Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Una parola pero' voglio dirla su Maurizio Martina, il ne' carne ne' pesce del congresso Pd, l'unico italiano che aspira, consapevolmente e programmaticamente, alla carica di Re Travicello ( leggete, vi prego, la filastrocca di Giuseppe Giusti).
Ci tratta (gli iscritti del Pd) come cavie di Pavlov. Conosce, da funzionario di partito, il vantaggio gratis, il dividendo che offre la parola unita'.
E lo sfrutta a totale sproposito per far scattare simpatie e adesioni ( purtroppo per lui non abbondanti). Martina per promuoversi , invece di idee e programmi, ha scelto il "riflesso condizionato": la litania dell'unita' (dei gruppi dirigenti) sostituisce i contenuti. Spera, come i cagnetti di Pavlov, di ottenere simpatie con il "riflesso acquisito" ( come lo chiamava l'etologo russo): usare parole o gesti-stimolo per condizionare le reazioni dei cagnetti.
Nella retorica politica dei comunisti fu passata dai cagnetti agli uomini, creando la forma piu' epica e durevole della propaganda. Ma oggi siamo nel 2019. Un po' datata. E quello che fu epico e tragico scade a farsa. Che cosa diventa, infatti, l'unita' invocata da Martina nella sua evocazione congressuale? Un pastrocchio indigeribile. L'unita' delle cose piu' opposte: rivendicare l'azione dei governi Pd ma, anche, chiedere scusa per essi; difendere il riformismo del Pd del nuovo corso di Renzi ma anche predicare la "discontinuita' " programmatica per il futuro; dichiarare la contrarieta' al programma dei 5 Stelle ma anche votare in Puglia il suo primo e piu' netto esponente ( tal Emiliano); candidarsi contro Zingaretti e Giachetti ma anche dirsi indistinguibile da essi.
E l'elenco degli ossimori "unitari" dell'autoflagellante Martina potrebbe continuare. Ma non dovrebbe esagerare. Il rispetto dei militanti e delle regole di un congresso democratico esigerebbe anche chiarezza dei contenuti. Martina, oltre a piagnucolare sul fatto che Zingaretti e Giachetti non sono i " suoi avversari " ( e ci mancherebbe) dovrebbe anche farci capire perche' si e' candidato in alternativa a questi due: per quali motivi distinti da essi, per quali ragioni e progetti diversi. E' un congresso, vivaddio: la sede piu' nobile e democratica del confronto, delle scelte, delle alternative di linea, progetto, piattaforme. E della conta tra esse.
L'unita' viene dopo.
Cosi' funziona in un partito moderno e liberale ( e non nei partiti-chiesa). E' irrispettosa la pappa del cuore propinata a un popolo fiaccato. Che avrebbe bisogno, in un congresso, di capire i progetti, le linee, gli obiettivi, l'identita', le idee, le bandiere dei diversi candidati. Non piagnistei opportunistici per catturare consensi con i mezzucci di Ivan Pavlov, il fisiologo di Stalin.