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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Giuseppe Turani
O' GUAPPO ALLA PUGNA

1/10/2018 - 18:37

O' GUAPPO ALLA PUGNA


Di Maio teme che Mattarella, Renzi e Berlusconi complottino per far salire lo spread, di cui ignora tutto.


L’ultima novità è Di Maio in trincea contro lo spread (elmetto, anfibi, zainetto tattico). Cosa può aver inventato il fantasioso ragazzo? Si è fatto prestare una padella dalla mamma? Ha chiamato in soccorso anche la banda delle vecchie zie, ognuna con il suo mestolo personale?
Questa volta però lo possiamo rassicurare. Stia tranquillo e vada a prendersi un gelato da Giolitti.
Nessuno di noi sa che cosa farà lo spread alle 9 di questa mattina e durante la giornata. E non lo possiamo sapere perché a quell’ora nel mondo ci sono decine di migliaia di titoli in vendita e migliaia di operatori che devono scegliere. Nemmeno Gesù riuscirebbe a manipolarli. In questo caso c’è veramente la concorrenza perfetta. Contano solo la bontà del prodotto e il suo prezzo.
Quindi può deporre il suo armamentario e mandare le zie al supermercato, come tutte le mattine.
E non stia nemmeno a prendersela con i suoi personali fantasmi (Mattarella, Renzi, Berlusconi): il loro potere sullo spread è zero. Magari ogni tanto la prendono per il culo, caro Di Maio, ma le assicuro che a Austin e a Hong Kong, per non parlare di Edimburgo e di Ottawa non lo sanno nemmeno. Poi, quelli hanno già capito che lei è un originale. Ha abolito la povertà con un semplice decreto e adesso si appresta a fare di più: con un altro decreto farà spuntare una ripresa del 3 per cento che durerà almeno tre anni. Solo in Italia e solo per l’Italia. Come se il nostro paese fosse un missile di Star Trek che attraversa indisturbato i residui di un’esplosione stellare.
I mercati, da Austin nel Texas a Hong Kong, sanno tutto questo. Ma sanno anche che lei non sa niente. Il pasticcio che ha messo su con i suoi decreti (li avete pensati in birreria in attesa delle pizze?) si chiuderà con almeno altri 100 miliardi di euro di debiti e con una crescita tendente a zero.
Purtroppo, lei notoriamente non è genio, ma gli economisti che la circondano sono anche peggio.
A Paolo Savona dovrebbe essere proibito l’esercizio di qualsiasi professione. Tempo fa voleva usare l’avanzo commerciale delle ditte che esportano (50 miliardi di euro) per varare un grande piano pubblico di investimenti, dimenticando che quei soldi sono degli esportatori (Armani, Brembo, Fca, ecc.) e non dello Stato. Adesso parla, sinistramente, di 50 miliardi di risparmi “eccessivi” degli italiani. Nei manuali non c’è scritto che cosa sia  il risparmio “eccessivo”: il sospetto che Savona intenda dire che si tratti di 50 miliardi dei cittadini che lui, eventualmente, può sequestrare per darli a qualche azienda pubblica che li sperpererà allegramente.
Infine, caro Di Maio, fra le tante iperboli che in questi giorni le scappano dal cuore come fiori di primavera ce n’è una bellissima: ogni città italiana diventerà un cantiere, abbiamo stanziato 15 miliardi per il loro rinnovamento.
Certo, 15 miliardi in tre anni cioè 5 miliardi all’anno, cioè, lo 0,2-0,3 per cento del Pil. Diciamo quattro bei palazzi. Le altre città potranno organizzare pullman per andare a visitarli (scolaresche comprese).
Noi insistiamo, ma sappiamo di non essere ascoltati: Non dimentichi le pastiglie, due al mattino e due alla sera.

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2/10/2018 - 19:35

AUTORE:
Lucia Annunziata

Confessioni di una deficiente
Lucia Annunziata Direttore, Huffpost Italia


Confesso, sono una deficiente.
Pur avendo questo giornale scoperto il piano B del primo accordo di governo, l'ho poi lasciato da parte, cullata lentamente in uno stato di semicosciente ottimismo, perché poi, alla fine, chi mai davvero potrebbe esporre il paese alla destabilizzazione politica? Una cosa sono le idee altro è la responsabilità di governo, mi sono ripetuta. In fondo quale politico accetterebbe mai di giocare a carte con il Destino del Popolo in nome del Popolo?

