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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Matteo Renzi, senatore e presidente di IV
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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Di Mario Lavia
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di Roberto Sbragia - Consigliere provinciale di Pisa Forza Italia
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Copmune di Vecchiano - comunicato delle opposizioni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Di Fabiano Corsini
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Una "Pastasciutta antifascista"
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Pontasserchio, 18 luglio
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Pisa, 19 luglio
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di Alessio Niccolai-Musicista-compositore, autore
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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1943, 31 agosto, ore 13, 7 sette minuti.

31/8/2018 - 7:13


 [...] Nessuno ancora conosceva una frase di Eisenhower poi divenuta celebre e pronunciata alla vigilia della campagna d'Italia: “Stiamo per invadere un paese ricco di storia, d’arte e di cultura”, disse il generale e poi presidente americano. “se la distruzione di un bellissimo monumento può significare Ie salvezza di un solo soldato americano — aggiunse — ebbene si distrugga quel monumento”.

 La “filosofia” di “Ike” fu puntualmente applicata, e non solo a Roma.

I pisani avrebbero sperimentato sulla loro pelle a partire dal 31 agosto del 1943 e fino all'estate successiva, quando furono bombardati i Lungarni e colpito anche il Camposanto Vecchio.[...]

 

[...] Le scuole sono state chiuse in anticipo, il 20 maggio, ma la stagione balneare, a Marina o nella neonata Tirrenia, non è come quella degli altri anni. II “trammino» bianco e rosso porta meno pendolari del solito verso il mare ed anche se i bollettini di guerra minimizzano gli eventi i pisani cominciano a capire che le cose stanno volgendo al peggio. II 29 maggio e il 28 giugno gli Alleati bombardano Livorno e i boati delle esplosioni si sentono anche da Porta a mare. Molti però continuano a credere che Pisa sarà risparmiata perché nessuno oserà colpire la città del Campanile Pendente e della Piazza dei Miracoli, alimentando così la stessa illusione dei romani. Molte  volte, in quell’ultimo scorcio dell’agosto 1943, l’allarme antiaereo suona senza che poi accada nulla, tanto che i dodici rifugi della città rimangono semivuoti. Ne sono stati approntati per circa seimila posti, ed il più capace è quello attiguo al Giardino Scotto, sotto i bastioni del Sangallo. Poi ci sono altri duemila posti negli scantinati nelle scuole in via Regina Margherita, oggi via Benedetto Croce. E l’allarme suona anche nella tarda mattinata del 31 agosto, quando sulla scena di Pisa irrompono gli orrori della guerra. Erano le 13 in punto quando nel cielo di a sud della città, preceduti da un rombo sordo e continuo, furono avvistati i bombardieri americani “Liberator” e “Flying Fortress” che facevano parte di una squadriglia formata da 152 aerei che avevano già colpito Civitavecchia. A ondate successive scaricarono sul nodo ferroviario e sulla zona industriale di Porta a Mare 408 tonnellate di bombe.[...]

 

Queste notizie sono tratte da un libro, “31 agosto 1943”, edito nel 1993, a cura di Giuseppe Meucci, in occasione del cinquantesimo anniversario della strage che inizia con: 

 

“Sette minuti di inferno. Per alcune ore fu un giorno come un altro di un’estate ormai matura e prossima al declino. Almeno fino alle ore 13. Perché fu quella l’ora fatidica di quel 31 agosto che ancora oggi, a mezzo secolo di distanza, resta fissata nella memoria della città come l’inizio di una tragedia immane" […]   

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