alla produzione effettiva dei rifiuti indifferenziati, premiando chi riesce a produrre più rifiuti riciclabili, non escludendo di arrivare, in casi estremi, anche a vere e proprie misure sanzionatorie. <br>
Per i secondi, i termovalorizzatori, bisogna purtroppo essere pragmatici e accettare la loro inevitabilità futura sia pure con la massima attenzione al problema dell’inquinamento ambientale. La moderna tecnologia permette infatti non solo la costruzione di impianti sempre più efficienti in termini di riduzione di inquinanti, ma anche la possibilità di produzione di energia dai rifiuti stessi. La assoluta certezza di questi risultati in termini di impatto ambientale rimane la condizione vincolante assoluta per la loro accettazione.<br>
Solo in questo modo, e operando con una certa celerità, si potrà riuscire a gestire un’ urgenza senza trovarsi poi a dover affrontare, fra pochi anni, una situazione di emergenza. <br>
Fondamentale in questa opera di sensibilizzazione è l’attività dei Comuni che sono poi le amministrazioni più vicine ai cittadini, quelle che più direttamente si occupano del territorio e su cui inevitabilmente verrebbero a ricadere, come vediamo in questi giorni in Campania, i problemi che si vengono a creare, di igiene e sicurezza pubblica, in assenza di un’attenta e mirata programmazione di gestione e di smaltimento.<br>
<b>Trilussa</b>

 


IL TELEFONO     (21.3.2008)
Per uscire dal clima mediatico permeato, in questo momento, dalla campagna elettorale che in questi ultimi giorni, come previsto, sta alzando un po’ i toni in vista della volata finale, oggi voglio cambiare completamente argomento e fare un po’ di costume.<br>
Anche nel nostro Forum sta accadendo lo stesso e come vedete si alternano seriosità, soprattutto legate alla spinosa vicenda dell’acqua, ad argomenti più leggeri come la simpatica attribuzione di tapiri. La vivacità del Forum è fonte di soddisfazione per la redazione della Voce e la dimostrazione di quanto il giornale possa essere utile, vivo e attuale.<br>
Oggi quindi volevo semplicemente parlare di un oggetto, di un oggetto di uso comune, banale ma senza il quale oggi sembra di non poter più vivere:  il telefono.<br>
Abbiamo quello di casa, fisso, quasi sempre con il numero sull’elenco, ed i cellulari. Dico cellulari perché in ogni casa ne esistono diversi: alcuni, quelli vecchi, ingombranti, tutti neri, riposti nei cassetti in attesa di una incerta destinazione, altri ancora in funzione anche se non sappiamo ancora per quanto poiché è norma che debbano essere regolarmente sostituiti. Non perché si guastino (anzi qualcuno sicuramente si domanda perché durino così a lungo!) ma perché divengono rapidissimamente fuori moda ed hanno dimensioni e funzioni che li rendono rapidamente vecchi e inutili, assolutamente non in linea con lo sviluppo delle nuove tecnologie. Spesso ciò accade nel giro di pochi mesi, nemmeno di anni per cui tu acquisti un telefonino nuovo, lo porti a casa, lo scarti e dalla Tv esce subito quello nuovo, e che costa magari meno. Se uno vuole cercare, nella nostra società, motivi di alienazione e di paranoia ecco che viene subito accontentato! <br>
Perchè i telefonini, con una velocità veramente impressionate, si sono dapprima rimpiccioliti e colorati, poi subito ampliati con nuove straordinarie funzioni: la fotocamera, la videocamera, l’mp3, ora la televisione e chissà cosa in futuro. Cambiarli in continuazione non è uno sfizio, come può sembrare ad un osservatore poco attento, ma una sostanziale necessità!!<br>
Per un certo periodo di tempo il cellulare ha avuto anche una funzione sociale, quella della risposta al problema ansiogeno del regalo. Cosa gli faccio di regalo? Ma ce l’ha il cellulare? Alla risposta negativa l’immancabile respiro di sollievo per il problema risolto. Oggi non è più così perchè per trovare un ragazzino senza cellulare bisogna scendere molto di età, ma molto davvero. Poi troviamo tutte le scuse per regalarlo ai figli: così so sempre dove si trova, così se non può venire o ritarda mi telefona, così se si sente male mi chiama. Come se i babbi di oggi non siano altro che i superstiti della strage avvenuta quando i ragazzi erano loro, pericolosamente privi del cellulare. Lo stesso accade nelle scuole ed ogni tanto si legge di presidi che hanno vietato il cellulare in classe a dimostrazione che gli studenti fino a quel momento potevano tranquillamente scambiarsi messaggini, video osè  e navigare in Internet invece di seguire la lezione. Forse le conseguenze sui risultati dei nostri scolari sono in gran parte colpa nostra!<br>
Ma volevo terminare con un aspetto particolare che riguarda il vecchio, il vecchio telefono fisso. Ritengo che in certi ambienti il vecchio telefono fisso sia in grado di mantenere ineguagliato il suo grande esempio di maleducazione. <br>
Pensate quando siete dal medico, o dall’avvocato, o in qualunque ufficio pubblico e vi apprestate o siete già in una conversazione importante, magari per una cosa seria che vi riguarda personalmente e vi preoccupa. Mentre siete lì
 che state per sviscerare il vostro angoscioso problema, driin… e il vostro interlocutore fa finta di niente e lascia suonare ma poi ancora driinn…. e a quel punto improvvisamente dalla dimensione del vostro piccolo e privato potete essere scaraventai, non so, sul Sestriere per una settimana bianca, in Cornovaglia sulle bianche scogliere di Dover, a cena dal Cibreo a Firenze o magari semplicemente proiettati in uno sconosciuto e insignificante problema di un’ altra persona.<br>
In queste situazioni particolari il vecchio telefono fisso dimostra di essere ancora estremamente valido come strumento di maleducazione e sopraffazione dell’individuo. Il mobile infatti si può anche spegnere, silenziare, abbassare  ecc. ma il fisso è sempre pronto, sempre attivo, un carabiniere, un piccolo grande fratello pronto a colpire quando meno te lo aspetti, rivendicando in tal modo il suo ruolo di distruttore della privacy, di elemento di disturbo e maleducazione formidabile.<br>
 Dovrebbe essere assunto come modello della nostra nuova e tanto decantata società
del benessere.<br>
<b>Trilussa</b>
 
 FOTO. Squadra di Pallavolo Coop MIgliarino anni '70

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

21/6/2018 - 12:22

AUTORE:
Pallavolista

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