Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Il nome del genere Pinus è di origine controversa, anche se pare plausibile possa derivare dal greco pitys, latino pinus, nomi che hanno tutti origine nel sanscrito pitu, resina. Altre ipotesi indicano che possa derivare dal latino pix, che significa “pece” o “resina”, essudato della pianta, o dagli epiteti di radice indoeuropea pic, pungere con riferimento agli aghi, oppure pi, stillare, sempre con riferimento alla resina; infine, forse dal celtico pen, testa, alludendo alla forma della chioma.
La mitologia greca ha una incredibile versione della nascita del pino, troppo “incasinata” e orrifica, quella di Attis.
Questa è un'altra, protagonista Pitis, strana come lo sono i miti olimpici, ma accettabile e non sanguigna.
La ninfa Pitis chiese agli dei di essere trasformata in un albero di Pino per sfuggire al dio Pan che voleva violarla. Secondo un’altra versione, Pitis era contesa tra il dio Pan e Borea, il vento del nord. Dopo che Pitis ebbe scelto Pan, Borea per vendicarsi la gettò giù da una rupe con un impetuoso soffio. La Terra, impietosita, la trasformò in un albero di Pino. Quando, in autunno, il vento soffia forte tra i boschi, staccando la resina dalla corteccia, allora è Pitis che stilla le sue lacrime.
Fiore di ragia
Dante qui non lo troverebbe inferno
con i demoni dagli occhi di bragia,
ma un paradiso di un godimento eterno.
Fior di ciliegio,
si ride e si canta in compagnia
in domo a chi la leggerezza tiene a spregio,
noi sempre allegri ce ne andrem su questa via.
Gocce di miele
con profumo di mare,
pianto di ninfa.