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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Renzo Moschini
Quale assetto statale?

24/9/2018 - 13:23

Quale assetto statale?

 

 
Il dibattito scombinato sul futuro del Pd, ma più in generale della sinistra, registra tra le non poche questioni assenti quella cruciale dell’assetto statale in rapporto anche all’Europa.
Eppure il referendum qualcosa avrebbe dovuto insegnare. Averlo liquidato come un insuccesso dovuto solo o quasi al ruolo personale assunto da Renzi, non ha fatto riflettere, come sarebbe stato indispensabile, sul merito politico-istituzionale di una proposta, che liquidava qualsiasi ipotesi federalista e comunque stravolgeva il Titolo V, ricentralizzando competenze e ruoli che avevano già fallito. Come dimenticare gli inviti di Renzi e della Boschi a votare si per ‘punire le regioni’. Così si è eluso anche un altro aspetto cruciale, che pure era emerso, e cioè chi e come aveva predisposto quel testo,
che aveva liquidato e ignorato elaborazioni e proposte faticosamente elaborate ed anche sperimentate sia sul piano parlamentare, regionale e locale. Non ricordiamo quanto fu diffusa la contestazione tra i costituzionali, liquidati come insopportabili ‘professoroni’, incapaci di capire che la ‘leale collaborazione’ come il federalismo era roba ormai da rottamare e cestinare. Al governo del paese come delle regioni ci avrebbe pensato ancora una volta lo stato. Così, prese le sonore sberle, il partito a partire dai suoi gruppi parlamentari ha girato pagina lasciando perdere. Infatti si proseguito liquidando di fatto le province, affidando anche in questo modo alle regioni più compiti amministrativi degli enti locali e minori responsabilità e ruoli legislativi, tranne che per le regioni speciali perché questo faceva comodo al governo specie al Senato che avrebbe dovuto diventare non più il doppione della Camera ma l’assemblea delle autonomie.
 Di questa allarmante involuzione politico-istituzionale ha pagato un prezzo salato il governo del paese specialmente, come possiamo vedere anche dalle cronache di questi giorni; l’ambiente, il consumo del suolo, l’inquinamento marino e fluviale, i disastri vari e la persistente incapacità di utilizzare al meglio le risorse comunitarie, mentre per la tutela si spendono cifre insignificanti salvo per riparare i danni dovuti ad una mancata o inadeguata  politica di prevenzione.
Anche il dibattito in corso nel Pd nazionale e pure  quello regionale –Toscana compresa- di questi problemi si parla poco o nulla. Eppure si tratta di aspetti che ci ritroveremo in tutta la  loro complessità anche alle elezioni europee a partire proprio dal federalismo.
Non sarebbe il caso di aggiornare    la nostra agenda?

Fonte: Renzo Moschini
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