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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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di Fernando Bezi
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Mazzarri e Boggi (Lista Boggi Sindaco)
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di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Renzo Moschini
Cosa non quadra ancora sui parchi

28/10/2018 - 10:28

                       Cosa non quadra ancora sui parchi

Anche il congresso di Federparchi ha contribuito come  era naturale alla ripresa di un discorso sui parchi e le aree protette che continuano a boccheggiare.
Le sollecitazioni di Mattarella, alcuni impegni e decisioni del ministro Costa e una ripresa di interesse anche in sede parlamentare hanno riacceso qualche lampadina. D’altronde era difficile ignorare che su 24 parchi nazionali 11 sono ancora senza presidente. Che in più regioni si sta discutendo se abrogare o ridimensionare vari parchi regionali anche non di primo pelo. Non parliamo del Santuario  dei cetacei e di molto  altro ancora.
Un punto chiave su cui circolano troppe idee confuse e ambigue che non si conciliano affatto con il ruolo dei parchi riguarda le competenze e quindi le rappresentanze designate a gestirle.
Qui potremmo dire restano ancora troppe tracce dell’inquinamento di questi ultimi anni. Mi riferisco all’idea che si voleva approvare con legge e cioè che la gestione dei parchi va affidata a rappresentanze di categoria o come si preferisce dire portatori di interessi. Fuori rappresentanze scientifiche, ambientaliste e ridimensionamento istituzionale. Come se gli interessi da far prevalere nella gestione non fossero quelli delle comunità; territori e acque marine, fluviali e lacustri non inquinate, biodiversità, paesaggio; i piani dei parchi che molti, troppi specie nazionali non hanno, a questo dovevano servire e non a far cassa. I parchi non sono Camere di Commercio; possibile vi siano ancora istituzioni che stanno rilanciando le doppiette e pensano persino di immettere le loro rappresentanze insieme a quelle di altre categoria nei consigli al posto di ricercatori universitari o ambientaliste e anche istituzionali? Anche in realtà ambientali storiche; Gran Paradiso, Alpi, Dolomiti si stanno rilanciando iniziative e progetti incentrati sul consumo del territorio, la penalizzazione della mobilità, della gestione delle acque e della neve sempre di più in sparizione. Ci sono politiche ambientali che hanno senso solo se nazionali che significa non solo ministeriale ma di integrazione e raccordo centro periferia, stato, regioni, enti locali come prevedeva già la legge per la natura come per la biodiversità e il paesaggio.
Le Conferenze nazionali avevano e hanno avuto questo ruolo e obiettivo. Se non se ne è più neppure parlato ci sarà una ragione?
Al riguardo, come sappiamo ci sono timori fondati che anche una conferenza nazionale possa risultare qualcosa di facciata più che di sostanza. Quel che è certo è che senza un momento aggregante e di reale confronto nazionale non si andrà da nessuna parte.
Renzo Moschini

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