none_o


Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Bagno degli Americani di Tirrenia
none_a
Molina di Quosa, 8 luglio
none_a
Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
none_a
San Giuliano Terme, 30 giugno
none_a
Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
none_a
Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
none_o
Luna, cinquant'anni di emozioni viste da un migliarinese!

13/7/2019 - 14:41

 

Questo articolo è già apparso su questa rubrica a titolo: "Qui Houston..." la storia segreta dello sbarco sulla Luna e lo scherzo alla "migliarinese.
 
Attendevo la vicinanza del cinquantesimo, ma vedo che sono stato anticipato con una smaccata copiatura da un giornale e quindi posso anch’io ricopiare quello che avevo di getto scritto il  23 febbraio 2015: 


"Abbiamo parlato della fanciullezza di Renato Moncini in quel di Migliarino negli anni ’40, periodo di dure ristrettezze e amari ricordi. Il tempo passa ed ora ci sono maggior cose da ricordare, belle o brutte, ma  tutte unite dal filo della nostalgia e dove, ora, prevale il ricordo della tua vera vita voluta e vissuta con te come regista e attore del copione. Non siamo più nel “paesino del pisano” riportato nella bibliografia di Renato, siamo negli “States”, nella nuova città dal significativo nome di “Greenville”, e Renato non è più alla Piaggio, ma alla NASA. Già scrissi su questo giornale a proposito di questo migliarinese che, parecchi anni fa, portò la sua bravura di ingegnere e di disegnatore alla NASA tanto da essere soprannominato Rocket Man  giocando sul suo lavoro e sulle iniziali del nome e onorato con una mostra personale in un museo di una città americana in Sud Carolina. Questo è l’articolo scritto in occasione dell‘apertura della mostra dal proprietario della galleria, Terry Norris, mostra  a lui dedicata - The Renato Moncini Story: The First Artist of Space- nella  TL Norris Gallery.:
 
"Ieri ho inquadrato la pittura principale della mostra NASA/Moncini. Il 20 luglio 1969 il mondo ebbe un obbiettivo specifico. Forse in nessun altro momento nella storia dell’umanità il mondo è stato così inclinato ad essere di un sol pensiero. Il primo tentativo dell’uomo di raggiungere lo spazio e mettere piede su di un corpo celeste, di tanti pensieri e sogni fin dagli albori dell’umanità, la nostra luna, era quasi una realtà. Con il dramma di un copione hollywoodiano la navicella spaziale sorvolò sulla superfice lunare in cerca del punto designato. Quando gli astronauti Armstrong e Aldrin guardarono fuori videro grandi massi disseminati sul punto d'atterraggio. A corto di carburante Armstrong decide di pilotare la navicella manualmente (cosa quasi impossibile) ed è alla ricerca di uno spazio idoneo. Con voce calma Armstrong informa Houston che si accinge a continuare il volo. Altrettanto con la stessa calma viene la risposta "roger, Eagle vai pure". Per tutto il tempo il conteggio è in diretta: " Eagle 30 secondi   Eagle 25 secondi... Eagle 20 secondi... " Il conteggio è il tempo di combustibile rimanente prima che il più grande sforzo del genere umano sarebbe venuto a schiantarsi sulla superfice lunare con il mondo intero a guardare come i sogni siano stati persi, vite perdute, le speranze e le aspettative di milioni sarebbero svanite. Agendo come se fosse una passeggiata sotto le stelle, Armstrong tranquillamente pose giù a Tranquillity Base con soli 17 secondi di carburante rimasto. Dopo alcune ore, Armstrong esce dall'abitacolo, scende dalla scaletta e pronuncia le parole che ancora oggi ricordiamo "questo è un piccolo passo per un uomo, un salto gigantesco per l’umanità”. Più tardi in quella passeggiata  Neil Armstrong pianta la bandiera Americana sulla superfice e offre un saluto con il modulo lunare dietro. Renato Moncini è al posto di lavoro osservando la fanfara dei responsabili di questo avvenuto, viene avvisato dall'ufficio di Werner Von Braun, Von Braun è lo scienziato tedesco che dirige il programma spaziale degli Stati Uniti: “Renato abbiamo bisogno dl una pittura dell'immagine che si è appena svolta sulla Luna, con Neil Armstrong che saluta la Bandiera con il modulo lunare sullo sfondo. Deve esser fatto al più presto.
Renato Moncini un immigrante italiano pittore/illustratore, inizia velocemente a disegnare e dipingere una delle immagini più riconoscibili all’umanità. Pittura con colori a tempera a rapida essiccazione, Renato produce una bella veduta della superfice lunare. Il modulo sullo sfondo, Armstrong in tuta spaziale con la visiera che brilla con I raggi del sole, in primo piano c’è la bandiera Americana sorretta da un'asta orizzontale per mostrare le strisce e le brillanti stelle che hanno ispirato Francis Scott 155 anni fa a scrivere le parole del nostro inno nazionale. Era un dipinto straordinario. Si commemora forse il singolo e più grande successo dell'umanità. L’opera dopo essere terminata, fu fotografata e rilasciata alle stampe. Nel corso dei seguenti giorni il "Saluto di Armstrong” di Renato Moncini è apparso in pubblicazioni in tutto il mondo. Oggi si potrebbe mostrare a qualsiasi persona e chiedere cosa rappresenta e la risposta sarebbe “il primo sbarco dell'uomo sulla Luna”. Ora 46 anni dopo, Renato Moncini ha prodotto un tributo, la pittura con colori vibranti, mostra l'evento memorabile della storia umana firmata da questo umile artista. Il nome, Renato Moncini, un testamento nel tempo ad esser conosciuto come il primo artista dello spazio. A differenza della versione originale, questo sarà in vendita e un numero limitato di stampe saranno pure ottenibili, la pittura è datata 4 luglio 2013. Vi invitiamo a vedere questa immagine storica e se attratti potrete portare a casa la bella rappresentazione di questo momento dl storia. Nella generazione successiva, la storia di Renato Moncini sarà conosciuta per le sue opere pienamente apprezzate per l’arte e per valore storico. Questo pezzo sarà ionico in natura. La gente dirà ai loro nipoti: " lo c’ero e quasi comprai una delle copie”, o diranno” io ero lì ed ho comprato questa stampa, voglio passarla a voi" In entrambi i casi ci aiuteranno a celebrare la carriera di Renato Moncini."

