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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
SAN GIULIANO TERME
Molino Rossi, Nardini, Mazzeo e Pieroni (PD): “Salvaguardare posti di lavoro e produzione”

1/8/2018 - 18:48

“Chiediamo alla giunta regionale di continuare a monitorare la crisi del Molino Rossi, una delle aziende storiche del nostro territorio che sta attraversando un momento di particolare difficoltà. Siamo certi che l’impegno dell’unità di crisi della Regione, come sempre, non mancherà  e lo testimonia l’incontro già fissato per il 3 agosto con sindacati, istituzioni e proprietà, ma sentiamo il dovere di esprimere anche il nostro sostegno approvando quest’atto in aula”. Così i consiglieri regionali Alessandra Nardini, Antonio Mazzeo e Andrea Pieroni sulla mozione presentata e approvata in aula.
 
“L’eventualità di uno stop definitivo delle attività del Molino Rossi è assolutamente da scongiurare per le molteplici ricadute che avrebbe sul territorio sia dal punto di vista occupazionale e sociale, che da quello economico – commenta Alessandra Nardini illustrando l’atto –. Il rischio che proprio nell’anno in cui il Molino festeggia i centoventi anni dalla fondazione i lavoratori, 33 più circa 20 unità impegnate nell’indotto, ricevano una lettera di licenziamento pare oggi più che mai concreto e porta con se un alone di delusione e rabbia, perché l’azienda negli anni non ha perso commesse né subito cali di produzione, ma vive una crisi probabilmente ascrivibile dall’investimento di sette anni fa con cui la proprietà ha acquisito le quote di una società di Altopascio, già in difficoltà. Questo territorio è già duramente colpito dagli effetti della recessione, viviamo ormai in una sorta di costante emergenza occupazionale e produttiva, per questo individuare, attraverso il confronto, soluzioni che nel tempo possano scongiurare la chiusura definitiva di attività è fondamentale per dare ossigeno e prospettive alle comunità”.
 
L’atto, approvato all’unanimità dall’aula del Consiglio, è stato sottoscritto anche dai capigruppo del Partito Democratico Leonardo Marras e di Mdp Articolo 1 Serena Spinelli e dal presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi.

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16/8/2018 - 14:41

AUTORE:
informato

Fallita la “Toscana Pane” di Altopascio

Nel 2011 aveva acquisito la «Toscopan» per 2,5 milioni. Il crac causato da contratti svantaggiosi con la grande distribuzione di Luca Tronchetti
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19 gennaio 2018
ALTOPASCIO. La rinuncia alla domanda di concordato preventivo e lo stato d’insolvenza con l’istanza di fallimento avanzata dal pubblico ministero Aldo Ingangi segnano la fine della «Toscana Pane srl» - società fondata dal molino Rossi di Ripafratta e dal molino di San Pietro a Vico del gruppo Maionchi - nata nell’ottobre del 2010 dopo l’omologa del concordato preventivo di «Toscopan» da parte dei giudici del tribunale. Sette anni dopo la costituzione della «Toscana Pane srl», nata proprio per rilevare «Toscopan», e capace di rilevare la vecchia azienda per 2,5 milioni riassumendo la metà dei dipendenti (53 su 110), il tribunale fallimentare sancisce la fine del primo esempio di filiera del pane in Italia. Da quanto si apprende la massa debitoria ammonta a circa 8 milioni accumulata in gran parte stipulando contratti non troppo vantaggiosi con la grande distribuzione. Il giudice delegato Giacomo Lucente ha nominato curatore fallimentare il commercialista Renzo Regoli fissando l’esame dello stato passivo per il 2 ottobre 2018.

