In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.
Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.
Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente.
Già il mostro, conscio di sua metallica
anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei
occhi sbarra; immane pe ’l buio
gitta il fischio che sfida lo spazio.
Va l’empio mostro, con traino orribile
sbattendo l’ale gli amor miei portasi.
Giosue Carducci, nella poesia intitolata “Alla stazione” e raccolta nelle ”Odi barbare”, mostrò con vive immagini un convoglio composto di carri foschi, e vigili incappucciati di nero che, muniti di una fioca lanterna, tentano con mazze di ferro i freni, traendone un lugubre rintocco. Intanto, ora flebile, ora acuta, ora stridula, fischia la vaporiera. E “ansimando fuggia la vaporiera" è verso celeberrimo di un’altra sua poesia.
La febbre ferroviaria che stava contagiando l’Italia, sulla spinta dell’unificazione nazionale, giunse presto in Versilia. Il 7 aprile del 1861 si inaugurò a Viareggio la stazione costruita dalla Società Anonima delle Strade ferrate livornesi. Il tronco Pisa-Viareggio era così completato e le comunicazioni con Livorno e Firenze rese molto più facili per i versiliesi.
La Livorno-Pisa, prima ferrovia toscana, era stata inaugurata nel 1844; quattro anni più tardi era stato completato il collegamento con Firenze.
L’intero tratto aveva preso il nome di ferrovia Leopolda, in onore del Granduca. Nel 1853, poi, da Pisa si era potuta raggiungere la capitale transitando anche per Lucca e Pistoia.
La terza sezione del tronco Pisa - Porta era la Viareggio - Querceta. Tuttavia, con il progetto ormai prossimo all’esecuzione, l’attenzione dell’opinione pubblica e degli amministratori comunali sembrò attratta particolarmente dalle polemiche insorte nel 1860 sulla ferrovia Parmense—Lunigianese, detta anche "dal Po al Mediterraneo", che avrebbe dovuto collegare Parma con Pontremoli e La Spezia. ll prefetto
Becagli, con argomentazioni giuridiche, bocciò il 7 gennaio del 1861 la partecipazione del gonfaloniere di Pietrasanta, Francesco Tomei Albiani, all’adunanza indetta dal comitato spezzino per la ferrovia, che si contrapponeva a quella in progetto tra Reggio e Lucca. Pochi giorni più tardi, numerosi cittadini di Pietrasanta firmarono una petizione perché il Comune si risvegliasse, interessandosi fattivamente per la Parma-Spezia.
Fra l’altro, essi affermarono che i lucchesi "vorrebbero che ci dessimo pazienza, che ci contentassimo della grande strada militare che ci passerà davanti, del gigantesco Cantiere della Spezia, dei nostri Oliveti, dei Marmi ed ardesie che forniscono il mondo, e gli lasciassimo dire, e fare".
La questione era di grande importanza. Oltre a Lucca, anche Livorno, tramite la sua Camera di Commercio, si espresse in favore del più breve collegamento con Reggio. Al contrario, una speciale commissione nominata dalla Camera di Commercio e d’Industria di Milano fu favorevole all’altra linea, rilevando che quella attraversante Lucca sarebbe corsa vicinissima alla Porrettana, che era ormai in via di realizzazione. La ferrovia Parmense, invece, "già costrutta fino a Viareggio, starebbe in equidistanza dalla linea della Porretta e da quella da Genova a Piacenza, e nel suo tracciamento servirebbe gli industriosi territori di Massa e Carrara, Sarzana, Pontremoli, il porto di mare di Viareggio e quello militare della Spezia". […]
Questo brevissimo stralcio di fine ‘800 è tratto dal volume “Meraviglie versiliesi dell’ottocento” di Fabrizio Federigi, edito da Tipografia Massarosa 1981.
Se guardate la data della costruzione linea Pisa-Viareggio, noterete che la ferrovia, per risparmiare, transitava sul nuovo ponte dell’Aurelia finito nel 1856, ponte voluto dal duca Scipione Salviati, ma non certamente per quello scopo. Solo dopo una decina di anni venne costruito quello di ferro, quando il passaggio dei convogli aveva cominciato a danneggiare quello di muro.
Questa è un’altra storia di “Meraviglie migliarinesi ed anche vecchianesi”
Documentazione:
La foto di apertura è l'inaugurazione della stazione di Viareggio del 7 aprile 1861, l'avviso apertura Ponte di Albavola(?) è del 1856 e i primi treni sul ponte di ferro passano nei primi '900.