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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Renzo Moschini
COSA E’ CAMBIATO DELL’AMBIENTE E PER I PARCHI

8/10/2019 - 10:46

     COSA E’ CAMBIATO DELL’AMBIENTE E PER I PARCHI


Penso che anche in vista della pubblicazione del nuovo libro del Gruppo di San Rossore su ambiente e parchi e della  presentazione che ne faremo a Pisa, sia necessario partire da una valutazione e riflessione critica  su cosa è cambiato e sta cambiando nell’ambiente e come questo incide –e non poco- sul ruolo dei parchi e delle aree  protette.
Non possiamo dimenticare che il nostro impegno –Collana compresa- prese avvio come risposta alla decisioni del ministero Prestigiacomo che nel momento in cui avremmo dovuto cercare di mettere mano ad una efficace gestione del Titolo V proclamò che lo Stato non avrebbe più potuto e dovuto  farsi carico del finanziamento  diretti e indiretti dei parchi
Le risorse indispensabili avrebbero dovuto procurarsele da soli  aprendo le porte anche a interventi e progetti privati non ecosostenibili e quindi incompatibili con la legge quadro.
La risposta politico-istituzionale fu tutt’altro che adeguata a partire dalla rappresentanza dei parchi ma pure dal Parlamento e forze politiche.
Noi partimmo da qui cercando di dare quelle risposte autonomamente di cui c’era estremo bisogno e urgenza, se non volevamo veder naufragare i parchi e la legge per la quale ci eravamo battuti.
Seguirono come era inevitabile polemiche aspre in cui si ricorse anche ad accuse personali indecorose e vergognose con l’accusa nientemeno di tradimento.
Ma il Gruppo di San Rossore e Collana editoriale decollarono ugualmente riportando la discussione sul giusto terreno.
Lo confermano i 40  libri della nostra Collana editoriale e le varie iniziative istituzionali e culturali degli ultimi anni.
Non altrettanto seppero fare sia Federparchi che le istituzioni a partire proprio dal Parlamento che anziché replicare politicamente se la rifece con la legge con provvedimento considerato dal mondo ambientalista ‘sfasciaparchi’ fortunatamente grazie all’opposizione che incontrò nel paese non tagliò il traguardo.
Poi però il quadro nazionale -e non solo- è profondamente cambiato e proprio a partire dall’ambiente come oggi è sotto gli occhi di tutti. Ed è cambiato con implicazioni ed effetti che riguardano innanzitutto o comunque in modo particolare anche i parchi, cioè i soggetti che operano nell’ambito territoriale più qualificato ed esposto perciò anche maggiormente ai rischi e ai danni dei cambiamenti climatici.
E il rischio maggiore come emergerà chiaramente dal nuovo libro in stampa è che le politiche ambientali non riescano unitariamente a raccordarsi e far parte di quelle nuove politiche ambientali indispensabili  ma anche economiche, sociali e culturali.
L’esperienza dei parchi ha già concretamente confermato che la stesa legge quadro prevedendo un piano ambientale e uno socio economico (spesso entrambi ignorati) ha separato e distinto quello che non era e non è possibile separare.
Il libro e il convegno partiranno da qui cioè dalla esperienza dei parchi di cui non sarà difficile cogliere le buone cose che si sono fatte ma anche dei problemi e  rischi che la nuova situazione ambientale presenta.
Il più serio, come abbiamo appena detto, è che da tutto quanto registriamo sulle piazze, nel groviglio di polemiche politiche e istituzionali in cui è sempre più difficile raccapezzarsi, noi -cioè i parchi –restiamo confinati nel nostro territorio come in un fortino sotto attacco.
I contributi che abbiamo raccolto nel libro che riguardano tutto il paese dalle Dolomiti alla Sicilia e Sardegna attraverso Piemonte, Marche, Lazio, Toscana ha coinvolto vecchi e nuovi amministratori di parchi, direttori, esperti ambientali e istituzionali; l’aspetto più incontrovertibile che risalta è la mancanza ormai da troppo tempo di una politica nazionale o di  qualche cosa che gli somigli. Senza la quale i parchi non hanno avuto e continuano a non avere un punto di  riferimento a cui rifarsi.
Anche i tentativi e le iniziative che in momenti e fasi diverse erano stati fatti non hanno avuto seguito. Basti pensare alle aree protette marine dove fu violata spudoratamente la legge, ma anche fu rispettata come nel caso del Santuario dei cetacei, Alpi, Appennino, Fiumi e altro sono tutte cose rimaste di fatto sulla carta di cui nella maggior parte dei casi non si è saputo e si continua a non sapere niente.
Per anni infatti il ministero dell’ambiente è risultato chiuso e silente a cui non si poteva neppure rivolgersi neppure suonando il campanello.
Da poco con il ministro Costa è stato riaperto riprendendo alcune iniziative poco apprezzate anche dal governo e ancor meno sostenute.
Il nostro libro che si avvarrà di una presentazione del Ministro, intende appunto con la presentazione che ne faremo a Pisa rilanciare una politica nazionale sui parchi che assuma i chiari connotati di una componente importante e qualificata di quella svolta di cui Greta è diventata simbolo.

 
 

Fonte: Renzo Moschini
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