Le questioni preliminari. Il curatore si è trovato subito di fronte a un problema. La società fallita in data 1 gennaio 2018 ha stipulato un contratto di affitto d’azienda con la Industria Panificazione Toscana srl (IPT) con sede a San Miniato (durata cinque anni al canone di 12.500 euro mensili). Con la sentenza di fallimento il contratto stipulato dovrà essere valutato attentamente e potrebbe subire un pregiudizio. C’è poi la questione occupazionale a tener banco. In considerazione dei numeri sempre decrescenti e del costo del lavoro la netta sensazione è che chi rileverà la «Toscana Pane» dovrà fare i conti con una riduzione di personale. In una parola, troppi i 53 dipendenti.

Accertamento della Finanza. Il legale della società panificatrice nella memoria difensiva sostiene come la rinuncia al concordato fosse motivata dall’accertamento, non previsto nel piano concordatario, della Guardia di Finanza iniziato il 20 settembre dello scorso anno che gettava un’ombra di rischio alla veridicità del programma presentato al tribunale. Il 12 dicembre scorso i finanzieri, a fine accertamento, hanno rilevato soltanto alcune irregolarità con una sanzione di 835 euro per recupero Iva e 5900 per recupero a tassazione. E il legale sostiene altresì che l’azienda si è attivata per rendere possibile la continuità d’impresa cercando di ridurre i costi aziendali e implementare i rapporti con la grande distribuzione. E soprattutto erano stati consolidati i rapporti assunti con la IPT di San Miniato con la promessa dell’affitto d’azienda. Non solo. La IPT si è resa disponibile a verificare l’acquisizione della «Toscana Pane» anche da terzi o eventualmente da organi di procedure concorsuali. E la società di San Miniato si sarebbe pure impegnata per il passaggio alla IPT dei 53 dipendenti.

Riduzione dei costi. Si traduceva con una riduzione dei canoni di locazione rinegoziati in 27mila euro anziché 57mila.

Scioglimento dei contratti. La «Toscana Pane» aveva contratti in essere con la grande distribuzione: Esselunga, Eurospin Italia, Icewind, Unicoop Tirreno, San Carlo Gruppo Alimentare, Metro, Italbris, I Sapori, Grissitalia, Conad Il Tirreno. Contratti di somministrazione che prevedevano una clausola risolutiva proprio in caso di fallimento. Ma che prevedono anche che alla «Toscana Pane» subentri di diritto altra società che detenga in affitto o acquisti l’azienda.



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19 gennaio 2018

Questo spiega come la Toscana Pane prima ed il Molino Rossi poi abbiano fatto la fine a cui oggi assistiamo.

10/8/2018 - 18:25

AUTORE:
Barbini Davide

Purtroppo hanno fatto il passo più lungo della gamba....

8/8/2018 - 23:03

AUTORE:
Cittadino

Come dettto nel precedente commento I posti di lavoro sono piu' che mai a rischio.
Dobbiamo aspettarci un destino degli occupati del Molino Rossi come i dipendenti dei due maggior Hotel del nostro comune?
Hotel Granduca e Hotel California

7/8/2018 - 9:53

AUTORE:
Interessato

Il sindaco non c'era, semmai il vicesindaco Marchetti.
La situazione del molino Rossi è assai nebulosa.
La gestione fin troppo dilettantistica dell'azienda da parte dei titolari suggerisce un approfondimento da parte dell'autorità giudiziaria.
I posti di lavoro sono piu che mai a rischio e i possibili interessati al subentro una volta viste le carte se la sono data a gambe levate.
La Regione e il come di San Giuliano stanno tentando un'azione di salvataggio che speroni buoni frutti per i lavoratori che conosco in buona parte ma spero altrettanto che riescano ad escludere totalmente l'attuale classe dirigente che ha gestito l'azienda è che si riesca a far luce su alcune scelte poco chiare adottate che hanno portato alla situazione attuale.

4/8/2018 - 13:57

AUTORE:
Sangiulianese

Visto la presenza al tavolo in Regione anche del sindaco Di Maio, I cittadini del proprio comune si aspettano notizie sull'attale situazione.
I 35 posti di lavoro a rischio?