A volte ci soffermiamo ad ammirare le bellezze naturali, rimanendo meravigliati di fronte alla capacità della Natura di creare ambienti, paesaggi, scorci fantastici.Soprattutto se facciamo poi il confronto con l'attitudine umana a distruggere, depredare, sfruttare qualunque luogo.Ma a volte, così come succede nell'arte, anche per l'ambiente l'uomo può creare meraviglie che poi diventano parte della Natura.
Nel nostro territorio abbiamo un esempio davvero eclatante di tale capacità umana, il bosco di Migliarino
5s e vecchia sinistra: i media a senso unico
A guardare certa propaganda (la 7 pro-Zingaretti di ieri) a uno verrebbe di chiedersi “ma su che cosa si fanno le Primarie del Pd”? Occultati i due candidati concorrenti di Zingaretti, occultate le differenze tra loro, occultate le ragioni della competizione.
A Zingaretti Rai e tv, insieme alla grancassa di Repubblica, del Fatto e dei giornaloni amici hanno offerto, dall’inizio, una tribuna in cui, senza contraddittorio, il presidente del Lazio ha potuto ripetere la sua filastrocca di temi senza la minima dialettica.
Risultato: una melassa di regime in cui nessuno ha potuto capire su cosa si sceglie domenica alle Primarie del Pd. E poi si lamentano, anche alla 7, che la maggioranza degli italiani sia disinteressata alle Primarie.
Hanno con protervia e prepotenza oscurato il confronto, decretato a tavolino la vittoria di Zingaretti, offerto tribune solo a quest’ultimo, inscenato una farsa informativa senza precedenti. Zingaretti ha potuto così svicolare.
Nessuno che chiede: dove sono finiti i motivi della sua candidatura che hanno sollevato allarme e preoccupazione nel popolo del Pd: il giudizio liquidatorio sui governi del Pd, la profferta di alleanza ai 5 Stelle, la minaccia di fare “piazza pulita” del Pd di Renzi, l’endorsement alla sua candidatura da parte di Leu e dei fuoriusciti del Pd, la litania sul carattere di sinistra dei temi dei 5 Stelle?
Tutto scomparso, sommerso, rimosso in Tv.
La dialettica del congresso ridotta a commedia, i candidati opposti a Zingaretti dipinti come forza di disturbo e di divisione senza ragioni. Sembra che le Primarie siano del tutto inutili. Hanno ripetuto su di esse la campagna unilaterale, da regime, a senso unico e di parte che, in due anni, contro Renzi e il governo del Pd ha contribuito alla vittoria del populismo.
La realtà è, invece, che le Primarie sono importanti. E la posta in gioco è decisiva: se vince Zingaretti il Pd torna al passato, al piccolo cortile di una sinistra chiusa e minoritaria, culturalmente subalterna ai temi dei 5 Stelle, immobilizzata nell’attesa della rottura tra Lega e grillini, incapace di competitività con la destra di Salvini. A cui si schiuderanno praterie se il Pd si riduce a forza minoritaria di denuncia, ricacciato nel tran tran di una discussione asfittica e inutile, che guarda solo alla sua sinistra: un arido cortile elettoralmente vuoto e improduttivo.
Questo Pd perderebbe di interesse, moltiplicherebbe abbandoni e divisioni.
E, soprattutto, allontanerebbe l’alternativa a Salvini e al populismo.
Per questo serve far vincere Giachetti.
E si può.