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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . c'è più religione ( si esce un'ora prima). .....
. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Vincenzo Crolla
"Fassina chi?"

26/8/2018 - 10:29


“FASSINA CHI?”…

 

Tutto cominciò da lì. Quello fu l’incipit: a prescindere dalle intenzioni di chi, forse, solo un simpatico cinguettio goliardico intendeva offrire. Una cosa che strappasse un sorriso e si fermasse lì.Non è andata così. 

 

Le rivoluzioni, come le guerre, sedimentano a lungo nella coscienza dei popoli e spesso - racconta la storia - deflagrano per un gesto o una parola apparentemente insignificante o di scarsa significanza: il sasso di Balilla e lo sparo di Sarajevo ne sono un esempio.Quel "Fassina chi?", che poteva sentirsi magari nell’aula vociante di un ginnasio, ha dato il via libera ad una stagione di delegittimazione di uomini e di idee.

 

Sovrapponendo al lessico della sinistra, per sua natura colto civile e tollerante, quello sguaiato e sciatto del grillismo e del leghismo..Coloro che hanno respirato il fumo delle centinaia di sigarette delle fumose assemblee e degli attivi appassionati sanno di cosa parlo. Quelli "strutturati", quelli passati dalle sezioni, dalle cellule di fabbrica, dalle federazioni e, meglio, dalla scuola di partito, non userebbero mai quel linguaggio: neppure coi fascisti. E non per un grazioso omaggio al bon ton o al galateo di Monsignor Della Casa, ma semplicemente perché quei lemmi - quei lemmi barbari - messi l'uno dopo l'altro in forma di detriti inquinanti, non abitano la loro testa e il loro cuore. E, soprattutto perché, lungi dal produrre effetti politici positivi, altro non generano che divisioni e rancori. 

 

Quel linguaggio, se ci riflettete, ha più a che fare con certo marinettismo un po' cialtrone, con certo futurismo mal compreso e peggio interpretato, con certo arditismo sopravvissuto a taluni ambienti dell'estremismo negli anni di piombo.Quel “Fassina chi?”, a prescindere dalle reali intenzioni di chi l’ha immaginato e detto,  è stata la parola d’ordine che ha dato il via libera alla guerra civile a bassa intensità scatenata all’interno del centrosinistra e del PD.Prassi - prassi “politica” per molti - è diventato il rispondere con la delegittimazione e con l’insulto a tutti coloro che, argomentando, esprimono idee difformi dal punto di vista dell’attuale leadership.Chi sono costoro che usano questo linguaggio? Da dove arrivano? Quale mutamento antropologico li ha prodotti? Pensano di vincere intimidendo?

 

Domande senza risposta. Domande che troverebbero plausibili risposte in una situazione “rivoluzionaria”. Ché, come ognuno sa, la rivoluzione non è un pranzo di gala.Se dunque quel “Fassina chi?” è stata la parola d’ordine di chi valutava la situazione del paese matura al punto tale da rendere impellente e legittimo un “processo rivoluzionario”, nulla questio. 

 

Le rivoluzioni però richiedono polso fermo, tempi rapidi e chiarezza dell’approdo. Perché, inevitabilmente, ad esse, deve succedere la normalizzazione. Che qualcuno chiama governabilità, altri stabilità. Se ad esse non succedono normalizzazione e pacificazione, le rivoluzioni sfuggono di mano, avendo il brutto vizio di degenerare. Se esse restano in mezzo al guado, senza identità e senza prefigurare l’avvio di un nuovo ordine costituito, generano caos, odi e rancori. La lotta avviata per mutare radicalmente assetti economici, filosofia e senso comune, stili di vita e rapporti di produzione, si trasforma in una volgare lotta di potere asfittica, senza plausibile prospettiva, senza visione e, in definitiva, senza speranza. In questi ultimi trent’anni, tecnicamente, a modo loro, tanti hanno deciso di indossare i panni del rivoluzionario in stile leninista: da Craxi a Berlusconi, da Bossi a Grillo; lontani per provenienza sociale, per reddito e per cultura; vicinissimi nell’accanirsi solo contro le norme della convivenza civile racchiuse nel dettato costituzionale che altro non chiede che di essere applicato. 

