Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La fusione precoce del ghiaccio marino ostacola la sua deriva nell'Oceano Artico La consistente perdita di ghiaccio che subisce la regione Artica ha notevoli ripercussioni sulla quantità di ghiaccio marino che attraversa l'Oceano Artico, secondo uno studio degli esperti del Centro per le Ricerche Polari e Marine presso l'Istituto Alfred Wegener (AWI) di Helmholtz
Oggi, solo il 20 per cento del ghiaccio marino che si forma nei mari poco profondi che delimitano le coste russe dell'Oceano Artico, raggiunge effettivamente l'Artico centrale, dove solitamente si accumula ed inizia ad attraversare l'Oceano Artico.
Il restante 80 per cento del ghiaccio 'giovane', appena formato, si scioglie prima che abbia la possibilità di lasciare la zona di formazione. Prima del 2000, questi valori erano entrambi sul 50 per cento. Secondo i ricercatori, questo non è soltanto un ulteriore passo verso un'estate senza ghiaccio nell'Artico; ma, mano a mano che la perdita di ghiaccio progredisce, l'Oceano Artico va anche perdendo un importante mezzo di trasporto per sostanze nutrienti, alghe e sedimenti. La calotta superficiale russa dei mari costieri del Mar Glaciale Artico sono considerati il 'vivaio' del ghiaccio marino artico: in inverno, il Mare di Barents, il Mare di Kara, il Mare di Lapteve e il Mare della Siberia orientale producono costantemente nuovo ghiaccio marino. Questa produzione è dovuta alle temperature estremamente basse dell'aria (fino a -40 °C) ed al forte vento del mare aperto, che spinge il ghiaccio 'giovane' lontano dalle coste.
Nel corso dell'inverno, il ghiaccio marino viene 'catturato' dal Transpolar Drift, una delle due correnti principali dell'Oceano Artico, che in 2-3 anni lo trasporta in banchi di ghiaccio dalla costa russo-siberiana, attraverso l'Artico centrale, nello Stretto di Fram, dove finalmente si scioglie. Vent'anni fa, circa la metà del ghiaccio proveniente dai mari della Russia ha fatto questo percorso; oggi, la quantità del ghiaccio trasportato è ridotta al 20 per cento. Gli esperti dell'AWI sono giunti a questa preoccupante conclusione dopo aver monitorato e analizzato, con l'aiuto dei dati satellitari, i movimenti del mare dal 1998 al 2017.
“I cambiamenti nell'Artico sono di una gravità enorme. Si sta assistendo ad un indebolimento del Transpolar Drift, la corrente di trasporto, come conseguenza della drastica riduzione del ghiaccio che si forma all'origine”, afferma il dr Thomas Krumpen, fisico del ghiaccio marino presso l'Istituto Alfred Wegener. Questa tendenza è confermata dalle misurazioni del ghiaccio nello Stretto di Fram che i ricercatori dell'AWI effettuano con regolarità. “Il ghiaccio che lascia l'Artico è, in media, il 30 per cento più sottile di 15 anni fa”, spiega Krumpen.
“Le cause sono due: in primis, l'aumento delle temperature invernali nella Regione con conseguente scioglimento del ghiaccio, fenomeno che inizia sempre più precocemente e, in secondo luogo, il fatto che questo ghiaccio si forma molto più a nord ed ha così più tempo a disposizione per sciogliersi”. Ma c'è di più. I ghiacci che il Transpolar Drift trasporta, ora provengono dal mare aperto, non più dalle aree costiere e contengono quindi meno alghe, meno sostanze nutrienti e sedimenti vari. Mentre, in passato, il ghiaccio marino proveniva dai mari costieri e portava un carico minerale ragguardevole allo Stretto di Fram, ora questo materiale, oltre ad essere più povero, si disperde durante il percorso.
“Sul lungo termine, questo alterato trasporto di particelle per mezzo del ghiaccio marino produrrà cambiamenti negativi duraturi nei cicli biogeochimici e nei processi ecologici del Mare Artico Centrale”, afferma Eva-Maria Nothig, co-autrice dello studio.