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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
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di Matteo Renzi, senatore e presidente di IV
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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Di Mario Lavia
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di Roberto Sbragia - Consigliere provinciale di Pisa Forza Italia
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Copmune di Vecchiano - comunicato delle opposizioni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Di Fabiano Corsini
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Una "Pastasciutta antifascista"
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Pontasserchio, 18 luglio
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Pisa, 19 luglio
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di Alessio Niccolai-Musicista-compositore, autore
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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A cura di Leonardo Debbia.
Scienza e Brexit. Cosa si aspetta il mondo della ricerca?

9/10/2018 - 8:30

   Scienza e Brexit. Cosa si aspetta il mondo della ricerca?
 
 
Nel 2016, quando la Brexit, ovvero l'uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea non era ancora decollata, gli scienziati britannici mostravano già segni di viva preoccupazione.
  Come sarebbe stato il dopo-Brexit? Quali conseguenze avrebbe portato per la Scienza in generale e, più particolarmente, per gli addetti ai lavori sulle due sponde della Manica?
 
 In un sondaggio promosso dalla rivista Nature, la scelta dei ricercatori non lasciava adito a  dubbi: dei 907 studiosi interpellati, operanti nel Regno Unito, l'83 per cento si schieravano per  una Gran Bretagna europea, mentre solo un 12 per cento era favorevole alla Brexit.
  Le percentuali dei 666 ricercatori britannici si discostavano di poco: 80 per cento contro, 14 per cento a favore.
  Per il mondo accademico britannico, l'uscita dalla UE avrebbe significato, come minimo, perdere rappresentanza nei processi decisionali globali, università che avrebbero perduto i loro ruoli e la loro immagine, con una conseguente fuga di talenti dalla UK.
  I favorevoli controbattevano: il lato positivo era che i fondi nazionali sarebbero rimasti in Gran Bretagna. Ma i conti erano in attivo: nel periodo 2006-2015 il Regno Unito aveva ricevuto dalla UE più di quanto avesse speso per la ricerca scientifica (12 per cento di spesa del budegt totale contro un ritorno del 15 per cento).
  I principali quotidiani, dal Financial Times, passando dal Times, al Telegraph, a Science, i giudizi sono tutti negativi.
  Di recente, tredici premi Nobel britannici hanno firmato un appello, finora inascoltato, in cui si paventano perdite di finanziamenti tra il 60 e l'80 per cento per le discipline economiche, la biologia evolutiva e le nanotecnologie.
  All'inizio dello scorso mese di settembre sono state prospettate le ultime, inevitabili conseguenze: esclusione dalla condivisione di leggi e regolamenti in atto, compresi quelli che regolano la circolazione di persone, beni e servizi all'interno della UE.
  La preoccupazione dilaga sempre più tra gli scienziati, con le previsioni negative sui finanziamenti alla ricerca, sull'accesso ai sistemi satellitari, sulla gestione della ricerca nucleare e sulla sorveglianza dei detriti spaziali pericolosi.
  Non manca una grossa fetta di studiosi che confida ancora in forme di ripensamenti in senso più 'soft'. Anche se molti saranno esclusi da gruppi consultivi e di lavoro, c'è chi ritiene che una maggiore libertà di manovra possa avere risultati benefici. E' il caso delle colture geneticamente modificate e la ricerca con cellule staminali embrionali, temi in cui la UE ha finora costituito un freno alle disinibite applicazioni pratiche britanniche.
  Resta il fatto che i 100 scienziati britannici che lavorano ora a Bruxelles in strutture come il Joint Research Centre, l'organo impegnato su tematiche politiche, ambientali e migratorie, con la Brexit dovranno fare le valigie, lasciando il resto d'Europa a gestire quel che rimane.
  L'Europa unita ha rappresentato fino ad oggi una garanzia, che dal 29 marzo 2019 sarà molto indebolita.
 
 
                                                                                                          

Fonte: Leonardo Debbia
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