 

E’ per questo che il pensiero di remare dalla stessa parte e nella stessa barca di chi pensa di essere ancora il protagonista di una improbabile rivoluzione, un po' mi fa arrossire.Il mio contrasto a questa modalità non riguarda la mia persona, la cui psiche non subisce alcun nocumento dai  miagolii dei tanti gattini sprovveduti e volgari che si improvvisano leoni davanti alla tastiera e al sicuro nella penombra offerta dalle sagrestie e dal confessionale.

 

Faccio questo affinché ognuno di noi prenda coscienza dell'abbrivio cui ci si sta avviando. Del piano inclinato sul quale stiamo scivolando, del terreno sul quale stiamo approdando.Se questo è il nutrimento che offriamo alla società questo la società ci rimanderà, tertium non datur. Se offriamo schifezze, schifezze ci torneranno.Se imitiamo Grillo e Salvini questi avranno la meglio. È il loro terreno, sono i loro strumenti di guerra.In questa nuova modalità, se questa è una modalità, noi siamo dei goffi e sprovveduti parvenu.

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27/8/2018 - 0:48

AUTORE:
Fausto V.

Il vecchio Toto cantava..." amori, quali amori, quanti amori.." a metteli in fila tutti sai dove si arriva. E ancora non è finita!!

26/8/2018 - 19:15

AUTORE:
Bruno Baglini

Il napoletano Vincenzo Crolla e il sangiulianese Fausto Valtriani cominciarono ad offendermi perchè io da besanian/cuperliano e prima ancora dalemiano come loro cominciai a non considerare più "bimbominchia" chi da sindaco della capitale toscana divenne segretario del mio partito sia nelle primarie che al congresso è prevalso sui "padroni della ditta" e da li cominciarono a fare il tifo perchè Matteo Renzi si levasse di torno e facesse un suo partito, così Linda Giuva, moglie di D'Alema rimarrebbe intestataria assoluta delle fondazioni, case del popolo intestate al PD come il 2 x 1000 che io mia moglie ed altri 600.000 italiani diamo 4 milioni di euro al nostro PD.

Fassina chi? Quello che fece un suo partitello a Roma per non essere con Giachetti e che al ballottaggio dichiarò di votare la Raggi della 5*. Colui che era viceministro nel governo Letta-Berlusconi-Monti messo in piedi da Napolitano bis per fare le riforme e non stavano facendo un bel niente e fui li che Roberto Speranza confortato da Gianni Cuperlo e la maggioranza dei delegati nazionali PD presero la decisione di far scendere in campo il loro segretario Matteo Renzi che da statuto il seg. PD è il naturale Presidente del Consiglio.
Roberto Speranza Capogruppo dei Deputati PD in Direzione Nazionale disse a Matteo Renzi di prendere le redini del governo e così fu senza lo stai sereno che magari non è stato detto.

nota; il Faustobook era oltre un libro del Valtriani dove si possono trovare anche due mie citazioni; era un gruppo fb composto do 1500 elementi di tutta Italia. C'erano Bobo ultimo Direttore dell'Unità ed altri scrittori e politici più o meno noti.
Vincenzo Crolla quando vedeva la mia firma od un "mi piace" su un argomento a lui non confacente, si imbufaliva. Mai ho chiesto la sua amicizia fb, mentre la tolsi al "Faustobook" perchè il gestore mi disse di trovare un medico ma...di quelli buoni.
Sono stato offeso ed attaccato dai fascisti, dai padroni della terra che io lavoravo per loro, ma sapevo di che panni vestivano, ma essere offeso dai dalemiani perchè non amo più quel rancoroso/invidioso e per giunta ora fallito anche politicamente; no eh!

26/8/2018 - 18:25

AUTORE:
Citt2

L'ho sempre detto, vero BB?
E' tutto partito da lì, dal primo sasso tirato, dal primo assalto, dalla prima fucilata. Dal primo "chi?" dopo il Letta stai sereno.
E' un cambio di marcia, un cambio di atteggiamento, un cambio di stile, molto lontano dal mio PD.

26/8/2018 - 17:42

AUTORE:
alias

… un riferimento, un evento, che ha generato quel "Fassina chi?"

L'episodio citato appare pretestuoso: come la favola: "lupus stabat superior, agnus stabat inferior….
La storia è stracolma di episodi alla ricerca di occasioni per litigare.
Le motivazioni erano altre!
Meglio dirla tutta.
Una direzione che decide per un cambio ai vertici del governo, dopo la vittoria alle primarie, non è stata ben digerita a sinistra.