Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
Continua la divertente rassegna di personaggi viareggini del libro “Violone” di Armando Mancini.
Poi ritorneremo fra i paesani.
L’OLIO DI OLIVA
Il congresso era appena terminato, e come è consuetudine i congressisti, tutti medici di chiara fama, si ritrovarono attorno ad una tavola imbandita in un noto ristorante viareggino.
I commenti e le puntualizzazioni scientifiche riguardanti gli argomenti trattati nel congresso erano continuati anche a tavola, ma ben presto furono sostituiti con discorsi più leggeri che divennero sempre più divertenti mano a mano che il pranzo andava avanti ed il buon vino bevuto riscaldava l’ambiente.
Il ritrovarsi di tanti vecchi compagni che da tempo non si vedevano aveva dato la stura alle ‘rimpatriate’ e i ‘Ti ricordi di quando...’ si udivano venire da più parti.
Erano per lo più ricordi di un tempo universitario ormai lontano, di episodi belli e brutti, ma tutti rievocati con piacere e commentati con risate.
Il clima si era fatto gioioso e alla frutta questi signori, ora stimati professionisti, parevano ritornati ragazzi e le risate si sprecavano tra battute e barzellette.
Il proprietario del ristorante, soddisfatto della riuscita della serata e lusingato di avere tra i commensali anche illustri e famosi docenti universitari, si avvicinò a quello che a lui pareva più importante e domandò come è d’uso, se tutto era andato bene.
"Bene bene — disse l’illustre clinico - tutto bene! In particolare ho gradito molto quel branzino veramente cucinato in modo speciale; mai assaggiato niente di più buono!"
Il ristoratore si impettì orgoglioso "Tutto merito dell’olio di oliva con cui è stato condito! - disse - modestamente d’olio di oliva me ne intendo... ho scritto anche diversi libri al riguardo."
Disse questo con molto sussiego, ci teneva a far bella figura con delle persone così importanti e questa occasione non andava sprecata; la vanità poi, lo spinse a sciorinare la sua esperienza in fatto di oli commestibili, illudendosi far cosa gradita a tutti.
I commensali lì per lì presi di sorpresa lo ascoltarono pazientemente, ma quando videro che la cosa andava per le lunghe e quella bella, allegra atmosfera si stava raffreddando, cominciarono a palesare qualche segno di insofferenza per quell’intrusione non richiesta. Quando poi i camerieri comandati dal padrone portarono diverse bottiglie di olio di varia provenienza e quello cominciò a insistere per farlo assaggiare crudo in modo che fosse notata la differenza fra olio e olio, un medico, noto a tutti oltre che per le sue capacita professionali anche per lo spirito faceto di cui era dotato, lo interruppe dicendo:
"Anch’io vorrei dire qualcosa sull’olio di oliva se il nostro anfitrione lo permette - poi senza indugio cominciò — Una volta in Firenze c’era uno che vendeva per strada panini, focacce, schiacciatine ed altri generi commestibili. Era un giovane volenteroso che tutte le mattine prima delle sei si recava al panificio, si riforniva di roba appena uscita dal forno, la metteva in una capace cesta di vimini e con quella sotto braccio cominciava la vendita: ‘Ce l’ho coll’olio ce l’ho con irramerino!’ gridava forte per attirare i suoi mattinieri clienti, mentre si incamminava verso la stazione che era il suo punto di maggior vendita: ‘Ce l’ho coll’olio ce l’ho con irramerino!’
La strada che faceva era sempre la stessa e questo gran vociare non era certo gradito da chi veniva svegliato anzitempo. Questa storia andava avanti da un pezzo e un vecchio pensionato che dopo una notte insonne la mattina era finalmente riuscito ad addormentarsi, svegliato da quel gran vociare si affaccio alla finestra e chiamò il giovane: ‘Comandi’ disse questo premuroso facendosi sotto per ricevere l’ordinazione. ‘Con che tu ce l’hai stamattina?’ domandò con voce controllata ‘ce l’ho coll’olio ce l’ho con irramerino, ce l’ho...’.
Non lo lasciò continuare.
La voce passò dal tono mellifluo a quello collerico tipico della persona incazzata.
‘E io ce l’ho con la tu mamma che ti manda in giro a quest’ora a rompere i coglioni!’
La conclusione di questo breve racconto fatto ad hoc produsse una fragorosa risata e di colpo l’atmosfera tornò allegra come prima mentre l’esperto di olio, capita l’antifona, ridendo a denti stretti si ritirò in buon ordine.