Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
UN AMBIENTALISMO DEFICIENTE...
Condivido con Umberto Minopoli, parola per parola, mi permetto di precisare che Il ciclo dei rifiuti è un processo industriale come tanti, che si articola in varie fasi, ognuna di queste, condiziona le successive, c'è la raccolta (che se differenziata aiuta il riciclo e il riutilizzo) e lo smaltimento, più si alza la percentuale del riciclo più si abbatte la necessità di smaltimento, è ovvio infatti che non si può riutilizzare tutto.
Lo smaltimento porta il problema della riduzione dei "volumi", quindi ciò che non viene destinato a riutilizzo o riciclo, viene incenerito (da una tonnellata di materiale, un mucchietto di cenere), e il resto va a discarica. Ovviamente discariche e inceneritori non li vuole nessuno, anche la Raggi a Roma non vuole discariche o inceneritori.
Ma gli inceneritori che oggi si chiamano termovalorizzatori, oggi producono energia e non inquinano, tanto è che in Germania li hanno anche nelle città.
Insomma da un ambientalismo stupido e inconcludente in Italia abbiamo ricavato che paghiamo per portare i nostri rifiuti all'estero e paghiamo per avere anche energia, siamo proprio forti..
Ecco come funziona:
Nel paese modello della gestione dei rifiuti (Germania) e sede del più forte movimento ambientalista del mondo si producono ogni anno 50 milioni di tonnellate di rifiuti: l’80% di essi viene recuperato.
Una quota minima va in discarica. Dell’80% recuperato, il 70% e’ riciclo, il 10% va nei termovalorizzatori (inceneritori) per produrre vapore o energia utili. Il modello tedesco e’ comune all’intero Nord Europa dove sono in operazione oltre 500 inceneritori.
Berlino produce 1 milione di tonnellate di rifiuti e manda negli inceneritori più’ della metà’ di essi.
Dalla termovalorizzazione guadagna anche risparmi sulla tariffa energetica.
Roma, Napoli producono quantità’ eguali ma, senza termovalorizzatori sufficienti, smaltiscono prevalentemente in discarica (tra cui quelle abusive) o con il trasferimento costoso dei rifiuti all’estero e al Nord.
Il ciclo dei rifiuti in Germania (con un gran numero di termovalorizzatori) e’ il fiore all’occhiello dei Verdi tedeschi che hanno contribuito a decidere una delibera europea “waste to energy” ( rifiuti per l’energia ) che la Germania applica alla lettera.
I Verdi tedeschi sono i più forti nel mondo anche per la loro politica sui rifiuti. E in Italia? Invece di copiare dagli ambientalisti tedeschi la sinistra italiana, subalterna e fagocitata da un gruppetto di professionisti ( senza voti ed esercito) dell’ambientalismo, da Roma in giù’, si e’ fatta trascinare in una battaglia contro gli inceneritori ( termovalorizzatori) e contro ogni modalità di “waste to energy” (rifiuti per l’energia) in nome di un’ideologia woodoo secondo cui “qualunque emissione in atmosfera, anche la più priva di qualunque inquinante, e’ da vietare”.
Mentre i Verdi tedeschi ( e del Nord Europa) sono la parte più’ attiva nel promuovere il waste to energy, i Verdi italiani sono i più’ attivi nelle battaglie Nimby ( “non nel mio giardino” ) cioè nel “No a tutto”, a partire dagli impianti che producono energia o combustibile per l’energia. Il no agli inceneritori e’ la bandiera di questo piccolo esercito di retroguardia dei Verdi italiani che ha conquistato la guida della politica ambientale dell’intera sinistra.
E che ispira le politiche di governo del Pd laddove, ancora, guida le amministrazioni ( Lazio, Campania e altre del Sud).
I 5 Stelle, nel caso dei rifiuti, degli inceneritori e dell’ambientalismo straccione del “No a tutto” ( No Tav, No Tap, No Triv ecc) non sono gli inventori del No.
Sono gli eredi di un perverso ambientalismo, paralizzante e reazionario (contro il progresso) inventato dai Verdi italiani (non a caso i più deboli ed evanescenti del mondo), assunto e perseguito, privi di autonomia culturale, dalla sinistra e dal Pd (specie al Sud) che si e’ fatto conquistare dalla subcultura conservatrice del Verdismo italiano.
Ora non c’e’ più tempo.
Sui rifiuti la politica “ambientalista” ( versione italiana) della sinistra e del Pd ( a Roma e nel Lazio, in Campania e nel Sud) e’ “letteralmente” sommersa da...montagne di monnezza.