Non lo avevo messo in conto. Questo azzardo non l'ho visto arrivare perché era sempre stato lì, nello stesso atto fondativo della coalizione di governo.

Il Def, presentato ieri da Luigi Di Maio (con tutti i mezzucci comunicativi di un partito che della comunicazione ha fatto il suo unico Dio), e definito come l'abolizione della povertà, è solo una povera misura elettorale. L'asticella del deficit al 2.4, per i prossimi tre anni, non è infatti una manovra e nemmeno una proposta di manovra. E' solo una sbruffonata, inaccettabile non tanto dall'Europa e dai mercati quanto, e innanzitutto, dai portafogli degli Italiani. E' la bizzarra proposta di indebitare ulteriormente una famiglia che non riesce a liberarsi dei debiti. Difficilmente il modo per combattere la povertà.

Sono tutte cose queste di cui gli economisti discutono da tempo, e che lo stesso Di Maio (che deficiente non è) conosce bene. Il suo Def è in realtà un mezzo per intraprendere un altro percorso, in base al quale l'Italia starà meglio solo se viene esposta oggi a un grande scontro: lo scontro frontale con l'Europa per ottenerne o le proprie condizioni (il 2.4) o lasciarla. E' il piano B, appunto, che era in quella prima versione del contratto di governo, che, scoperto, fu cancellato. L'idea dello scontro per liberarsi dai lacci europei venne attribuita allora soprattutto all'anima sovranista della Lega. Lo scossa che si avvertì mise in dubbio persino la formazione del governo, e il professor Savona non divenne Ministro del Tesoro. Di Maio in quelle ore si presentò invece come il paladino della continuità, l'interlocutore delle istituzioni, il contro bilanciamento di Salvini. E siccome tutti crediamo solo alle cose in cui vogliamo credere, tutti gli credemmo, dimenticando l'originaria piattaforma dei Pentastellati a favore dell'uscita dall'Euro.

L'obiettivo, invece, è rimasto lì – la rottura con la Ue come elemento palingenetico di una sovranità nazionale, di una nuova economia, e di un nuovo popolo. Il Def presentato, con i suoi numeri gonfiati, è l'avvio di questa rottura, anzi il mezzo scelto per "creare" in vitro il Cigno nero, l'evento imprevisto con cui giustificare l'avvio del conflitto.

Il discorso di Luigi di Maio davanti a Palazzo Chigi è dunque una dichiarazione di guerra, nemmeno tanto mascherata. Che apre per il paese due scenari.

Il primo punta sull'effetto too big to fail : l'Italia è un paese troppo grande per potere essere davvero punita. In particolare da una Unione Europea molto indebolita ridotta a una collezione di Stati mai così disuniti. Il cosiddetto motore dell'Europa è imballato; Macron e Merkel per diverse ragioni avvitati in una spirale discendente, l'Inghilterra fuori, e buona parte dell'Europa dell'Est in ribellione. La disaffezione e il sovranismo sono galoppanti. Insomma l'Europa è in condizioni tali da poter essere sfidata, con una possibilità di vittoria – e in questo caso forse lo sfondamento del livello di deficit potrebbe accontentarsi di una messa a cuccia dei poteri deboli europei.

Il secondo scenario ci porta invece alla esposizione "senza se e senza ma" alla reazione dura dell'Europa, e dei mercati che, a differenza della politica, vivono e ingrassano nelle crisi. Nel qual caso, si tratterà di una "vera guerra" come avrebbe detto oggi il Professor Savona a un think tank, "ll nodo di Gordio".

In entrambi i casi siamo entrati in una nuova fase in cui nessuna opzione sarà indolore. Il valore dei nostri risparmi, delle nostre case e delle nostre pensioni si abbasseranno. La manovra di Luigi di Maio si rivelerà una specie di commedia dell'arte con un Pantalone che con una mano dà e con l'altra toglie.

Ma c'è terzo scenario, peggiore.

Qualcun infatti dovrebbe ricordare a Palazzo Chigi che il discorso sulla debolezza dell'Europa ha fatto il suo tempo. Nelle istituzioni europee da tempo la fragilità del sistema ha convinto molti leader a cominciare a pensare a un modello nuovo, fondato sulla accettazione della fine di una Europa unita e paritaria. C'è già al lavoro nei fatti lo sviluppo di doppie e triple velocità istituzionali, e persino abbandoni. Basta osservare la Brexit e alle delusioni di quella Gran Bretagna che ha guardato con sufficienza alla debolezza europea e ha sopravvalutato la propria forza negoziale. Salvo trovarsi poi davanti a un conto miliardario da pagare presentatogli dalla Ue che si è impuntata contro ogni mediazione, ribaltando la sua crisi in una crisi interna degli stessi Tory. O pensa la coalizione gialloverde che alla fine della guerra saranno capaci anche di non pagare nessun prezzo all'addio dell'Europa?

