Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Cari compagni del Partito Democreatico, liberatevi!
Avete un problema: il complesso della povertà. Che rischia di farvi finire nella trappola dei Cinquestelle. Anche quelli tra di voi che pure li avversano fortemente.
Il complesso della povertà e la trappola del populismo di sinistra
E’ la trappola del populismo di sinistra. Che si manifesta in alcuni dogmi sciocchi che si sono imposti anche nel Pd. Due in particolare:
il primo, che la manovra finanziaria debba essere, principalmente, risposta alla povertà. Sciocchezza. Specie se inteso alla maniera Cinquestelle. E cioè con misure di redistribuzione, di spesa pubblica per sussidi, di assistenza. E’ un dogma suicida. Anzitutto per i poveri. Per finanziare la povertà con i sussidi si sacrifica la crescita. E la povertà non si abbassa. E’ matematico;
il secondo dogma è credere che la riduzione delle tasse sia un regalo ai ricchi. Idiozia. Le tasse, oltre che i ricchi (che poi spesso sono quelli che non le pagano) le paga la maggioranza dei lavoratori, del ceto medio e degli imprenditori che investono. Ridurre le tasse stimola domanda, lavoro e crescita.
Bisogna, compagni del Pd, che vi liberiate da questi due complessi.
E vi decidiate a scegliere l’esatto opposto della piattaforma dei Cinquestelle: non la malintesa priorità della povertà, non i sussidi e l’assistenza, non la retorica del populismo di sinistra.
La povertà si riduce con il lavoro
La povertà si riduce solo se i poveri sono trasformati (per la maggior parte, almeno) in occupati (investimenti) e se il reddito (di chi lavora, investe, produce, spende) cresce. Possibilmente, anche, con la riduzione delle tasse e abbassando il debito pubblico (che sottrae risorse agli usi produttivi). Di qui la centralità del rigore dei conti pubblici. Vincoli interni. Non imposti dall’Europa.
In un paese a debole crescita e forte indebitamento come l’Italia, i sussidi devono essere una percentuale subordinata e proporzionale del tasso di crescita. Non la priorità. Com’è per i populisti di ogni colore.
La povertà o si riduce col lavoro o non si ridurrà mai. Tra voi c’è molta sinistra fossile, credulona, ossessionata da ideologismi, che definirebbero la politica suddetta “neoliberista”.
Il dogma antiliberista
E’ quello che vi sta uccidendo. Non è neo liberismo. E’ semplice logica ed aritmetica. Il dogma sciocco antiliberista vi sta precludendo gli spazi che apre la manovra assistenziale del governo. Che indigna i ceti produttivi. Bisogna che vi liberiate dai complessi fintosinistri, che allarghiate i vostri riferimenti, che vi decidiate a rappresentare gli interessi a cui serve la crescita (imprenditori, artigiani, ceti produttivi, lavoratori dipendenti).
E smetterla con la retorica pauperistica. I redditi di cittadinanza o l’assistenza dilagante, in qualunque versione, sono l’abisso della decrescita. Che è poi il vero abisso della povertà.
Una vera sinistra, sviluppista e del lavoro, dovrebbe essere l’opposto geometrico esatto dei Cinquestelle. Non una versione più civile e meno rozza di essi.