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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di ERNESTO TROTTA
II POTERE DELL'EQUIVOCO

15/4/2019 - 20:54

II POTERE DELL'EQUIVOCO


Non si può essere partito di lotta e al tempo stesso partito di governo. Non si può lottare contro la casta e essere casta. 

Vi ricordate il “partito di lotta e di governo”?
Bizzarra ed immaginifica allocuzione: è andata di moda molti anni fa e, malgrado il passare del tempo, mantiene a tutt’oggi un fascino indiscutibile, tant’è che “a volte ritorna”, come gli zombie di Stephen King.
Lotta e governo, insieme, c’è tutto, la quadratura del cerchio, la pietra filosofale, il moto perpetuo, l’alchimia, gli estremi che si toccano, il “gelo che ti dà foco”, l’alfa e l’omega, si lotta e si governa.
Che brividi di soddisfazione!
Non so chi sia stato l’autore di un così affascinante e sintetico ossimoro: ricordo che si usava per il PCI del compromesso storico, s’è usato nell’Ulivo e nella mitica Unione di Prodi (bei tempi, professore, altro che “partito dei ricchi”, eravamo “di lotta e di governo”!), però è adatto anche oggi alle contorsioni politiche di Lega e 5stelle, che ambiscono a giocare tutte le parti in commedia (ultrà e questurino, centro sociale e centro di potere, giudice e avvocato, …); tutte le volte insomma che mancano le idee, che manca la determinazione, e allora ci provo ma non so se insisto, mi impegno senza compromettermi troppo.
Ha un suo fascino, non c’è dubbio, proprio come le grandi illusioni appena ricordate.
Purtroppo, la suggestione è alta ma le conseguenze a volte possono essere drammatiche, e anche comiche.
Ministri che partecipano al Consiglio la mattina e il pomeriggio manifestano in piazza contro il Governo, oppure potenti che attizzano il malcontento, dimenticando che sarebbe loro compito contrastarlo e smorzarlo, oppure che maledicono la casta essendo casta essi stessi; partiti che vorrebbero stare dappertutto ed in realtà oscillano senza progetti tra la voglia di rappresentare, anche sobillare, la protesta e la necessità di mettere davvero le mani nei meccanismi del potere, che come si sa è roba pericolosa.
Voglia di opposizione, libera e creativa, mentre ti tocca governare, con tanto di responsabilità, sai che palle!
In realtà è infantilismo allo stato puro.
La democrazia è un sistema duale: o stai al governo o stai all’opposizione; o sei maggioranza o sei minoranza. Tutto insieme non si può e soprattutto non si deve. Altrimenti è consociativismo, ovvero un’allegra ammuina dove nessuno si prende la responsabilità di nulla e tutti possono tenere i piedi in tutte le scarpe che vogliono. Basterebbe solo non lamentarsi che nulla cambia e che tutto va come al solito …! È però una tentazione irresistibile: troppo comodo è criticare e troppo faticoso invece è gestire una realtà spesso scomoda, fastidiosa, anche maleodorante.
Un partito politico, in forza della Costituzione è uno strumento per “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49). Determinare, non influenzare, e nemmeno condizionare.
Se ti fa schifo governare non sei un partito, sei un’associazione qualsiasi; se vuoi solo cavalcare la protesta, prendi atto che al Governo ci sono altri, che fanno quello che LORO ritengono opportuno.
Se invece vuoi cambiare il mondo, devi fartene una ragione: devi prenderti la responsabilità di governare, e prima ancora devi diventare maggioranza, almeno relativa (a seconda dei sistemi elettorali).
Scorciatoie non ce n’è.
O mendichi qualche briciola con il consociativismo, o ti rassegni a non contare nulla, imbozzolato in una minoranza tanto rigorosa quanto inconcludente, o ti attrezzi per convincere tanta gente che sei più capace degli altri e che hai più idee e migliori progetti.
Però la tentazione è forte, sia a sinistra che a destra, con la differenza che a destra sono sufficientemente cinici e spregiudicati da non porsi tanti problemi e sfruttare l’equivoco, finché dura; a sinistra invece ci facciamo del male, perché qualcuno ci crede davvero e va allegramente incontro ai disastri che abbiamo visto più volte. Né lotta né governo: solo malanimo e irrilevanza.
Sarebbe ora di crescere e accettare una volta per tutte che il potere comporta responsabilità di scelta, capacità di mediare, generosità, anche fantasia, per andare avanti, e non nostalgia del tempo in cui i mulini erano bianchi e le bandiere erano rosse.

Fonte: ERNESTO TROTTA
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