Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Martedì 13 si è tenuta presso la Caritas di Pontasserchio l'Assemblea pubblica sul tema "I bisogni e la povertà nel nostro territorio", organizzata dal Comune di San Giuliano.
Sono intervenute tutte le associazioni di volontariato e le strutture pubbliche che operano sul territorio, precedute da un intervento di Don Emanuele Morelli.
A introdurre la discussione Gianmarco Braccini della Caritas e Franco Marchetti, Vicesindaco di San Giuliano con delega alle politiche sociali.
Riportiamo la sua relazione:
Inclusione integrazione, Ripartire dalle persone
Il diritto ad avere diritti è anche il diritto di vivere e non sopravvivere.
La capacità di saper dare risposte alle nuove esigenze, ai bisogni di una società che è profondamente cambiata.
Nell’era della diffusione delle tecnologie della conoscenza, il mondo dovrebbe essere più unito, invece è molto più diviso.
Parole quali solidarietà, fratellanza, integrazione hanno cambiato significato, hanno perso il senso potente che avevano.
Oggi la società è più chiusa, individualista, un tempo ci battevamo in difesa dei poveri, oggi la società tende a difendersi dai poveri.
Leggi sulla immigrazione, contro le etnie diverse, leggi anti barboni per il decoro urbano, provvedimenti nella assegnazione dei servizi basati sulla nazionalità, sono provvedimenti per difendersi dagli ultimi e far rimanere inalterate le cose.
Ogni tanto, quando avvengono fatti eclatanti, si scopre una collettività che ha sempre vissuto al buio, all’ombra della nostra ingombrante presenza, e vorremmo farla sparire perché ne abbiamo paura perché riflette il nostro essere.
Il modello di sviluppo attuale, il liberismo, direbbero gli economisti, l’ideologia dominante dell’oggi, ha internazionalizzato l’economia e regionalizzato i diritti, trasformando in costo lo stato sociale.
Stiamo vivendo in una società individuale ed abbiamo paura del diverso, di chi professa una religione diversa dalla nostra, un'altra cultura, da chi viene da un altro mondo, ne abbiamo paura perché ci riporta alla realtà, perché riflette chi siamo noi, e vedendoci allo specchio forse ci spaventiamo.
In realtà subiamo molto il condizionamento delle forze politiche che hanno fatto della discriminazione il loro essere.
Infatti, se guardiamo alla realtà sangiulianese, da noi sono passati circa 3000 richiedenti asilo, abbiamo attuato e stiamo attuando la accoglienza diffusa, lavoriamo per vari progetti di integrazione, le cooperative sociali, la stessa CRI stanno facendo un lavoro encomiabile, infatti da noi non sono mai avvenuti fatti di rilievo perché fino ad oggi li abbiamo governati.
Eppure nel nostro territorio ci sono circa 500 collaboratrici familiari, vengono dai paesi più diversi, professano varie religioni, non pensano ad una vita stabile nel nostro paese, eppure non ci sono problemi alcuni, certo non sono venute col barcone ma con permessi brevi per turismo, e poi sono rimaste e vediamo quanto bene stanno facendo.
Allora dobbiamo interrogarci sulla diversità.
Ma per affrontare i problemi che abbiamo davanti a noi dobbiamo partire dalla realtà , per porre al centro la persona dobbiamo conoscere le persone stesse.
Nel nostro Comune sono oltre 200 domande di contributo affitti,104 domande per le case popolari, oltre 120 per contributo idrico, 103 persone prive di sostegno economico e che ricevono contributo di solidarietà, oltre 90 persone hanno richiesto il REI e per averne diritto non si devono superare i 3000 € l’anno. Sono 206 i disabili minori che seguono i nostri assistenti sociali, a questi numeri debbono essere aggiunti altri numeri riferiti alla scuola.
Siamo un Comune ad alta emergenza abitativa da quando gestiamo direttamente, abbiamo trovato alloggio a circa trenta nuclei familiari evitando gli sfratti con la forza pubblica e altrettanti li abbiamo in carico per trovare una collocazione abitativa.
Vengono seguiti direttamente dalle assistenti sociali quasi 400 persone anziane, inoltre 19 sono residenti nella rsa di Madonna dell’Acqua e circa 80 all’opera del cardinale Maffi di Mezzana.
145 persone con problemi di salute mentale sono in carico ai nostri servizi.
Abbiamo 31700 circa abitanti, di questi oltre 8000 sono oltre i 65 anni, circa 3000 oltre gli 80 anni, 1400 persone regolarmente residenti sono comunitari ed extra comunitari. Le etnie maggiormente presenti sono romene, albanesi, anche se calati del 10% circa, marocchini, poi i paesi dell’est.
Questi dati molto sommariamente ci dicono che anche nella nostra comunità la forbice tra chi sta meglio e chi sta peggio si sta allargando..
Allora tutto è perduto? No!! Ma dobbiamo ripartire da ciò che abbiamo, ed abbiamo ancora tanto su cui lavorare.
