none_o

Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Massimiliano Angori, Presidente
none_a
Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
none_a
AGRIFIERA 2025
none_a
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Raccontino di Giancarlo Montin
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Angela Baldoni
none_a
none_a
Non avrei mai voluto vederti così
Ma è inevitabile
Chiudo gli occhi per non guardare
Ma quella livida rigidità
appare scompare riappare
Io ti .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
none_o
Pisa come, perché.

13/11/2018 - 14:23


Entriamo  in un argomento di attualità(?) con uno stralcio liberamente ripreso da "Pisa come, perché" a cura di Silvano Burgalassi e Anna Chimenti-Fiamma edito da Nistri-lischi (Pisa 1984).
 
Il volume ha per sottotitolo: "Esplorazione nella cultura del territorio" e tratta di molteplici argomenti che vanno dall'economia al vernacolo, dalla scuola alla storia locale.

 Di B. Casini
 
Le attività economiche a Pisa nel basso medioevo

[...] Nel XII secolo il Comune dovette provvedere, per ragioni di sicurezza, a costruire una nuova (che fu l’ultima) cerchia di mura ed è quella che rimane in gran parte anche oggi.
La vita economica era caratterizzata da una miriade di microeconomie a carattere artigianale. Ogni capofamiglia in una piccola bottega, che molto spesso era situata nella stessa abitazione, svolgeva un mestiere ed in questa sua attività era sovente aiutato dalla moglie e dai figli e, qualche volta, da garzoni non appartenenti al nucleo familiare.
 Il lavoro si consegnava al richiedente (non si effettuavano lavori a domanda incerta) il quale, molto spesso, pagava in generi di natura, data la grande penuria di monete.
I più bravi, i più attivi, i più intraprendenti si sollevarono da quell’amorfo ambiente di piccoli artigiani ingrandendo bottega mentre altri per incapacità, disgrazie o scarsa attività, furono costretti a chiedere lavoro a coloro che avevano “ingrandito bottega”.
Nacquero le corporazioni, libere associazioni costituite da coloro che esercitavano uno stesso mestiere.
Esse potevano essere: gentilizie, mercantili e artigianali.
Le corporazioni esercitavano funzioni economiche, politiche, giudiziarie, artistiche, tributarie, militari, religiose e assistenziali. In altre parole si proponevano di:


distribuire equamente fra gli iscritti le materie prime, impedire le sofisticazioni e le frodi nelle produzioni, evitare crisi di sovrapproduzione, vigilare affinché i vari prodotti fossero venduti al giusto prezzo;

inviare i propri capi nei consigli del Comune per fare conoscere i problemi della corporazione e influenzare le decisioni sia di politica interna che estera;
 
dirimere le vertenze fra i soci che non ottemperassero alla disposizione dei consigli;

operare in modo da produrre merci sempre migliori e più perfezionate;

distribuire tra i soci le gravezze e gli oneri imposti dal Comune;
 
in caso di guerra, organizzare militarmente gli iscritti;
 
tributare a Dio, alla Vergine e al Santo protettore l’ossequio religioso e suffragare le anime dei soci morti;
 
istituire un ospedale per l’assistenza agli ammalati dell’arte, dare aiuto ai più bisognosi e a coloro che non potevano più svolgere attività lavorative;

offrire assistenza alle vedove e agli orfani degli artigiani morti.

Nell’ambito di ogni corporazione non vi era contrapposizione di interessi tra il capo e i lavoranti, ma tutti vivevano come se si trattasse di componenti di una stessa famiglia. Si entrava nell’arte in qualità di garzoni; dopo un certo periodo di apprendistato si passava al gradino superiore di lavoranti e quando si era acquistata una sicura abilità professionale, dopo avere superato un esame, si diventava maestri[...]

 
…e questo era il milletrecento!

    
+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri