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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Giuseppe Pierozzi
Ѐ Natale

2/12/2019 - 18:51

 Ѐ Natale.

  Ѐ Giorno di giubilo per il popolo perché in questo giorno è nato Gesù, il salvatore dell’umanità.  Ci aspettano giorni di festa, i bambini sono in vacanza, si sono programmate vacanze  in luoghi incantevoli,  sulla neve.  Ci si prepara per il pranzo di Natale con cibi prelibati, tortellini in brodo, capponi, bistecche, dolci. Si berranno  vini speciali, si brinderà con spumanti e Champagne.

Ci sono feste, le strade sono splendenti di luci, i negozi affollati di gente che esce con pacchi  multicolori pieni di articoli raffinati ed eleganti, tutti hanno riscosso la “tredicesima”, c’è allegria dappertutto. Il protagonista di questa festa dovrebbe essere il Bambino Gesù, ma non se ne vede  traccia in alcun luogo. I manifesti e le reclami mostrano, ora panettoni o pandori decorati e farciti, cioccolate, ora oggetti di lusso, automobili, vestiti eleganti. Le vetrine scintillanti mostrano gioielli, vesti preziose. Di notte c’è la messa di Natale a cui partecipano le famiglie.

C’è una atmosfera di eccitazione fra le luci delle candele, il profumo di incenso, i canti e le orazioni dei preti, porte in modo soave.

Tutti si sentono più buoni e ci si scambiano sorrisi e auguri. Sì, amiamo tutta l’umanità. I bambini sono un po’ intimoriti e un po’ assonnati ma resistono pensando alla montagna di pacchi che li aspettano sotto l’albero, portati da Babbo Natale. Dappertutto si vedono gli alberi di natale: abeti pieni di palle dorate, di luci colorate, di festoni argentati. Ma questo albero non rientra nella nostra tradizione: è stato importato dai paesi nordici e da ogni parte si vede l’immagine di Babbo Natale con la barba bianca e la giacca rossa bordata di neve che viene con una slitta trainata da renne e piena di pacchi con i doni. Anch’esso è venuto da quei paesi e c’è da domandarsi che cosa c’entri con la nascita del bambino Gesù che è avvenuta in Palestina dove non ci sono né neve, né renne, né slitte.

Ma questi simboli sono stati entusiasticamente accolti nel nostro mondo perché sono  funzionali al consumismo che è la vera impronta di queste feste e che è la vera febbre della nostra società: essi sono più accattivanti dell’umile presepio che da noi si allestiva nelle case a Natale, dove si vedeva una povera capanna con le statuine del Bambino con il padre e la madre e dietro il bue e l’asinello che lo riscaldavano. Intorno c’erano a onorarlo poveri pastori e contadini con le pecorelle  e poi i tre Re Magi con l’oro, l’incenso e la mirra e sulle colline di carta pesta erano poste delle povere casine di sughero dipinto,  messe in improbabili posizioni e decisamente sproporzionate.  Si era soliti spargere un po’ di farina sulla terra coperta di borraccina per alludere al freddo di una  neve poco consueta in quelle regioni e qualcuno con degli specchi riusciva a simulare anche dei ruscelli. Ma queste semplici  costruzioni, con delle luci fioche, una delle quali illuminava in pieno il Sacro Bambino, rappresentavano bene il significato pieno di umanità dell’evento e del grande messaggio che portava.
 E il Bambino che dovrebbe essere il protagonista dell’Evento dov’è qui da noi?
Eh!...il bambino è nella stalla disteso sulla paglia della mangiatoia, dove i suoi genitori si sono ricoverati perché nessuno ha voluto accoglierli, perché erano poveri.

Lì la sua mamma lo ha partorito senza assistenza se non quella del povero Giuseppe, che si immagina alquanto imbranato,  e lui sicuramente ha freddo ma, tende le sue manine agli uomini in un gesto di accoglienza anche se per il suo anniversario molti non si ricordano di lui.
 










Fonte: Giuseppe Pierozzi
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