Abbiamo le associazioni di volontariato, tante persone che ogni giorno dopo il lavoro, fanno attività di volontariato “ puro”.
Poi abbiamo le cooperative ed imprese sociali, persone occupate in questa attività lavorativa, lo fanno con grande passione e abnegazione, e la loro attività diventa un importante valore aggiunto.
Ma su questo punto dovremmo riflettere perché la riforma del terzo settore ha fatto chiarezza su ruoli e compiti delle varie realtà, ma il sostituirsi a ciò che compete al pubblico, come in parte prevede anche la riforma del sistema sanitario in Toscana, rischia di far venir meno il volontariato cosi come lo abbiamo sempre conosciuto e quindi anche valori come solidarietà, partecipazione, vengono visti e percepiti diversamente.
Nel nostro territorio abbiamo molte associazioni di volontariato di cui la maggior parte sono nella consulta comunale, che operano nei vari settori della nostra comunità, che fanno un lavoro importante e sono punto di riferimento per tante persone.
Cosi come un lavoro insostituibile lo stanno portando avanti le realtà cattoliche come Caritas, le stesse parrocchie, penso ai vari parroci del nostro territorio che per noi sono un importante punto di riferimento, il centro di ascolto di Caritas, ci permette di essere in contatto con molte persone.
Altro riferimento importante per tutti noi sono le scuole.
Non finiremo mai di ringraziare tutto il corpo docente e non per l’encomiabile lavoro che fanno oltre quello costituzionalmente previsto e sempre troppo poco remunerato.
Quotidianamente insegnano ai nostri ragazzi , con progetti e attività varia, come sta cambiando il mondo e come deve essere affrontato.
Progetti delle nostre scuole sono esposti alla sede dell’ONU di Ginevra e lì rimarranno per sempre.
Anche coi dati delle coordinatrici della Zattera sul centro di ascolto in particolare nelle scuole, capirete i drammi delle famiglie e la solitudine dei ragazzi.
La Zattera è un progetto importante per il nostro comune che sta sempre più divenendo una insostituibile realtà .
Non possiamo solo analizzare ciò che accade, dobbiamo essere in grado di conoscere la nostra realtà, leggerla sentirla scriverla per poi cambiarla.
Questo è il nostro compito, questo è il compito di ogni amministratore,
Non possiamo solo essere prigionieri del consenso, e non possiamo solo pensare che amministrare significhi tagliare erbe riparare buche. Dobbiamo anche saper progettare e contribuire alla costruzione di un futuro migliore dei nostri cittadini.
La proposta
Questa iniziativa è il proseguimento di un cammino che insieme abbiamo avviato da tempo, prima con una iniziativa dove abbiamo chiesto il contributo a tutti per avviare un percorso, poi, con incontri nelle scuole organizzati dalla Zattera per conto del comune, infine il trenta di giugno abbiamo dato avvio al osservatorio sulle povertà con la partecipazione di tutte le associazioni del territorio.
Un osservatorio che ha già iniziato a funzionare e questo incontro tra i servizi sociali, con la società della salute sta dando importanti risultati.
Ma l’obbiettivo che ci poniamo, un obbiettivo, ambizioso è quello di porre al centro la persone, e tutti insieme dare di nuovo la possibilità a queste persone che sono precipitate nella marginalità e nella indigenza, poter ripartire.
Con una battuta potremmo dire ASSISTENZA, uguale RIPARTENZA, UNA NUOVA OPPORTUNITA .
Per farlo nel modo dovuto è necessario che ogni uno sia disponibile a mettersi in discussione, a fare rete
La conoscenza del lavoro quotidiano nel territorio è la migliore risposta che può essere data a quanti giudicano con sufficienza il lavoro delle associazioni di volontariato.
Chi pensa di tagliare in maniera indiscriminata, risorse, non sa e non vuol conoscere di cosa parla, se invece pensa che tagliare risorse a chi ogni giorno opera a favore dei più deboli, fa una scelta politica profondamente sbagliata e da respingere.
È vero invece una cosa fondamentale, ancora troppa è la diseguaglianza, ed ancora si sta accentuando, ed è qui che dovremmo intervenire, affinché sia cambiata rotta nella redistribuzione delle risorse, questa è la strada da intraprendere se davvero vogliamo ridurre la povertà che invece sta dilagando.
Ecco noi con la partecipazione di tutti vogliamo dare il nostro contributo, ed è un fatto estremamente importante che con l’osservatorio sulle povertà, sia possibile di dialogare insieme con tutte le realtà territoriali.
Per vocazione in questo Comune è sempre stato possibile di trovare dei punti convergenti tra le varie associazioni del territorio, ecco noi vorremmo farlo in modo non episodico ma continuativo, sappiamo perfettamente che abbiamo una grande ricchezza umana nelle persone che operano nel volontariato, per questo motivo vogliamo essere anche un pò presuntuosi a aspirare ad un salto di qualità importante nelle politiche sociali.
La solidarietà, come la libertà, non si declama, la si pratica quotidianamente.