 
Parole pompose, americane al 100 per 100, ma ci pensò l’italico spirito “migliarinese” di Renato a far capire ai padroni di casa chi aveva le redini del barroccio stellato!

Lo scroscio dell’acqua del secchio, lo scalpiccio dei passi veloci nell’inseguimento, le risate dei  tiratori e le imprecazioni dei colpiti rivennero alla mente del disegnatore che rivide le famose “secchiate di paese” dei tempi passati e ora, già grande, prese un secchiellino e un pennellino e tirò la  più memorabile “secchiata” della sua vita.
 
E questo è quello (notizia per la Voce in anteprima planetaria) che successe dietro le quinte in quel giorno passato alla storia:
 
"Quando l’astronauta Neil Armstrong atterrò per primo sulla Luna l’orgoglio degli americani era incontenibile. Tra tutte le basi NASA quella di Huntsville, dove lavoravo, era la più responsabile per questa conquista e naturalmente il personale era in stato di euforia. Subito mi ordinarono di fare una pittura a piano pannello (110 cm X 55 cm circa) riproducendo l’immagine che fu trasmessa dalla Luna sui nostri televisori del Centro Spaziale, cogliendo il momento in cui Armstrong salutava la bandiera americana che appena aveva spiegato e sorretta dal braccio orizzontale dell’asta, questo per mancanza di atmosfera. La fedeltà delle trasmissioni era ancora primitiva, si poteva appena distinguere il contenuto, ma conoscendo i veicoli e l’abbigliamento spaziale fu facile mettere insieme la veduta. La nuova pittura sarebbe stata appesa all`ultimo piano del quartier generale di Von Braun, direttore del Marshall Space Flight Center, nell`anticamera del suo ufficio. La fanfara dell`evento continuò fino a punto di tentarmi ad una rivincita, pitturai per ultimo la bandiera che invece di avere le strisce e le stelle, questa era tricolore: Bianco Rosso e Verde. Alcuni conoscendo il mio eritage la trovarono buffa, uno addirittura fece delle foto con una nuova macchinetta Polaroid della quale ancora ritengo una copia, ma alcuni no! La parola si sparse fino ad un più alto livello dove la notizia non trovò assolutamente favore. Mi fu sussurrato che individui sarebbero venuti giù ad investigare. I  miei co-lavoratori cominciarono ad allontanarsi, la parata stava cambiando tono, mi accorsi di aver toccato un punto sensitivo e fu l`ora di pelare il nastro adesivo che avevo temporaneamente messo sulla bandiera americana per poi pitturare l`italiana sopra. Ebbi delle visite che si limitarono soltanto a dire ”bello, bello" ma nessuno disse niente della bandiera."
 
Lo diciamo noi: BRAVO!

Casualmente un giornale americano ha recentemente pubblicato un articolo sui colori amati da Renato, noi lo correggiamo sostituendo il blue con il green e gli rendiamo l’onore di italiano, non di francese!     

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri