Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La nostra natura
Da quella posizione vedeva soltanto un piccolo promontorio sovrastato da un albero con una folta chioma, dove perfino gli uccelli trovavano difficoltà a penetrarvi. Nella valle sottostante ormai colma di nebbia, aggrovigliata come matasse di zucchero filato, non si vedeva quasi nulla, ma da sud-est si era svegliata una leggera brezza che nel giro di pochi minuti cominciò a darsi delle arie. Pareva volesse diventare vento e vento divenne tanto che, a poco a poco, iniziò a lacerare quei fiocchi lanosi portandoli verso l’ignoto.
Tutto questo spettacolo naturale lui lo guardava dalla finestra. Lo guardava ma non lo vedeva, i suoi pensieri erano altrove.
Rifletteva.
Si sentiva in crisi con il suo lavoro, non del tutto realizzato come avrebbe voluto, ma più ancora con i suoi sentimenti.
Dopo appena otto anni di matrimonio era morta sua moglie.
Era entrata inaspettatamente nella sua vita, con un sorriso. Riconobbe il momento magico dell’amore e si tuffò in esso proprio come ci si potrebbe immergere, nudi, nel luogo comune di un pozzo senza fondo. Tutto sembrò più facile, più naturale. Ora aspettava con ansia i momenti di incontro in cui poteva godere della sua meravigliosa femminilità. Aspettava solo di avere la sua attenzione e di sentire la sua voce. Tutto quello che desiderava era la sua approvazione, il suo amore.
Anche lei era stata rapita da quel sentimento. Il pomeriggio lo aspettava, in macchina, fuori del Dipartimento ed appena le si sedeva accanto lei lo inghiottiva in un abbraccio che si concludeva con un profondo bacio umido.
Lo desiderava. Era orgogliosa di lui, del suo lavoro e del suo modo di essere.
Rifletteva.
Non vedeva neppure il sole che, ormai prossimo al tramonto, concedeva alla valle gli ultimi colori. Aspettava il buio per vedere le stelle.
Gli avevano detto che la morte è un’espansione della vita. Un energia che si trasforma in sistemi sempre più sofisticati, come appunto una stella.
Voleva tentare ogni percorso in quanto la mancanza di sua moglie non era vuoto, piuttosto qualcosa di palpabile in continua trasformazione che gli cresceva dentro e lo dominava.
Voleva credere che fosse entrata in una nuova forma di vita. In quella superiore, importante. Voleva credere che quella terrena fosse solo un percorso di preparazione all’altra.
Voleva credere di non essere solo pelle ed ossa, che nella nostra entità ci fosse qualcosa di immortale, che molti chiamano anima,
Ma più ci voleva credere più la sua logica glielo impediva.
Rifletteva.
Mai come ora la vita gli appariva un percorso inutile, senza un fine. Si chiedeva a che cosa portassero le fatiche, gli impegni, il lavoro quotidiano, ed era arrivato alla conclusione che quelle occupazioni fossero solo il modo per dimenticarla, proprio per poterla vivere. Infatti costretto in quegli obblighi sei continuamente distratto. Puoi arrivare, perfino, a momenti di gioia che, in molti casi, ti fanno sentire importante, quasi immortale e dunque si cercano anche incosciamente. Poi, all’improvviso, succede qualcosa che ti ricorda la tua natura. Allora, in quell’istante, ti accorgi che nessuno ti può dare risposte.
Rifletteva.
Si era rinchiuso in quella casa per intraprendere una terapia del pensiero. Indagare nella sua interiorità, forse per arrivare almeno ad un po’ di conforto.