Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Questo passaggio elettorale ci lascia aspetti che meritano di essere analizzati tranquillamente.
Gli italiani, sopratutto dell’Italia centrale hanno mandato un segnale chiaro per le europee ed in controtendenza hanno sostenuto le amministrazioni locali di centrosinistra che ha lasciato stupore in molti candidati di tutti gli schieramenti.
Il fattore personale, la conoscenza diretta del candidato e perché no, anche l’aver provveduto a tappare una buca davanti casa (come si diceva una volta) conta molto, ancora molto. A questo si aggiunge che il rinnovamento del centro destra con la nascita di tanti piccoli Salvini privi di esperienza non incontra l’elettore che per gestire la sua comunità preferisce chi ha più esperienza. Non pagano l’odio e le fake locali; quando cerchi consensi tra i tuoi concittadini perché tutti più o meno nei comuni si conoscono e le fake sono facilmente verificabili in pochissimo tempo a differenza di quelle nazionali dove la mancanza diretta delle conoscenza sugli argomenti in questione le rende impossibili da verificare.
D’altro canto il centro destra a trazione Lega vola incrementando elezione dopo elezione fino ad essere oggi, saldamente, il primo partito italiano. Le motivazioni per cui l’elettore è spinto verso la Lega sembrano principalmente due.Salvini rappresenta oggi l’unico leader politico alla guida di un partito anche se lo è più per carenza di avversari che per virtù proprie. In ogni caso parla la stessa lingua degli italiani e questo piace.La Lega attrae oggi molti, moltissimi voti di protesta. La situazione economica, il distacco con cui è sentita l’Europa dai cittadini, e sopratutto la questione migratoria trovano nell’unico sfogo del voto al carroccio la protesta più che la speranza di un vero cambiamento.
Se questo è vero nel doppio risultato elettorale c’è del buono; c’è voglia di protestare, di ribellarsi. C’è voglia di risollevarsi.Noi siamo pronti a lottare per restituire all’Italia ed agli italiani un futuro migliore, noi siamo pronti ad intercettare chi lotta e protesta per dare un futuro migliore a se e per le future generazioni.
Abbiamo sbagliato l’approccio al problema migratorio e ne abbiamo pagato le conseguenze, ultimamente sembra addirittura che la questione non ci tocchi nemmeno tanta è la paura che abbiamo ad affrontarla.In questi anni le regioni a noi più vicine (Toscana ed Emilia) hanno dato un grossissimo contributo al processo di accoglienza, un accoglienza diffusa in tantissimi piccoli centri e forse meno visibile ai media nazionali rispetto ai grandi centri che ospitano migliaia di ospiti ma visibilissimo sul territorio tanto da esser diventato argomento di discussione nei bar, nelle nostre piazze, nelle case del popolo, nei nostri iscritti ed elettori. Possiamo continuare a negare l’evidenza, possiamo continuare a non trovare una soluzione, possiamo continuare a far governare gli altri fin quando il problema non sarà risolto.
La soluzione non sta né nei porti aperti, né nei porti chiusi. La soluzione non sta nemmeno nel mezzo a queste due opzioni. Se scoppiasse una guerra la risoluzione del problema non è chiudere porte e finestre di casa, né tantomeno lasciare tutto aperto nella speranza che le bombe attraversino casa e passino oltre.
La soluzione è far finire il conflitto. La soluzione dei flussi migratori non può che essere in Africa, li dobbiamo favorire le condizioni economiche e sociali per assicurare loro un futuro ed a noi sicurezza e tranquillità. Un investimento in Africa dell’Europa, dell’America, delle potenze asiatiche perché se oggi il problema migratorio tocca solo il nostro continente nel giro di appena dieci anni, visto l’esponenziale incremento demografico africano, si allargherà verso nuovi orizzonti.
Chiudere i porti oggi significa solo rimandare il problema non risolverlo. Da qui deve partire la sfida al nazionalismo ed al populismo in ambito internazionale