Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
È in programma l'8 novembre con inizio alle 21,15 al Teatro Nuovo di Pisa, all'interno del circuito della Rassegna Teatrale FITA "Due Passi in Proscenio", una versione teatrale ridotta de “I burosauri” di Silvano Ambrogi, prodotta da Attiesse - Associazione Teatro Spettacolo con la regia e adattamento di Paolo Giommarelli.
Nato come un romanzo, divenne nel ’63 una commedia che dipinge con toni irriverenti e sarcastici il mostro della burocrazia: un testo che si rivela, dopo 55 anni, di incredibile attualità.
Prendendo spunto dalla sua esperienza di impiegato statale, Ambrogi racconta una storia surreale, ambientata nell’“Ufficio Assegni Speciali” d'un ministero romano, tra scartoffie e polvere, dove un impiegato muore all’improvviso.
Come ci si disfa di un cadavere, se non esistono iter e moduli al riguardo?
Per Silvano Ambrogi, (romano di nascita, ma che passò l'infanzia e la giovinezza a Migliarino Pisano, dove peraltro è sepolto per sua volontà) fu un imprevedibile successo: il più grande che il Piccolo Teatro di Milano avesse, fino a quel momento, ottenuto con un autore italiano, per di più esordiente.
“I Burosauri” girò per mezza Italia e mezza Europa, suscitando peraltro molto scalpore, nell’epoca del boom economico, al punto che il termine divenne un neologismo registrato rapidamente dai vocabolari della lingua italiana.