Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Quale non quanta politica
Dopo le tante sbandate sulle politiche ambientali -e non soltanto sui parchi e le aree protette- sembra profilarsi qualche possibilità correttiva. Il nuovo ministro dell’ambiente anche in un ampio documento e in alcune sue dichiarazioni sembra volere far uscire il suo ministero dalla clandestinità in cui l’aveva condotto Galletti.
Un passaggio indispensabile e irrimandabile è ristabilire un raccordo tra stato, regioni, enti locali venuto meno da quando ci si ostinò a non convocare la Terza Conferenza nazionale dei parchi, dopo quella di Roma e Torino. Da lì sono iniziate le peripezie non solo parlamentari che hanno messo in crisi tanti parchi nazionali e regionali e visto le istituzioni confinate in un ruolo sempre più pasticciato e marginale.
Qualche esponente ambientalista che non ha mai rinunciato a battersi contro questa crisi crescente teme che la politica riconquisti troppo spazio. Ma sbaglia perché non è debordante il ruolo della politica lo è quella sbagliata. Ed è quella che va liquidata perché se ne ripristini e rilanci una efficace affidata ad una intesa e collaborazione politico-istituzionale di cui da troppo tempo si sono perse le tracce anche in parlamento. E la ripartenza non riguarda esclusivamente e neppure principalmente la legge ma appunto quella politica ministeriale e istituzionale che in passato aveva avuto i suoi momenti strategici nelle due conferenze nazionali. Perché non avvalercene di nuovo? In ogni caso tutti dobbiamo ritrovare casa dopo lo sfratto.