Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Pisa.
Antica Repubblica marinara. Gli echi di fasto e potenza sono giunti fino a noi. Il suo simbolo, la croce pomata, è conosciuto e rispettato in tutto il mondo.
Conquistata da Firenze, fu violata, distrutta, annichilita. Incendi, deportazioni, ruberie; oltre al patrimonio tangibile, scomparvero i documenti e le testimonianze. Scomparve la memoria.
Tanta fu la luce di Pisa fino al XV secolo, tanto il buio che oggi la distingue.
Popolo senza memoria, senza storia e senza identità.
Di quel passato glorioso restano piccole scintille nelle manifestazioni storiche. Pisa non è riuscita a dare corpo compiuto al suo passato, è orfana, brancola e si aggrappa a dicerie e leggende.
Dionigi di Alicarnasso, Ovidio, Catone, Virgilio, Claudiano, Al Zuhuri, Cassiodoro, Namaziano, san Basilio, san Gregorio Magno, Arrigo IV, Maria Comnena e molti altri parlarono di Pisa.
Parlarono di noi.
Cartaginesi, galli, insubri, gesati, musulmani, vichinghi tentarono invano di conquistarla.
Re goti, visigoti, franchi, alemanni, ma anche califfi, papi, imperatori d’oriente e d’occidente chiesero ausilio ed ebbero mercato con Pisa.
Da Zero a Mille. Scopriamo insieme cosa avvenne, scopriamo l’essenza della storia di Pisa.