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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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In attesa del 27

22/9/2019 - 21:42


Era di giugno, anno 2006.
 
Nei magazzini Lisabetta Salviati, ai primi albori del Maggio Migliarinese, avemmo il piacere di conoscere Francesca Boschieri, grandissima e attentissima cultrice del nostro territorio e del suo patrimonio come moglie di Carlo Centurione Scotto. Parlammo delle attività che il Comitato Maggio portava avanti in paese e di una sua possibile partecipazione. Francesca è una scrittrice, una grande esperta di arte, una vera organizzatrice di eventi letterari, pittorici, musicali e il Magazzino cereali di Migliarino, dedicato alla suocera Lisabetta Salviati, era il posto ideale per le sue performance.
Nel 2006, dal 10 giugno al 10 luglio, allestì una memorabile mostra di pittura e poesia con un bellissimo libro di accompagnamento che ne verrebbe sminuita la sua importanza chiamandolo “catalogo”: "Il Bosco del Mito".


Furono invitati ventiquattro pittori a presentare le loro opere, tra i quali il nostro Alessandro Tofanelli, e testi e poesie di scrittori vari, tra i quali Antonio Tabucchi, il tutto assemblato con saggi di Francesca ed altre scrittici.
Io avevo fatto, o meglio tentato di fare in quel tempo, un documentario sulla Tenuta Salviati e Francesca mi diede alcune fotografie, senza dubbio archivio Alinari, e una dritta per cercare la nona Madonna in ceramica colorata, necessaria per completare un insieme (3 foto per 3) da farne un poster. In uno dei nostri incontri le dissi che avevo musicato il filmato con la vecchia canzone: Una strada nel bosco.
Lei rise e mi disse: “anch’io!”.
 
Riproporre i testi è troppo impegnativo e lungo, mi limito, per ora e per l’evento prossimo della Festa del Parco, a estrapolare un pezzo dal capitolo: La macchia di Migliarino, tra mito e realtà, di Igiea Adami.
  
[… ] Scipione crea di fatto, dal nulla, dalle paludi bonificate, una delle più estese pinete italiane. Una pineta divisa in quadrati, un bosco industriale, che però sembra natura. È in realtà un anti—bosco, dotato di una propria e sofisticata rete idraulica e viaria, di un regolamento, di guardie forestali, di taglialegna, raccoglitori di pigne e via dicendo.
È uno dei paesaggi forestali tra i più antropizzati che siano mai stati compresi in un parco naturale italiano, antropizzato non solo perché coltivato ed usato dall’uomo, ma soprattutto perché completamente creato da esso, attraverso la modifica dell’ambiente edafico, delle popolazioni vegetali ed animali e dei rapporti d’uso tra uomo e ambiente. Siamo cioè di fronte a qualcosa che siamo soliti riscontrare nelle attività agricole. Questa originalità del territorio di Migliarino ha in sé una problematica, tanto del settore forestale quanto di quello conservazionistico, piuttosto complessa; la foresta di Migliarino per la sua storia, età e struttura non può essere lasciata ad una sua evoluzione naturale.
Tornando dunque al tema del giardino, come di un giardino si deve averne cura, cosi deve proteggere, aiutare nella crescita affinché non sia infestato e soffocato dalle erbacce. L’esclusione dell’intervento dell’uomo da un sistema fortemente corretto proprio da esso, presenta incognite aperte e pericolose. Conservare un patrimonio così caratterizzato implica, quindi, una posizione attiva del conservatore, un intervento selvicolturale che sia la continuazione dell’opera che ha creato il bene attuale, che elimini i problemi insorti e raggiunga un equilibrio più stabile tra fattori biotici e abiotici. Occorre tenere costantemente presente l’enorme valore storico, artistico e paesaggistico della pineta in quanto ecosistema evoluto, frutto di secoli di interazione tra uomo, con i suoi bisogni primari (calorici, energetici e alimentari), e la foresta, che ha anche questa una capacità di azione molto ampia, con i suoi lenti ritmi, le sue acque stagnanti e malsane, le necessità di luce e di acqua o di un terreno fertile. L’uomo attraverso la sua opera ha reso la foresta protagonista attiva del suo lavoro, i ritmi biologici dei due interagenti si sono fusi, nei secoli, per creare un convivio a pari condizioni. Una politica conservativa sbagliata, trascurando le possibilità produttive di più di 2000 ettari bonificati, porterebbe alla perdita di un importante valore culturale contenuto nelle tradizioni legate alla coltura della pineta e probabilmente anche alla perdita di tutta una serie di infrastrutture viarie e idrauliche, che costituiscono uno dei maggiori pregi della foresta.



 
La foto di apertura è di un dipinto del maestro Alfredo Meschi: Dicembre a Migliarino (1941). 
La successiva è una mia foto: Dicembre 2012
 
 

 
 

 
 

 
 

 
 

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