Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
E’ comparso su Facebook un post a commento della nuova rubrica del TG regionale Limes, il gioco dei confini dove compare Bocca di Serchio e il Parco Naturale. Vale la pena di riportarlo:
“Andate anche dentro la pineta dove spacciano oppure tra le dune dove c’è di tutto altrimenti sul canale la bara fogna a celo aperto tutto ciò è parco è giusto che tutta la regione vede questa bellezza”.
Non ha importanza chi ne sia l’autore ma è importante invece il sentimento con cui è stato scritto e che accomuna una parte di cittadini. Un chiaro sentimento di condanna e di rifiuto. Può darsi che lo scrivente non sia, o non sia stato, al tempo, d’accordo con l’istituzione del Parco naturale per motivi ideologici o personali e quindi sfoghi la sua contrarietà con questa uscita, ma il Parco oggi esiste e varrebbe la pena approfittarne per godere dei vantaggi che offre. Ma qui pare che l’autore non consideri questa possibilità e non tanto per la prima ipotesi, un rifiuto generico del Parco, quanto per le cattive o pessime condizioni in cui versa. Parla infatti di spaccio, di rifiuti fra le dune (fisici o anche umani?), del canale della Barra o magari della Bufalina. Ha cioè l’immagine di un territorio devastato da cui stare alla larga, privo di ogni attrattiva e addirittura pericoloso per il viandante o il turista che abbia il coraggio e l’imprudenza di addentrarsi oltre la sbarra di Marina.
E’ purtroppo il problema di oggi, quello di parlare di cose che non si conoscono dando per scontato quello che si legge o si sente dire senza approfondire, senza fare il minimo sforzo di informarsi, di chiedere a chi sa e può dare risposte. Mi immagino questa opinione così negativa nata da una chiccchiera al bar, fra persone sedute davanti a un ponce al tavolino delle carte che pontificano sulle condizioni di un luogo in cui non hanno mai messo piede, di cui non sanno niente per conoscenza diretta ma di cui hanno sentito parlare… magari da qualche loro compare. O anche da chi di questi argomenti ne fa uso politico, a prescindere dalla realtà dei fatti
Così il post su FB deve essere interpretato non tanto come critica al Parco, a chi lo amministra e a chi deve sorvegliare sulla sua sicurezza, ma semplicemente come segno di superficialità, ignavia ed ignoranza. Di chi parla per sentito dire come quel venticello che vola leggero da una persona all’altra senza che nessuno si prenda la briga di domandarsi se ciò che viene affermato sia vero. E’ un retaggio berlusconiano ma ora è stato ampiamente ripreso e sublimato dai nostri attuali governanti e passato, come quel venticello, fra la brava gente comune. Senza vera cattiveria ma solo per superficialità e anche con disappunto per una situazione di degrado che non ci piace e che vorremmo veder risolta.
Per farla un po’ più lunga vi riporto la curiosa storia dei tre setacci di Socrate. Non si adatta proprio a questo episodio ma rimane un esercizio molto utile in molte situazioni. L’esatto contrario anche del comportamento dei tanti che usano la tastiera come un arma, sparando molto spesso a vanvera (per essere diplomatici).
I tre setacci di Socrate
Un giorno Socrate fu avvicinato da un uomo in piena agitazione che gli disse:
« Ascolta Socrate, ti devo raccontare qualcosa d’importante sul tuo amico.»
« Aspetta un attimo», lo interruppe il saggio,
«hai fatto passare ciò che mi vuoi raccontare attraverso i tre setacci?» « Tre setacci?», chiese l’altro meravigliato.
« Sì, mio caro, vediamo se ciò che mi vuoi raccontare passa attraverso i tre setacci.
Il primo setaccio è quello della verità: sei convinto che tutto quello che mi vuoi dire sia vero?»
« In effetti no, l’ho solo sentito raccontare da altri.»
« Ma allora l’hai almeno passato al secondo setaccio, quello della bontà? Anche se quello che vuoi raccontare non è del tutto vero, è almeno qualcosa di buono?»
L’uomo rispose esitante:
«Devo confessarti di no, piuttosto il contrario…»
« E hai pensato al terzo setaccio? Ti sei chiesto a che serva raccontarmi queste cose sul mio amico? Serve a qualcosa? E’ veramente utile?»
« Beh, veramente no…»
« Vedi?», continuò il saggio, «Se ciò che mi vuoi raccontare non è vero, né buono, né utile, perché me lo vuoi dire?
Allora preferisco non saperlo e ti consiglio di dimenticarlo.»
Chi, come me, frequenta quei luoghi, può testimoniare della infondatezza di tali accuse e invitare gli scettici a controllare di persona. Rimarranno stupiti non solo dalla bellezza dei posti e dalla loro sicurezza ma anche dalla quantità di cittadini che utilizzano il Parco e i suoi sentieri per gite con la famiglia e con gli amici. La maggior parte a piedi, specie con i loro cani, ma anche in bicicletta. Molto frequentata è la parte prospicente Torre del Lago per la maggiore vicinanza al centro abitato e in certi periodi dell’anno il sentiero accanto alla Bufalina è veramente affollato. Con la bici mi spingo spesso anche all’interno e fino alla ferrovia senza avere mai trovato nient’altro che ciclisti come me o curiosi diretti alla chiesetta di Padre Pio.
Un invito quindi a recarsi sul posto e guardare con i propri occhi, una passeggiata che può essere la piacevole scoperta di una bellezza che molti non sospettano di avere a portata di mano.