Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Carola Rackete conosce cinque lingue e ha due lauree, una grande cultura quindi e un tempo sarebbe stata almeno rispettata e considerata per le sue azioni. Si poteva anche non essere d’accordo sul suo comportamento, sul suo operato e sulle sue decisioni ma almeno ci si impegnava a capirne i motivi. Oggi invece è stata ingiuriata e offesa malamente (con auguri di stupro e quant’altro) da una manica di ignoranti vocianti forti solo dell’impegno a seguire le parole del loro duce (dux è il condottiero, quello che comanda e impone le regole. Regole che non vanno discusse e nemmeno obbligatoriamente capite), durante lo sbarco della Sea Watch e l’arresto del comandante. Tutto il mio rispetto alla Carola e il mio sdegno per i vergognosi attacchi che ha subito dalla folla mentre in alto loco si era deciso di spettacolarizzare il suo arresto con tanto di telecamere e giornalisti.
Ci sono però alcune cose che stonano nella vicenda. Alcune sono semplici domande tipo perché non ha fatto rotta verso qualche altro porto sicuro, ne aveva avuto tutto il tempo. Se la Tunisia non le sembrava sicura poteva andare verso la Spagna e vedere se riusciva a coinvolgere il governo spagnolo nella vicenda. Faceva un favore a Salvini perché anche la Spagna avrebbe dovuto prendere la parola, ma forse anche a tutti noi perché non sarebbe male se la questione migranti fosse allargata all’intera Europa. Altre invece sono considerazioni personali che possono sembrare anche spregiudicate e che possono portare a qualche giudizio troppo frettoloso. La quarantina di migranti ospitati sulla nave sono stati definiti in maniera completamente opposta dalle due fazioni che si contrappongono nei giudizi sulla vicenda. Da clandestini, criminali, mangia pane a ufo, invasori, irregolari, abusivi per rimanere nei termini non offensivi usati dalla destra xenofoba a poveracci, disgraziati, miseri, ostaggi, indifesi, persone sofferenti che ingiustamente e sfortunatamente si sono trovati a fare la parte in un film a cui sicuramente non avrebbero voluto partecipare.
Dove sta la ragione? Di solito, in questi casi così contrapposti, sta proprio nel mezzo. Disgraziati sicuramente, ragazzi che scappano da situazioni penose, guerra o meno, nella ricerca di un futuro che nel paese da cui provengono viene loro negato e preferiscono rischiare la vita per una speranza che sopravvivere, forse, dove sono nati nell’indigenza e/o nel pericolo. Hanno fatto lunghi viaggi, attraversato territori ostili, subito ricatti e abusi, sicuramente umiliati e offesi, alcuni percossi e feriti mentre sulla nave che li ospitava non vi era niente di tutto questo, al massimo quella che dovevano combattere era la noia e la bramosia dell’attesa finalmente dello sbarco, della libertà, del raggiungimento della loro meta.
Non vedo drammi umani autentici in questa vicenda anche se lo si vuol far apparire. Da una parte usando a iosa parole come disumanità, barbarie dall’altra espressioni come “atto di guerra” riferendosi all’accosto della nave al molo con in mezzo la motovedetta, un piccolo natante che aveva avuto lo stupido ordine di mettersi in mezzo. Per ostacolare, forse impedire l’attracco, roba da ridere.
C’è un pericolo a pensare così? Certamente. In questo periodo storico e in questo paese semplificato e omologato esprimere ad un pensiero del genere si corre il rischio di essere subito catalogati per razzisti. O ci si sposta sulla destra salviniana ed allora non ci si vergogna ad indicare questi disgraziati come la feccia che ci tocca accogliere e mantenere (mentre molti italiani vivono eccetera eccetera) oppure bisogna sforzarsi di rimanere omologati con le parole della sinistra. Guai a deviare dal pensiero comune, guai a porsi domande non in linea.
Non mi spingo a giudicare i problemi generali dell’immigrazione, su quelli sono perfettamente in linea con i principi di solidarietà della sinistra e su quelli umanitari e di inclusione di ispirazione cattolica, anche se non credente. Ma in questo particolare episodio a me pare si sia voluto amplificare la faccenda tirando da una parte e dall’altra con lo scopo di una speculazione politica piuttosto scadente e soprattutto inconcludente, specie per la sinistra sempre più disunita e impreparata per qualunque nuova sfida.