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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Molina di Migliarino
VEDREMO!

8/7/2018 - 21:49


RPM (Repubblica Popolare Molinese)
 
Dopo una magnifica cena con risotto di mare e filetto di orata con verdurine, dolce e vino bianco fermo e mosso, si son mossi i nostalgici comunisti della RPM, un’opera ironica ideata e scritta da Gabriele Santoni, con la partecipazione di Marco Azzurrini, Dario Focardi, Pilade Cantini e del complesso musicale “Aeroflot” e si è mosso dall’ombra del ricordo, nostalgico o meno, ma sempre vivo nella storia, l’inno della madre Russia dando inizio alla serata. Il dialogo si svolgeva fra due amici che aizzavano un terzo a perorare la causa del ritorno al vero comunismo. Tre  ragazzi, gli Aeroflot, canticchiavano in sordina nell’attesa del “cosacco” che annunciava l’arrivo a Molina di truppe russe che avrebbero messo ordine in paese con un senso strano di accoglienza e di fortificazione dei confini! Prima di tutto: via internet!
Gli attori hanno chiesto ai presenti di unirsi a loro nel gridare “VEDREMO” ed alla fine si sono presentati con cartelli che han formato la tanto attesa sperata parola: VEDREMO.
 
Allegria, ironia, nostalgia(?), goliardia, ma... chissà… VEDEREMO!
 
Non è nostalgia, ma storia del paese, storia da non dimenticare, l’affissione di un vecchio drappo ritrovato nelle soffitte del Teatro del Popolo.
 
Non sentitelo pure vostro, ma non vi offendete se era appeso e pensate alle lotte fatte da quei “vecchi” giovani comunisti della Sezione di Malaventre e ringraziateli se oggi avete potuto mangiare, bere e vi siete divertiti.

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