Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Quando ho visto il servizio delle IENE sulla famiglia Di Maio mi sono imposto di non dire nulla. Di fare il signore, come sempre. Del resto non m'interessa sapere se il padre di Di Maio abbia dato lavoro in nero, evaso le tasse, condonato gli abusi edilizi.
Sono convinto che la presunta "onestà" dei Cinque Stelle sia una grande FakeNews, una bufala come dimostrano tante vicende personali, dall'evasore Beppe Grillo in giù.
Ma sono anche convinto che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli e questo lo dico da sempre, a differenza di Di Maio che se ne è accorto adesso.Ma qui, all'una di notte, non riesco a far finta di nulla. Non ce la faccio.
Rivedo il fango gettato addosso a mio padre.
Rivedo la sua vita distrutta dalla campagna d'odio dei 5 Stelle e della Lega.
Rivedo mio padre che trova le scuse per non uscire di casa perché non vuole incrociare gli sguardi dopo che i media lo presentano come già colpevole.
Rivedo mio padre sul letto d'ospedale dopo l'operazione al cuore.
Rivedo mio padre che non si ferma all'Autogrill o resta in macchina per non essere riconosciuto.
Rivedo mio padre preoccupato per cosa diranno a scuola i compagni di classe dei nipoti.
Rivedo un uomo onesto schiacciato dall'aggressione social coordinata da professionisti del linciaggio mediatico.
Non basteranno i 145.000€ che Marco Travaglio e alcuni suoi colleghi dovranno pagare per aver diffamato mio padre: sta vendendo l'azienda, lo attendono anni di processi, decine di cause di risarcimento. La vita di mio padre è cambiata, per sempre.
Non è un mio problema dunque sapere se il padre di Di Maio sia responsabile o no di lavori in nero, evasione fiscale, abusi edilizi. Non m'interessa davvero.
Sono però certo che Di Maio figlio sia il capo del partito che è il principale responsabile dello sdoganamento dell'odio. Hanno educato, stimolato e spronato a detestare chi provava sinceramente a fare qualcosa di utile. Hanno ucciso la civiltà del confronto. Hanno insegnato a odiare. Non dobbiamo ripagarli con la stessa moneta. Ma prima di fare post contriti su Facebook chiedano almeno perdono alla mia famiglia per tutta la violenza verbale di questi anni.
Se Di Maio vuole essere credibile nelle sue spiegazioni prima di tutto si scusi con mio padre e con le persone che ha contribuito a rovinare. Troverà il coraggio di farlo?