Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Siamo arrivati alla fine del mese e alla fine di questo magnifico gioco che ha coinvolto “disinteressatamente” un bel numero di lettori.
Dal mondo del sol levante a quello greco ed ora si passa a quello ebraico. Siamo a dieci, come i comandamenti, dove al decimo si dice:
“non desiderare la roba d’altri”,
ma qui siamo a Migliarino, sul Serchio, non sul Giordano, e non c’è Grecia né Egitto né Giappone che comandano, qui, dopo nove imposizioni di comportamento, il decimo sarebbe:
“non rompere le palle agli altri”…
ed io obbedisco!
Però però mi sento tanto “brancaleonico” e, come disse Gassman nel mitico film:
“Oh, gioveni! Quando vi dico sequitemi miei poetacei, dovete sequire et poetare! Poche conte! Se no qui stemo a prenderci per le natiche.”
Nota bene, ma non ce n’è bisogno:
nel film c’erano i pugnaci e non i poetacei e dovevano pugnare e non poetare, ma a me mmì garba così!
Via ora agli ultimi decahaiku o kiudeca, ma non, spero, ahiKiube:
Passo su passo,
orma su orma,
vai lenta al traguardo.
Casa come tuo regno,
regno di vita
bene protetta.
Il tempo passa,
il cammino è lungo,
calma è virtù.
Un grazie a Gil
con i suoi sei haiku,
con tre in ordine di apparizione:
Ramon,
Monker,
Joy,
Kalì,
Bambi,
Braccio di ferro,
Kelly,
Dylan,
Unicum,
Signora X,
Merlino
e…
chi vuol chiudere?
Una bellissima soddisfazione.
Non era una gara ma… se volete la rivincita io sono sempre pronto!
E chi non haikucava?
Non vi ho dimenticati Caesar, Paolitas e Josè, bel lavoro!