Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Si racconta che alla fine dell’800 un sultano delle terre del Corno d’Africa, in visita a Roma dal Re d’Italia, venisse a contatto con un nobile romano e da questi fosse invitato a visitare la sua grande tenuta in Toscana. Il sultano accettò di buon grado desideroso di vedere una immensa oasi di verde avendo a noia le distese di deserto della sua terra e venne qui con il suo seguito. Una delle sue mogli, la più giovane e curiosa, chiese di essere accompagnata nel bosco. Due guardie della tenuta la accompagnarono da lontano avendo il sultano proibito la vicinanza maschile alla sposa.
Le signore del palazzo e le ospiti occasionali erano state sempre vestite di bianco, come di nero invece lo erano gli uomini. Ora nella foresta svolazzava un turbine di colori, tutti i colori dati da copricapo, scialle, gonne, sopra gonne e un profumo sconosciuto invadeva il bosco, odori mai sentiti e sognati da uomini ed animali.
La giovane si avventurò nel folto e il suo ingresso invadente fece infuriare un verro che non ci pensò un attimo a caricare la ragazza che cominciò ad urlare facendo accorrere i due guardiani. Gli uomini ebbero un bel daffare ad allontanare il cinghiale e ancor di più a calmare la donna terrorizzata. Dovettero scuoterla e abbracciarla perché smettesse di piangere e tremare e finalmente fecero ritorno alla villa. La ragazza dovette raccontare tutto allo sposo tralasciando le attenzioni delle guardie e prendendosi da sola il merito della vincita nella lotta con la bestia. Tutto finì bene e la contentezza di essere scampata a quel pericolo le fece sopportare la perdita della sua preziosa collana, ma ne aveva tante da non farne accorgere la mancanza.
La nobile comitiva poi fece ritorno a Roma con salam-elecchi di rito e la collana?
La collana è stata cercata per anni, prima dalle guardie, poi dai loro figli, ma la macchia ha tenuto per sé il piccolo tesoro.
Quando abitavo a Nodica andavo a pescare con Toni detto il “Mago” e, ogni volta che si facevano i beci per la mazzacchera, diceva:
“Ruffula ruffula, se n’è fatto un bussulo!”
Ora le anguille non ci sono più, ma io “ruffulo” ugualmente e guardate cosa ho trovato in pineta: i pezzi della collana della moglie del sultano!
Noo?
E perché no?
Fior di calenda,
quando non c’è l’arrosto c’è pulenda,
quando non c’è la storia c’è leggenda
e quando ti manca il tetto c’è la tenda!