Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Dal libro: "Sulle tracce del conte" di Luca Picchi, aprile 2000, Firenze
L’esercizio di Gaetano Casoni era situato a cavallo tra via Tornabuoni e via della Spada, di fronte al palazzo Rucellai-Navone.
Il Casoni era piuttosto una bottega che vendeva liquori, coloniali, profumi e tabacchi. Ma aveva anche un bancone dove operava un giovane fiorentino di nome Fosco Scarselli, assunto intorno al 1916.
Il conte Cammillo Negroni era uno dei tanti clienti ed era solito fare la “puntatina” al Casoni, prima di recarsi ai sontuosi salotti del Grand Hotel o dell`Excelsior in piazza Ognissanti.
Egli amava bere il più celebrato “miscuglio” dell’epoca: il cosiddetto Milano-Torino, che successivamente diverrà il famoso Americano. La ricetta era semplice: 1/2 Bitter Campari e1/2 Vermouth rosso, acqua di soda e scorzetta di limone, con ghiaccio in un bicchiere basso.
Per esser precisi, si metteva un po’ più vermouth e un po` meno bitter, poiché il Campari costava caro e bisognava stare sotto gli 80 centesimi.
Fosco e il conte diventarono presto buoni amici, Il conte si recava volentieri al Casoni, per far due chiacchiere con il barista, ragazzo garbato e gioviale, il quale, da parte sua, era affascinato dai racconti del conte: storie di terre lontane, di genti straniere, di nobili e di... automobili. Un giorno il conte chiese a Fosco di aggiungere qualcosa che rendesse il suo drink più robusto e fu scelto il gin.
Da quel giorno il conte, entrando al Casoni, ordinava a Fosco il suo “solito”, suscitando la curiosità dei presenti che chiedevano un "Americano come il conte Negroni”. La moda si diffuse rapidamente non soltanto nei locali di via Tornabuoni, ma anche nei salotti e nei caffè più prestigiosi.
Quando Cammillo Negroni chiese a Fosco Scarselli come poteva chiamare il cocktail, lui rispose: “Io chiamerei Negroni, dedicato a Lei, signor conte, che è stato il primo a berlo”.
Questo nuovo drink incontrò presto il favore di molti e cosi, per caso, nacque quello che il mondo intero conosce con il nome di cocktail Negroni.
La casuale genesi del Negroni, non deve indurci a credere che il successo di questo cocktail sia soltanto legato alia buona stella, ma piuttosto ai fattori sociali e culturali, oltre al fatto che questo “miscuglio” era buono e molto facile da realizzare. Proprio in queste due semplici qualità sta la repentina diffusione del Negroni e la sua inossidabile longevità alla corta memoria del genere umano.[...]
[...] In via Tornabuoni ai numeri 9 e 11 c’era anche la bottega dei Giacosa, che fu fondata ne} 1815 dalla famiglia Giacosa.
Nel 1927 l’attività si trasferì in via Tornabuoni all’ 83 rosso nei locali dell’ex Casoni, dove ancora si trova. Il caffè Giacosa entrò a far parte della S.T.A.R. nel 1932. Il direttore era un certo Ghini. Il periodo aureo dei principi, dei marchesi e degli aristocratici stava lentamente tramontando e il Giacosa, come già tanti altri caffè, iniziò una fase di lento e inesorabile declino. Il caffè fu messo in vendita più volte, finché la famiglia Bardelli, quella degli attuali proprietari, lo acquistò nel 1974, riportandolo agli antichi fasti. Memori della grande tradizione di questo storico caffè, i signori Bardelli hanno posto all’interno del locale, una targa che ricorda la nascita del Negroni.
L’epigrafe, scritta da Marco Mascardi, “principe” di molti celebrati salotti e giornalista di settore, recita queste parole:
A META’ DEGLI ANNI VENTI, TRA QUESTE MURA,
SPINTO DA FANTASIOSA GOLOSITA’,
IL CONTE CAMMILLO NEGRONI
ACGIUNGEVA UN POCO DI GIN ALL’AMERICANO
CHE VENIVA A BERE CON GLI AMICI D'OGNI GIORNO.
IL CONTE CAMMILLO PROVOCÒ IN QUESTO MODO
L’INVOLONTARIA INVENZIONE DEL "NEGRONI"
E LA SUA DIFFUSIONE
NEL MONDO ELEGANTE DELL’EPOCA,
CHE LO EBBE IRRIPETIBILE SIGNORE.
MERITANO ALTRETTANTA E GRATA MEMORIA
LA DISPONIBILITÀ DI FOSCO SCARSELLI
PRIMO IGNARO MISCELATORE
E LA COSTANZA DELLA PASTICCERIA GIACOSA
NEL MANTENERE VIVO IL RICORDO DELL’EVENTO
INSIEME CON GLI ATTUALI PROPRIETARI.