Se dobbiamo misurare dai festeggiamenti in piazza, Palazzo Chigi non ha nessuna paura. E perché averla dopotutto? Nell'attesa della guerra, la decisione presa è per la coalizione comunque win- win.

Qualunque sarà lo scenario Luigi di Maio potrà tessere nei prossimi mesi la narrazione che già da tempo è diventata la colla che tiene insieme questa fragile coalizione. Potrà sempre dire, "Vedete, noi siamo con voi, vi abbiamo dato tutto, vi abbiamo liberato dalla povertà. Ma i poteri forti, il grande capitale, quei burocrati dei ministeri, quei giornalisti venduti, quei giudici che si sono messi a servire la politica invece di affiancare il popolo, ci hanno fermato". Una narrativa perfetta per sostenere la prossima campagna per le europee, alimentando il risentimento del Popolo e fare il pieno di voti alle prossime europee. Una soluzione perfetta.

Sempre che Salvini, che per ora segue lo schema, non metta in campo i suoi, di interessi. E sempre ammesso che le fake news dei 5 stelle, le caleidoscopiche balle create per fomentare questa narrazione, non vengano erose dalla realtà.

Perché dopotutto io sono una deficiente, ma il popolo italiano ha sempre dato prova di non esserlo.

2/10/2018 - 13:25

AUTORE:
Filettolino

Il vento soffia ma di bandiere a sventolare non ne ho. Fra 5 anni l'altro Matteo, quello in panchina al momento, ci sarà ancora ?
O sarà passato in Forza Italia ?
Comunque se dare dei deficienti ai 5 stelle va bene, ai democristiani del Pd che diamo ? Dei "doretei " ?

2/10/2018 - 12:46

AUTORE:
Amico del Turani

...dare del traditore a Giuda o del bugiardo a Pietro...non sono offese e poi per giunta il Nazareno che ne fece le spese sapeva già tutto anzitempo.... prima che ir gallo canti, te miomo m'hai già tradito tre vorte!

e ...come disse il Centurione che bagnò le labbra del Cristo in croce con una benda intrisa d'aceto: se veramente siei ir figlio di Dio, creatore der cielo e della tera (e di Filettole) perchè uni scende dar cielo per vienitti a levà dalla croce?
...poi senza falla troppo palloccolosa, prese la lancia e dar basso 'nsu ni buo r core.
Epperò dopo un poinino ir cielo doventò tuttumbuiore e la tera tremò ed il Centurione disse: ste' a vedè porca madosca che luili gliera proprio ir figlio der creatore der cielo e dela tera!
Oh si fa per ridere 'mpopò, ma, un vore' che poi tu facessi la fine di Brandiraghi Aldo ar contrario e cioè doventà renziano sfegatato doppo la cura quinqennale dell'artro Matteo, e un saresti ir primo in quer caso li!

2/10/2018 - 10:53

AUTORE:
Filettolino

Quando vi trovate, davanti a un paio di birre, o forse più, leggete, per bene, come stanno le cose, magari ci trovate delle assonanze con la materia grigia, sempre più latente in questo paese.
Per G.(ran)T.(urismo),il parallelismo tra Servire il "pollo" e M5S è come quello tra Pd e Giglio Magico.
Per il solerti red 1-2-3-etc...ma non erano bandite le offese ?
O solo quelle che vanno verso il Pd ?
Oppure " deficienti " non è un offesa ?
Se mi riferisco a Renzi o lo definisco subnormale, oligofrenico, ipodotato, manchevole...va bene ?
Fatevele due risate ogni tanto, ridere fa bene, aiuta a capire meglio la vita e chi ci sta davanti. Dietro no, meglio di no...
Ma so già che non pubblicherete, troppo seri, non sia mai che qualche vostro guru vi sgridi.

2/10/2018 - 8:09

AUTORE:
Amico di Beppe

Oggi la prendiamo un po’ da lontano, ma presto si capirà il perché. Bisogna riandare negli anni Settanta all’esperienza di “Servire il popolo” (detti anche dai nemici “Servire il pollo”, tanta era la loro stupidità). Sono stati il primo esempio di partito-setta in Italia.

