Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Nel 1947 ottocento ebrei salparono da Migliarino verso Israele spacciandosi come turisti americani'
L'episodio è stato raccontato dal professor Franceschini in un incontro a San Miniato
Si è tenuto venerdì 16 novembre nell'Auditorium di Piazza Bonaparte a San Miniato l'incontro dal titolo "I sommersi, i salvati, i salvatori. Ritratti, racconti e pensieri sulle leggi razziali". L'appuntamento, seguito da circa 300 partecipanti, in gran parte studenti e insegnanti delle ultime classi delle scuole superiori di San Miniato, è stato organizzato nell'ambito della rassegna "San Rossore 1938", promossa dall'Università di Pisa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.
La mattinata si è aperta con il saluto del presidente della Fondazione CRSM, Gianfranco Rossi, cui è seguita la proiezione di "Phoebe Miranda", un breve film di Massimo Martella che raccoglie la testimonianza di una donna toscana, allora ragazzina, sopravvissuta alle persecuzioni razziali e vittima delle leggi firmate nel 1938. Sono quindi intervenuti il professor Fabrizio Franceschini, docente di Linguistica italiana dell'Università di Pisa e direttore del Centro interdipartimentale di studi ebraici "Michele Luzzati", e il giornalista e scrittore Alfredo De Girolamo.
Nel suo intervento il professor Franceschini ha raccontato un episodio inedito avvenuto nel luglio 1947 sulla spiaggia di Migliarino e rimasto a lungo segreto. Nel quadro dell'operazione "Alyah Bet" coordinata da Ada Sereni, circa ottocento ebrei, scampati ai campi di sterminio, giunsero clandestinamente da Milano e dal Lazio a Migliarino a bordo di trentasette corriere. Facendosi passare per stravaganti turisti americani, furono infine traghettati sulla nave Raffaelluccia e partirono verso Israele.
"Gli ottocento ebrei - ha ricordato il professor Franceschini - si diressero verso la tenuta Salviati di Migliarino: i guardacaccia, che ne custodivano l'ingresso, furono rabboniti a forza di sorrisi femminili, cioccolata e sigarette americane, e i profughi furono fatti passare appunto per stravaganti turisti americani, desiderosi di vedere dalla spiaggia l'aurora sui monti vicini. Dopo aver attraversato la tenuta, giunsero al mare e furono caricati sulla nave".
"La tenuta di Migliarino – ha concluso il direttore del Centro interdipartimentale di studi ebraici dell'Ateneo pisano – è a qualche chilometro di distanza dall'allora tenuta reale di San Rossore.
Questa storia bella e segreta riscatta dunque, in qualche modo, il territorio macchiato da Vittorio Emanuele III con la firma della prima legge razziale, il 5 settembre 1938, appunto a San Rossore".