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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
PD, UN PARTITO SENZA VOGLIE
Dopo gli anni rivoluzionari di Renzi, scelta la normalità, la quiete.

18/3/2019 - 16:21

Primo Piano
PD, UN PARTITO SENZA VOGLIE
Dopo gli anni rivoluzionari di Renzi, scelta la normalità, la quiete.

Leggo continuamente di proteste di elettori e iscritti Pd contro il nuovo segretario Pd, Nicola Zingaretti. Errore. È stato eletto con una larghissima maggioranza e con buone ragioni. Dopo i lunghi anni renziani durante i quali il Pd era stato chiamato a sfidare il mondo, con Zingaretti è stata scelta la quiete, la normalità.
Laura Betti e il poeta Franco Fortini, canterebbero di un partito “senza voglie” e di “voglie senza sbagli”: via la vocazione maggioritaria, i poveri saranno protetti, i ricchi un po’ redarguiti, con i 5 stelle si vedrà (mica sono tutti cattivi), i sindacati abbracciati come bravi compagni di viaggio, nessuno sarà escluso, tutti avranno un posto vicino al comandante in capo.
La rivoluzione, se quella renziana questo voleva essere, è finita. Non a caso lo stesso Renzi ha inaugurato uno dei suoi periodi Zen: che accada quello che deve accadere.
Il popolo Pd ama soprattutto due cose: stare insieme e sentirsi un po’ migliore rispetto al resto del mondo. Zingaretti, con la sua faccia bella larga, e le sue frasi spesso prive di alcun significato, è l’immagine plastica di tutto ciò. Vecchi compagni stanno tornando a casa, i programmi sono vaghi e mai definitivi, netti. La prossima settimana, probabilmente, ci sarà anche il sorpasso sui 5 stelle.
Aveva dunque ragione Prodi: senza alleanze larghe non si vince in Italia. Lui ha vinto due volte contro Berlusconi, poi non l’hanno lasciato governare, ma questa è un’altra storia.
Inutile girarci intorno: quello di Zingaretti sarà un Pd vincente, che tornerà sugli spalti e che farà da onorevole competitor al centrodestra salviniano. Salvo poi frantumarsi nei momenti decisivi (ad esempio sulla possibile alleanza con i 5 stelle).
Il Pd di Zingaretti chiede solo di esistere e di non essere dimenticato.
E l’idea di cambiare l’Italia, di farne una moderna democrazia competitiva? Ma questa era la rivoluzione renziana, archiviata. C’è ancora chi pensa a queste cose?

Fonte: GIUSEPPE TURANI
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19/3/2019 - 0:32

AUTORE:
LdB

Caro Filippo, chi le scrive sa che lei non è un comune mortale come il sottoscritto. Probabilmente è uno di quelli, il cognome lo attesterebbe, che contano, o credono di contare, nel Pd, vicino all' area renziana.
Di sicuro c'è che quello che scrive non corrisponde al vero.
Mi spiego : lei parla dello staff di Zingaretti e fa un parallelo con il famoso Giglio Magico fiorentino di Renzi. Purtroppo per lei non è così, le bastava consultare Democratica, non c'è un giglio magico Romano.
Dello staff di Zingaretti fanno parte : Paola de Micheli, piacentina, già sottosegretario con Renzi e Gentiloni, Marina Sereni, umbra, già vice presidente del Pd e vice presidente della Camera fino al 2018.
Enzo Amendola, napoletano, già sottosegretario governo Renzi e Gentiloni 2016/2018, Andrea Martella, veneto, non è stato candidato alle ultime politiche.
Ed eccolo, un romano, Marco Miccoli, anche lui fuori dalla lista delle ultime elezioni politiche.
Il paradosso è che glielo fa notare uno che non fa parte del Pd.
Tanti cari saluti.

18/3/2019 - 20:31

AUTORE:
Matteo Orfini

In questi anni ho riportato il Pd nelle periferie più lontane, nella baraccopoli di San Ferdinando, sulla Sea Watch e in tutti quei luoghi dove il Pd deve tornare ad essere per ricomporre una frattura emotiva con chi soffre di più. Non ho sostenuto Zingaretti e non entrerò in maggioranza perché temo che sommatorie di ceto politico, coalizioni costruite a tavolino o sui giornali, rischino di portarci a festeggiare sconfitte onorevoli come in Abruzzo e Sardegna. Ma al Pd continuerò a dare una mano. Non perdiamo l'ambizione di costruire un grande Pd che è l'unico modo per tornare a vincere. Buon lavoro a Nicola Zingaretti, a Paolo Gentiloni, e a tutti noi.

18/3/2019 - 20:24

AUTORE:
‎Filippo

Zingaretti sta formando il suo staff e, com’è logico questo è composto da persone che sono state al suo fianco nella sua carriera politica e di amministratore. Quindi risultano per la quasi totalità romane. È giusto, è normale ed è, come dicevo, logico.
Quello che non è logico è stata l’invenzione del concetto di giglio magico attribuita a Renzi il quale, come tutti quelli prima di lui e quindi anche dopo di lui, si era circondato di persone che lo avevano affiancato nella sua carriera politica e di presidente di provincia e sindaco.
Molti dei concetti utilizzati per attaccare Renzi facevano parte di una narrativa che puntava unicamente a screditarlo, che non aveva alcuna base logica. Vorrei sentire il commento di Bersani che criticava uno staff che proveniva da un’area di cento chilometri ora che ce n’è uno che viene da alcuni quartieri di una singola città.
La cosa che invece un po’ non mi convince è la presenza nello staff del segretario di persone che non sono iscritte al PD e che erano state candidate con altri partiti. Spero che, nonostante tutto, riescano a dare un indirizzo specifico alle politiche del partito e a spiegarci quale idea di Italia hanno, quale futuro vogliono per il paese. È poco importante che sia più di sinistra di quello che vorrei io, spero che sia coerente, fattibile, concreto e innovativo. Buon lavoro!