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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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La Cea d'Oro
di Trilussa

15/7/2018 - 20:01


Oggi voglio parlare di poesia. A molti non interesserà e le letture saranno poche, ma io credo che ogni tanto sia salutare guardare in qualche altra direzione per staccare la mente dal veloce vivere quotidiano con i suoi tanti problemi. Problemi a volte minimi ma che tendiamo a esagerare avendo perso la capacità di godere delle piccole cose che abbiamo intorno. Le cose ci sono, solo che nella fretta di vivere e nella smania di avere non le vediamo più.

 

Chi riesce ancora a farlo: un tramonto, un odore, la frescura di un bosco, una foto di famiglia, una vecchia bandiera ritrovata in soffitta, il sorriso di un bambino, un gesto gentile di uno sconosciuto deve dichiararsi fortunato. Altri meno fortunati, e la categoria potrebbe essere molto vasta, la stessa sensazione di benessere sono costretti a cercarla in modo diverso, mediante l’uso di artifici chimici, con il sesso, con gli abusi, con sfida del pericolo, con il gioco più o meno d’azzardo.


Ma allora partiamo domandandoci cosa e chi è un poeta? Uno che sa scrivere bene in rima baciata? Uno particolarmente ferrato nella lingua capace di trovare parole adatte perfettamente combacianti fra di loro, che abbiano una loro musicalità, che aprano e concludano un discorso in maniere armonica? Un laureato in lettere che conosca la storia e il percorso dei più grandi poeti da cui estrarre idee da mettere sul foglio?


Molti grandi e osannati poeti non sono facili da capire. Le loro poesie sono spesso affascinanti, hanno qualcosa da cui percepiamo la bellezza, ma spesso non fino in fondo. Spesso ci lasciano un po’ perplessi e bisogna magari rileggere cercando di immedesimarsi, di valutare le parole una per una per avvicinarsi al loro significato profondo. Ma questo fa perdere grazia, allontana la percezione totale dell’opera che dovrebbe invece essere sentita come una cosa unica, una cosa che ti coinvolge senza nessun tipo di analisi, che ti colpisce senza dover cercare di esaminare i singoli versi.


Qui in Toscana abbiamo il nostro vernacolo. Una forma di scrittura con una tradizione che risale addirittura a Renato Fucini e che viene tenuta in vita e valorizzata da molte iniziative. Una di queste, molto importante e che dura oramai dal lontano 1967, è la “Céa d’Oro”, un concorso annuale per vernacolisti.


Il premio La Cèa d'Oro è un riconoscimento letterario di poesia e prosa in vernacolo pisano fondato nel 1967. Il premio è organizzato dal Gruppo Artistico Letterario La Soffitta di Pisa, in collaborazione con la Provincia di Pisa, il Comune di Pisa, il Rotary Club di Pisa e il Teatro di Pisa. È il più longevo tra i premi di vernacolo pisano, ed è intestato alla figura Archimede Bellatalla. Il premio consiste in un'opera orafa artigianale, raffigurante la silhouette della "cèa" (l'avannotto dell'anguilla), offerta dal Rotary Club di Pisa, per ricordare il vernacolista rotariano Franco Bargagna, noto con lo pseudonimo di "Tonsille".


Il nostro vernacolo, ma penso sia un discorso generale per tutti i dialetti, si presta molto bene a poesie ironiche o irriverenti, in linea con lo spirito toscano e quindi con la ricerca di battute allegre e spiritose, a scritture di tipo ironico, a goliardiche prese in giro.


Io invece vogli qui presentarvi un vernacolo diverso, più intimo, che pur mantenendo la struttura tipica vernacolare sembra far parte a sé e avvicinarsi alla vera arte poetica.


L’autore non è un letterato, fa il medico di famiglia in provincia ma da sempre scrive poesie. Le sue non sono poesie scherzose o irriverenti, non usa il vernacolo per prendere in giro o fare battute ma lo usa come si usa la poesia in generale: per suscitare emozioni. Ma lui lo fa (lo sa fare) con parole semplici, comprensibili a tutti alla prima lettura. Non importa rileggere, non importa interpretare. L’emozione arriva subito e la senti subito nelle vene. Sei lì con lei, le appartieni.


Si chiama Miriano Vannozzi, fa il medico come ho detto, e non è nuovo a questo concorso che ha già vinto nel 2010 e nel 2013. Ha scritto anche alcuni libri, sempre di poesie, ma si dice siano introvabili. Io ne ho uno molto prezioso “Come schiccolà un golié” che contiene alcuni brani veramente molto belli ed emozionanti. Parla di sé, delle sue cose, dei suoi luoghi, della sua città, delle sue sensazioni ma ha la grande capacità di riuscire, con poche farsi, a volte poche parole, a trasmetterla a chi legge. Non si può non chiamarlo un vero poeta.


Non credo sia corretto fare distinzioni fra la poesia colta e quella minore. Credo invece che se una distinzione si volesse fare sarebbe in base alle emozioni che questa è in grado di suscitare. Ci sono canzoni di alcuni nostri cantautori, ad esempio, che possono tranquillamente essere considerate poesie. In questi casi la musica aiuta ma alcuni testi, presi come tali, meritano senza dubbio la definizione di poesia. Non a caso alcune sono state inerite nei libri di testo della scuola.


Comunque per far capire di cosa sto parlando, vi presento la poesia che ha vinto la Cea d’Oro di quest’anno, 2018. Se la leggerete capirete perfettamente cosa volevo dire quando parlavo di poeti e poesie capaci di trasmettere emozioni.
 
                                       Dalla fiera
 
                          Tornavo dalla fiera di S.Casciano
                            sulla ‘anna alla bici di mi pa’ ,
                            con dentro guasi una felicità;
                       m’arreggevo ar manubrio colle mano
 
                             illuso, da bimbetto tarambano
                         che, dondolando, gliero io a guidà!
                             Mi pa’, contento mi lasciava fa’
                      E se era un po’ più fresco ‘ndava piano.
 
                      Co ‘arzoni strinti ‘n fondo ‘on du’ nasini,
                            per iscanza’ la morca della ‘atena
                                reggeva un celofà di cialini
 
                           da mangià tutti assieme dopocena
                             e, ritta, una girandola per me
                       che, cor vento, annunciava: “Arriva 'r Re!”

                                                                                                                                                                                            Miriano Vannozzi

 

 

FOTO. Lo Spinesi e il Ceccherini

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18/7/2018 - 8:29

AUTORE:
Bonaria

Lo voi sapé...c'ho le lagrime all'occhi e non pe' colpa d'un moscerino!