Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Così si diceva quando veniva fatta una cosa a rovescio, e si capiva al volo!
Qui però la cosa si fa imprunata se si vuole o si volesse arrivare a quel significato, ma mi spiego meglio in italiano che in chiubese che a volte par cinese!
Vi sarete accorti, almeno i più “fotograficamente esperti” della qualità delle foto che ultimamente non sono professionalmente accettabilissime.
Colpa della macchina che le fa!
Un piccolo, insulso, povero, utile, generoso, e poi anche cinese, rosso telefoninetto che lo costringevo a sopperire la mancanza di una vera macchina fotografica!
Da oggi ce l’ho!
Una nuovissima, bella e cara, nera, moderna, questa volta giapponese, che spero mi segua nelle mie peripezie.
Ritorniamo al titolo.
La macchia è una EOS, nome mitico dell’aurora, e io l’ho messa di fronte al tramonto di suo fratello ELIOS!
Questo è il risultato di un caporallingiù!
Questi invece stan sempre caporallinsù!
Fiore di aglio,
accidenti alla passione per far foto,
sempre attento a non fare nessun sbaglio
o tornare sulla Voce a buzzo vuoto.
Fiore di menta,
bella la spiaggia senza genti armate,
vento o freddo o acqua non spaventa:
peccato che son poche le giornate.
Fiore di ghiande,
a storia si imparava il greco mito,
era bello conoscer le leggende
degli dei che reggevan il mondo con un dito!
Son duri duri,
disaccentati...
eppure SON CANTATI.
Questo ultimo è rivisitato da un epigramma di Vittorio Alfieri (vedi odierno articolo in sezione Eventi)