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È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte. 
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”. 

. . . niente, mi sa che bisogna riformare l' ISTAT. .....
. . . ci sono più i premi di una volta.
Quest'anno .....
. . . . operò bene con il miglior tecnico di tutti .....
Con la nuova alluvione in Emilia è sparito anche il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Libri ed altro
Le emozioni letterarie di Lily

18/4/2019 - 21:44


 
Spesso la settima arte o più semplicemente il cinema può riassumere momenti della tua vita. Folgorarti come sulla via di Damasco …

Un giorno ti soffermi pensierosa su ciò che hai visto e pensi che è tutta lì la tua vita. In sprazzi di luce, suoni ed immagini che ti passano davanti in una sera qualunque, in un momento che non è qualunque. È unico. Il primo segnale, neanche troppo mascherato, è arrivato da mia figlia. Lady Bird. Io e lei. Io e mia madre. A ruoli alterni io sono Lady Bird e sua madre. Spostarsi da una parte all‘altra mi fa capire meglio chi sono stata e chi sono adesso. Una figlia alla disperata ricerca di attenzione e una madre alla disperata ricerca di non essere inghiottita dalla fatica di ogni giorno. Avrei voluto essere capita di più e vorrei soffermarmi a capire di più. Poi Jim Jarmouch, “Patterson“…

Negli anni  80 adoravo questo regista, oggi il ritmo lento di questo suo film mi fa sbuffare mentre mia figlia osserva attenta lo schermo apprezzandone la bellezza. Cambiamenti generazionali. Poi quello che sei stato o che hai amato esce comunque fuori da qualche luogo e ti soffermi sulle immagini allungando il respiro e l‘attenzione. Il mondo ti invade, il particolare diventa centro di vita. Si allunga il piacere del tempo rilassato e coinvolgente. Patterson non possiede il cellulare perché il mondo panico ha bisogno del tuo sguardo empatico, del tuo ascolto sorridente, dei tuoi gesti possessori di un senso e di una direzione umana. Di te immerso nella vita che scorre, vivida come acqua che scivola lenta sulla pelle. Non mi serve, al momento, altro per essere felice.

“Quando sei piccolo impari le misure di lunghezza e larghezza. Quando sei grande il tempo”.

 Ho tralasciato “Cicatrici“ un film serbo non ancora uscito ma di cui conosco la verità. Cuciture sono quelle che tutti noi abbiamo sull‘anima. Quelle che ci permettono di sopportare le sofferenze e gli abbandoni. Già gli abbandoni … La vita è costellata di abbandoni. Un amico che è diventato dolorosamente estraneo, persone con cui hai condiviso pezzi di vita che non si ricordano neanche più che cosa ti ha legato a loro. E poi c’è anche qualcuno che invece se lo ricorda benissimo anche quando si sta penosamente dimenticando tutto. Perché forse la sua anima ha avuto più cuciture degli altri… Lechaim.

 
 

  

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