Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Mi ricordo che un tempo ero orgoglioso di essere italiano. Non solo per i tanti geni a cui il nostro Paese ha dato i natali come Dante, Leonardo., Michelangelo, Fellini, Rubbia ma anche per il nostro carattere aperto, allegro, godereccio, accomodante, accogliente, e il grande pregio di saper comunque tirare avanti nelle tante difficoltà che una classe politica, costantemente poco attenta, ci ha sempre regalato. Riguardo a questo viene in mente una frase di Indro Montanelli che suggeriva, con la sua particolare ironia riguardo alla nostra perenne incapacità amministrativa, “di dichiarare guerra alla Svizzera, perderla, e facci amministrare da loro”.
Ora invece siamo cambiati, in peggio. Non ci vuole molto a capirlo, basta scorrere i vari strumenti social per rendersi conto di quanto. All’estero, in Europa, se ne stanno accorgendo proprio adesso con questo nuovo atteggiamento politico, mentre in giro per il mondo godiamo ancora per un po’di attestati di simpatia, stima e di rispetto. Lo raccontano i tanti giornalisti esteri facendo notare questo atteggiamento benevolo nei nostri confronti, anche in paesi molto lontani da noi come distanza e mentalità, al contrario di altri, soprattutto americani.
Non so quanto durerà ancora questo retaggio che ci portiamo all’estero per storia sport cibo e cultura ma in pochi anni siamo molto cambiati. La solidarietà è diventata rapidamente intolleranza, la tranquillità insicurezza, la calma è diventata livore, il tirare a campare con spirito italico è quasi scomparso e l’insoddisfazione è oramai pratica diffusa. Tutti sembrano cercare un colpevole contro cui scagliarsi per attribuirgli la colpa del loro disagio, tutti hanno soluzioni miracolose che trovano platee plaudenti, tutti tendono a difendere i propri privilegi, piccoli o grandi che siano, senza nemmeno rendersi conto di possederli. Un tempo gli italiani erano famosi per riuscire a “galleggiare sopra la crisi” (una costante nel nostro Paese) e prenderla con filosofia ora invece appaiono tutti arrabbiati, pieni di risentimenti, pronti a scagliarsi con male parole, offese e minacce contro chiunque sia diverso o abbia un’opinione diversa dalla propria.
Un esempio di questa deriva si può trovare nella vicenda del campione nazionale di pallavolo Ivan Zaytsev che ha osato postare sui social la foto della figlia appena vaccinata per testimoniare la sua responsabilità di padre. Lo “zar”, così viene chiamato, è stato subito oggetto di vili contumelie, minacce per lui e auguri di morte per la stessa bambina. In questo caso all’ignoranza e alla scarsa intelligenza per non aver capito i rischi a cui il bambino non vaccinato viene esposto per tutta la sua vita, si associa quel tanto di cattiveria e razzismo (Zaytsev è uno zingaro russo, naturalizzato italiano) che testimonia il livello di barbarie in cui sta arrivando il nostro Paese.
Una politica di tante chiacchiere e pochi fatti (fra questi pochi fatti anche molta corruzione), una scuola che non riesce a formare cittadini consapevoli e preparati e che ha abbandonato da tempo il suo carattere educativo e autoritario (ma la vecchia Educazione Civica?), la trasformazione rapida dei Social che in venticinque anni da strumento che unisce è diventato sfogo dei peggiori istinti e regno incontrastato di orde di imbecilli (parole non mie!), tutto questo ha determinato un forte cambiamento delle caratteristiche tipiche del popolo italiano.
Lo si vede prima di tutto dalla politica nazionale dove una moltitudine di cittadini ha abbandonato la vecchia cara sinistra per schierarsi con l’uomo nuovo, con la nuova politica, una politica luccicante e chiassosa che usa parole nuove, diverse, rassicuranti su un futuro diverso e migliore per tutti. E con la sinistra sembra siano stati abbandonati anche i vecchi principi che ne erano alla base, quelli che rappresentavano i valori fondamentali di una gran parte del popolo italiano come la bontà, la solidarietà l’accoglienza, la comprensione.
E si vede nel piccolo, nei nostri comuni ben amministrati. Si può fare di più, sicuramente, ci sono alcune carenze, certamente, ma ad un occhio esterno appaiono amministrati con sufficiente competenza. I conti sono in ordine, non ci sono scandali o segnali di frodi o corruzione, gli amministratori si danno da fare nei rispettivi campi di competenza. C’è un problema di comunicazione, questo è evidente e credo sia stato un fattore da sempre sottovalutato. Chi non ha la tessera del partito, chi non frequenta l’amministrazione, chi non ha che un interesse superficiale per la politica ha ben pochi mezzi per essere messo al corrente del lavoro e delle difficoltà che può trovare un’Amministrazione di fronte ai tanti problemi che nascono dal e sul territorio. Anche questo giornale, che potrebbe essere un punto di riferimento importante e permanente di informazione (magari con una rubrica addirittura dedicata), è stato solo saltuariamente utilizzato.
Ecco che la sfiducia generale nella politica e nelle amministrazioni ha portato, in occasione della chiusura del ponte di Pontasserchio, alla comparsa nel forum e in altre parti del giornale di commenti che vanno dal ridicolo al fantasioso, di proteste e risentimenti, illazioni e offese, accuse di incapacità o di scarsa intelligenza. E’ mancata, almeno per ora, l’accusa di interesse personale, ma la storia non è ancora finita.
E’ stato addirittura necessario fare riunioni pubbliche nelle piazze per spiegare che gli amministratori non sono tutti cretini e che la maggior parte delle cose che vengono suggerite dai lettori sono state già proposte e vagliate dall’amministrazione. Se non sono state adottate è stato per qualche valido motivo che magari sarebbe stato utile conoscere. Su questo concordo in parte con i lettori che qualche suggerimento poteva essere valutato, qualche riunione pubblica in più nelle varie frazioni poteva essere intrapresa, considerando che la chiusura era stata programmata da tempo.
Perché conoscere è capire, altrimenti si cade nella illazione dove tutto è sempre molto più semplice.
Sui Consigli di Frazione non so dare giudizi perché non conosco le motivazioni. Ma anche di questo sarei curioso di sapere e servirebbe qualche canale nuovo di comunicazione dove chi fosse interessato potrebbe conoscere i ragionamenti che portano alle varie decisioni.
Sono comunque episodi che segnano i tempi. Cose che un tempo venivano discusse al bar davanti a un caffè, e accettate come inevitabili, ora invece albergano sui social e le parole sono dure, le frasi stentoree, le verità sempre certe. C’è chi ne fa battaglia politica, capisco ma non condivido, ma fa parte del gioco, e c’è anche chi ne fa sfogo delle proprie frustrazioni.
La chiusura del ponte è sicuramente un problema importante che coinvolge molti cittadini e li costringe ad occupare molta parte del loro tempo in coda o in attesa ma non è comunque una tragedia e dura solo per 120 giorni (speriamo anche meno). Questo mi sembrerebbe il modo migliore per affrontare con animo rassegnato i disagi che questa chiusura rende inevitabili.