Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
RITROVATO A PISA L'ARON PIU' ANTICO DELLA TOSCANA - LA STORIA DELL'AVVENTUROSA SCOPERTA
Un tesoro ritrovato. Uno dei tanti che raccontano la Comunità ebraica pisana e che in un futuro abbastanza prossimo potrebbero confluire in uno spazio museale adiacente alla Sinagoga. Ad annunciarlo – durante il festival Nessiah – Viaggio nell'immaginario culturale ebraico (in corso a Pisa fino al 1° dicembre, www.festivalnessiah.it) è stato il presidente della Comunità ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli.
L'occasione: la conferenza della professoressa Dora Liscia (Università di Firenze) dedicata, appunto, alla scoperta nella Sinagoga di Pisa dell'Aron ha-Qòdesh (arredo sacro) più antico della Toscana (metà del XVI secolo), in questi giorni esposto e visibile ai piedi della grande scala in via Palestro ed appena rientrato dalla Galleria degli Uffizi di Firenze dove è stato uno dei pezzi più importanti della mostra “tutti i coloro dell’Italia Ebraica” la più importante esposizione mai dedicata agli arredi liturgici ebraici nel nostro paese.
“Tutto è iniziato un anno e mezzo fa – ha raccontato la professoressa Dora Liscia, che ha avuto al suo fianco in questa avventura Federico Prosperi, della Comunità ebraica – quando sono arrivata a Pisa per selezionare alcuni pezzi da esporre nella mostra 'Tutti i colori dell’Italia ebraica' che si è svolta agli Uffizi, esposizione che è stata un vero evento nell'Ebraismo italiano e che ci ha permesso di restaurare numerosi oggetti. All'ingresso della Sinagoga era presente un mobile, piuttosto malmesso, appesantito da ridipinture posticce in bianco e marmorino e le cui ante superiori apparivano visibilmente rifatte probabilmente utilizzando pezzi di recupero di uno stipo da cucina. Un oggetto sul quale sono emersi subito diversi dubbi. Sottoposto a un restauratore fiorentino, dopo una serie di saggi, ci ha confermato che si trattava in realtà di un pezzo antico probabilmente di epoca rinascimentale. Fatto confermato poi da Vittorio Pandolfino, restauratore romano, che ha condotto un accurato restauro in tempi record affinchè l'Aron arrivasse in mostra”. Rimaneva il problema delle ante, “false, fatte di un legnaccio”.
“A 20 giorni dall'inaugurazione, quando la notizia dell'Aron ritrovato si era ormai diffusa, mi è arrivata la telefonata di David Cassuto da Gerusalemme. Le ante - rivela la professoressa Dora Liscia – erano lì. Presentavano sull’esterno decorazioni con le tavole della legge e all'interno iscrizioni di salmi e proverbi. L'intento adesso è chiederle indietro”. Intanto le ante sono state riprodotte e nel frattempo la ricerca è andata avanti. Probabilmente l'armadio sacro è lo stesso che era stato prestato dalla Comunità Ebraica di Pisa alla Scola italiana di Firenze , al momento della fondazione del ghetto nel 1570, e che fu chiesto indietro dagli ebrei pisani insieme ad un Sefèr Torah per essere collocato, nel settembre del 1595, in coincidenza del Capodanno Ebraico, nella nuova Sinagoga.
“Pisa ha moltissimi tesori e ritengo giusto – ha concluso la professoressa Liscia – creare un museo perchè i pisani, e non solo, ne possano essere partecipi”.