Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
La sera del 4 Novembre 1966 i militari stavano mettendo i sacchetti di sabbia alle estremità laterali del Ponte di Mezzo; i "Pacconcelli" erano già stati posizionati sulle spallette dell'Arno protetti a loro volta da sacchi di sabbia.
Noi ragazzi vedevamo filtrare l'acqua e indietreggiavamo sfidando quel piccolo rigagnolo.
Dopo 53 anni penso che eravamo incoscienti a non capire bene la gravità della situazione.
Facevo parte da poco tempo della Compagnia Teatrale NOI e non potevamo raggiungere il Teatro della Soffitta per le prove perché posto "dilad'arno".
Ebbene, domenica 17 dovevo essere di scena al Teatro Nuovo di Pisa con la Compagnia Il Gabbiano e lo spettacolo è stato annullato per ragioni di sicurezza in previsione della piena dell'Arno. Strane e curiose coincidenze !
Ma torniamo a quella sera del '66.
Rientrando a casa mi fermai al Cinema Teatro Italia:
nell'ingresso la sagoma stralunata e flemmatica di Alberto Sorrentino.
Il comico spezzino che doveva rappresentare la sua rivista.
Ma a causa della situazione meteorologica (non ricordo se già allora si chiamava "allerta" con tanto di codice colorato) erano state annullate le recite.
Era giustamente preoccupato. Gli parlai del mio amore per il teatro e mi confidò la sua preoccupazione per il mancato incasso e per la precaria situazione delle compagnie di giro.
Gli ricordai i suoi successi nel cinema, in tv e nel teatro come quando 5 anni prima aveva sostituito Ciccio Ingrassia in "Rinaldo in campo" con Domenico Modugno e Delia Scala.
Aveva inoltre lavorato con registi come Mattoli, Fellini, Blasetti.
Nella stagione 1956-'57 con Macario nella rivista "E tu biondina" aveva interpretato il ruolo a lui più congeniale per fisico ed espressione recitativa : " il vagabondo" !
Pur stanco e deluso mi concesse del tempo, forse sorpreso da un giovane che conosceva e viveva con passione il mondo del teatro cosiddetto "minore". Curiosità e ricordi di Sbarra e Carini, Fanfulla, Murgia, Banfi e tanti tanti altri che allora calcavano le tavole dei palcoscenici di periferia.
Mi piace terminare riproponendo cosa scrisse di te Mario Missiroli :
" L'ho visto sempre come una sagoma riluttante e poetica".
Ciao Alberto, anche se da 25 anni sei volato in cielo, qualcuno ti ricorda con affetto.