Marxisti integrali, tendenza cinese dura, si frequentavano solo fra di loro, si sposavano solo fra di loro, e organizzavano dibattiti da manicomio. Io stesso ho partecipato, come ospite, a una discussione che aveva per tema: come liberare i lavoratori dalla piaga dell’alcolismo? Dibattito chiuso da un compagno di buon senso: ma già non hanno niente, e gli volete togliere anche un bicchiere di vino?

Quelli che lavoravano e avevano uno stipendio erano obbligati a versarne metà al partito. Il capo indiscusso e fondatore di questa roba, tal Aldo Brandirali, è poi finito come capogruppo di Forza Italia al comune di Milano e di “Servire il popolo” non si è più sentito parlare.

Mi sono tornati in mente perché quell’esperienza ricorda abbastanza quella di oggi dei 5 stelle, che non si accontentano di governare, vorrebbero anche insegnarci come vivere. La proposta chiusura domenicale dei negozi (così starete più vicini alla famiglia) va già in questa direzione. Ma non è ancora il peggio.

Il peggio dovrebbe arrivare con il mitico reddito di cittadinanza, 4,28 euro al giorno:

1- Questi soldi verranno versati dallo Stato su una carta elettronica, e con quella bisognerà fare gli acquisti. Che saranno tutti tracciabili, quindi.

2- Si sta pensando di montare su un Moloch informatico degno della Nasa per controllare che gli acquisti siano tutti "italiani”. Proibito comprare qualcosa che non sia nazionale. Mai sentita una scemenza simile dai tempi del fascismo. Un grappolo d’uva proveniente dalla Spagna non va bene. Per non parlare di due fragole israeliane.

3- D’altra parte, il solito Di Maio ha detto testualmente che con il reddito di cittadinanza inonderemo le piccole imprese e i piccoli negozi di denaro. Ma se poi usate quei soldi per comperare sandali vietnamiti, tutto il ragionamento cade.

4- Di Maio, come al solito, non sa niente e quindi usa immagini a capocchia: con i 10 miliardi del reddito di cittadinanza sarà difficile provocare un’inondazione di denaro in un sistema economico da 1600 miliardi. Diciamo piccola onda? Lieve increspatura?

5- La cosa grave, e certamente non troppo costituzionale, è che gli acquisti di 6 milioni di italiani verranno controllati scontrino per scontrino (a rieccoli!). Che fine faranno questi dati? I dati di una prima schedatura di massa sugli acquisti degli italiani?

6- E se uno si sbaglia e compra qualcosa che ha dentro un componente straniero (la Nutella, ad esempio) che fa? Deve restituire i soldi?

Siamo, come si vede, in pieno manicomio. Ma quello che preoccupa è questa tendenza a costruire uno Stato etico e socialfascista, dove tutto, anche la qualità dell’uva che compro, viene controllato dall’alto.

Conclusioni? Sono una setta di dementi. Non solo ci porteranno allo sfascio, pretendono che noi si viva come vogliono loro: patate a chilometro zero, cioccolato tricolore e trippa, tanta trippa. Proibito il salmone.

Sono proprio dei deficienti.

G.T.

2/10/2018 - 0:32

AUTORE:
Filettolino

Il guru ha parlato, anzi stra- parlato. Se avesse seguìto, a suo tempo, la trasmissione " in 1/2 ora" di Lucia Annunziata, forse, tra una birra e l'altra, avrebbe capito il senso dei 50 miliardi del ministro Savona. Se l'è fatta raccontare e ha capito quel che gli pare. 15 miliardi di investimenti in tre anni sono pochi ? Boh, non ne ho idea. Però faccio notare al grande giornalista,che il suo nuovo pupillo aveva stanziato, per il triennio 2014/2017, più di 9 miliardi di euro per le scuole. Ad oggi sono arrivati 440 milioni di fondi europei. E il resto ? In pasticche ?

1/10/2018 - 20:09

AUTORE:
Ultimo

............... nella politia ci s'è ritrovato. ...... Il su mestiere era vello di venditore di gazzose con l'aspirazione di doventà un gelataio ............ invece per corpa d'un grillo deve parlà di politia e un sa cosa dì.
Ha mparato a memoria quattro o cinque frasi e le ripete in continuazione. ......... Ma è sempre un venditore di gazzose anco se lui un lo sa. ......... Ultimo