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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Pisa Book Festival, 9 novembre
Il romanzo collettivo Malaspina

5/11/2018 - 16:34

Il romanzo collettivo Malaspina sarà presentato 
venerdì 9 novembre alle 15 nella sala Fermi al Pisa Book festival, Palacongressi, via Matteotti 1 a Pisa.

Interverranno, oltre ai curatori Michele Bulzomì e Antonia Casini, il direttori del carcere Francesco Ruello, Fabio Prestopino, alcuni detenuti scrittori e l'assessore alla Politiche Sociali di Palazzo Gambacorti Gianna Gambaccini. 

Malaspina parla di carcere.

Di vita in gabbia; di amori dietro le sbarre.

Quello verso la famiglia che si lascia fuori; quello nei confronti del partner; ma soprattutto di amore per se stessi dopo aver fatto un errore (a volte più di uno) riconosciuto e punito dalla società.

Da dove ripartire?

Se lo chiedono i protagonisti che raccontano spesso in prima persona e che a volte sono parte della trama.

Un romanzo scritto a dieci mani: otto detenuti, guidati da due insegnanti, si sono cimentati in un giallo tutto pisano con un forte sentimento di identità.

Anche se, quando si è reclusi, si è sospesi.

Difficile sentirsi parte di una città.

"Malaspina", titolo dai molti risvolti (ma la spina? o maledetta spina ma anche un richiamo a uno dei più famosi cognomi di famiglie italiane storiche e intricate) è il terzo libro realizzato durante il corso di scrittura tenuto da quattro anni all'interno della casa circondariale Don Bosco da Mds, che ha pubblicato il volume, e da Michele Bulzomì e Antonia Casini. 


"In tutto questo tempo, abbiamo ascoltato tante storie, ci siamo commossi e arrabbiati.

Alcuni dei nostri studenti hanno trovato la morte, qualcuno (per fortuna pochi, è tornato a delinquere) e c'è stato anche chi ha abbandonato tutto, anche le conquiste fatte, approfittando della libertà appena conquistata.

Ma molti lottano per riacquistare un posto nel mondo.

E anche se uno solo ci riesce per noi è un piccolo miracolo", commentano i due giornalisti.

 

"Il più delle volte ci ritroviamo, dopo il lavoro, a dover scaldare una pentola per poterci togliere da dosso quella puzza di fatica e di stanchezza che ogni sera ci portiamo dietro.

Un tegame pieno d’acqua, intiepidito su un fornello comprato nel magazzino a nostra disposizione: le docce non funzionano e spesso sono talmente gelate da toglierci il fiato", uno dei passaggi del brano di Andrea. Due le introduzioni: dell'ex direttore del carcere pisano Fabio Prestopino (ora a Sollicciano) e dell'attuale, Francesco Ruello. 

La trama: tutto ha inizio da un articolo di giornale in cui si parla di una sparizione nella chiesa della Spina, sul lungarno. Un mistero che coinvolge e unisce chi è dentro (a volte non per molto) a chi è fuori (non per sempre).

Malaspina (che ha i patrocini di Comune, Camera penale e consiglio dell'ordine degli avvocati di Pisa) sarà presentato venerdì 9 novembre alle 15 nella sala Fermi al Pisa Book festival, Palacongressi, via Matteotti 1 a Pisa.

Interverranno, oltre ai curatori Bulzomì e Casini, alcuni detenuti scrittori e l'assessore alla Politiche Sociali di Palazzo Gambacorti Gianna Gambaccini. I diritti d'autore saranno devoluti a progetti di reinserimento dei detenuti nella società.























 



 

    
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