Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
L'Enagra comune (nome scientifico Oenothera biennis L., 1753) è una pianta alta oltre un metro, dai vistosi fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Onagraceae.
Anche se il genere è originario dell'America settentrionale è opinione di Sandro Pignatti che l'”Enagra comune” si sia originata in Europa (in effetti la coltura di questa pianta è attestata nell'”Orto Botanico di Padova” fin dal 1612).
La denominazione Oenothera è stata introdotta da Linneo nell'anno 1735 accostando due radici greche: oinos (= vino) e thèra (= desiderio) che letteralmente potrebbe significare “desiderio di bere il vino”; altri testi giustificano il nome col fatto che anticamente la radice veniva usata come additivo aromatizzante nella preparazione di alcuni vini.
Veniamo alle “nostre” enotere. Qualcuno avrà notato, sui cigli delle strade, delle piante (erbe) alte con un ciuffo di fiori gialli.
Sono loro. I fiori fioriscono verso la fine dell’estate, hanno la caratteristica di aprirsi la notte per (ma guarda la Natura!) dar da mangiare alle farfalle notturne, dato che gli altri fiori in quelle ore sono chiusi.
Per “quel qualcuno”: sono quattro o cinque sulla strada Migliarino-Nodica, sono in sei o sette sulla via del mare all’incrocio Via Isabella, sono una cinquantina sullo svincolo della nuova Aurelia per Torre del lago-Mare e sono in migliaia nei campi della Tenuta Borbone sulla strada che, a destra dopo il cavalcavia della ferrovia, va a Viareggio.
Perché tante così?
Hanno la radice commestibile, ma non certo da farne due ettari, e allora resta soltanto, togliendo la possibilità che siano terreni incolti e colonizzati, che sia per la produzione del “famoso” olio di enotera che si estrae dai semi e che, dice, sia un toccasana per la pelle femminile e per i dolori da mestruazioni.
Speriamo sia questa ultima, sia per avere compagne più tenere di fuori e senza fastidi di dentro. Sarebbe anche una nuova opportunità per una piccola industria a costo zero per la facile propagazione della pianticella.
Ancora pochi giorni e i fiori appassiranno, poi si vedrà.