Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Trapani, ore 13 di un’ordinaria giornata d’estate.
All’orizzonte spunta uno dei tanti ambulanti africani che affollano le spiagge italiane. Solo che stavolta è donna. Solo che stavolta è mamma. Sulla testa porta una cesta enorme, pesantissima, e dietro, legata ad una fascia, la sua bambina. Avrà 2 anni e mezzo, forse 3. Chissà da quante ore se ne sta lì, rannicchiata sulla schiena della mamma, sotto il sole.
Un gruppo di altre mamme, che hanno assistito alla scena, si avvicina alla donna. “Vai pure - le dicono - Vai pure a lavorare tranquilla. A tua figlia ci pensiamo noi.”
E ci hanno pensato davvero. È finita così, con la piccola che ha mangiato insieme a tutti loro al ristorante, ha giocato sul bagnasciuga insieme ai figli, fatto e preso gavettoni con i bimbi della spiaggia. Perché lei quello è: una bimba della spiaggia, proprio come ognuno di loro. E, per qualche ora, è sembrata la cosa più normale del mondo.
Grazie a Desirè e a Gabriella, per avercelo raccontato.
Grazie alla Sicilia, perché non tradisce mai.
Grazie all’Italia bella, che resiste.