Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Un altro degli incontri speciali di Valdo:
Quella mattina arrivò con una nuova fiammante Ferrari. “E’ il regalo che mi ha fatto Il Signor Enzo per la nascita di mia figlia Noemi”.
Sempre sorridente aveva una carnagione olivastra come la madre di origine libanese.
Michele Alboreto era pilota del Cavallino Rampante dal 1983 e aveva tutti i presupposti per aspirare al titolo mondiale di Formula 1. Dopo 26 anni un pilota italiano tornava finalmente sui bolidi rossi di Maranello.
Veniva volentieri a trovarci in sede a Capannori di Lucca: indossava il nostro casco Jeb’s e oltre che ad un rapporto di sponsorizzazione tornava nelle zone che lo avevano visto adolescente e che ricordava con piacere come vedremo più avanti.
Oltre al rinnovo dell’accordo commerciale c’era lo scambio di opinioni sulle nuove caratteristiche dei caschi da auto che hanno problematiche diverse da quelli da moto.
Non era invece interessato all’aggiornamento della grafica ed al colore giallo-blu da lui scelto fin dall’inizio della carriera in onore del suo idolo Ronnie Peterson.
Giallo blu sono infatti i colori della bandiera svedese.
Ricordo un fax urgente di quegli anni nel quale la federazione internazionale bloccava e ordinava a tutti i produttori di togliere, anche ai modelli già in commercio, la presa d’aria con beccuccio esterno.
Ciò fu causato da una uscita di pista di un pilota in prova con indosso un casco con quelle caratteristiche.
Lo sbalzo proiettò il pilota sulla rete di protezione e solo per miracolo il beccuccio non si infilò in essa evitando al pilota un sicuro strangolamento.
Gentile e disponibile con tutte maestranze dispensava sorrisi, autografi e aneddoti sul circo magico della Formula 1; curiosità e ricordi che proseguivano durante il pranzo che per lui era una tappa obbligata.
Raggiungere il ristorante Forino era facile ubicato com’era vicino alla nostra Sede.
Mantenere il peso forma era fondamentale per lui e quindi non eccedeva a tavola: mi diceva che era costantemente controllato perché gli spazi sulla vettura erano calcolati al millimetro.
A tavola mi raccontò che da ragazzo aveva dei parenti in Lucchesia e durante le visite a questi nel dopopranzo usciva sull’aia con gli altri cuginetti e saliva sulle auto in sosta provando le prime ebbrezze del pilota.
Conversava volentieri anche di teatro e cinema; conosceva bene gli spettacoli ed i film di successo.
Lo facilitava in questo la frequentazione del cugino Massimo Boldi.
Ma il destino era in agguato e lo carpì il 25 Aprile 2001 mentre nel circuito di Lausitzring collaudava le nuove Audi .
A Rozzano dove trascorse l’adolescenza gli è stata intitolata una Piazza ed eretta una statua.