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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Leonardo Cecchi
Ci avete fatto caso? Da un po’ Salvini non parla più di migranti.

3/12/2019 - 8:59

Ci avete fatto caso?

Da un po’ Salvini non parla più di migranti.

Anzi, l’argomento lo evita.

A settembre citava dati, numeri. Attaccava con ferocia la nuova gestione. Ma ora, a tre mesi, ha smesso. Il motivo? Non è causale. Per niente. E ci arriva oggi.

Quel motivo è la paura. Motivata da un accadimento: si dà infatti il caso che il Viminale abbia pubblicato un bell'insieme di dati. Dati seri, professionali sul lavoro fatto in questi ultimi mesi. Il risultato? Il quadro che emerge mette in chiaro a chiunque lo legga il lavoraccio di Salvini a confronto con quello della Lamorgese. Numericamente. Ad esempio, salta fuori che con Salvini i migranti redistribuiti erano 16 migranti al mese. Mentre con la Lamorgese 57.

Di più: secondo il Corriere di oggi i migranti redistribuiti sono l’80%. L’80%. E il merito va all’Accordo di Malta. Quindi allo stesso Ministro.Ecco dunque perché Salvini ha rallentato. Dallo staff deve essere arrivato il monito: attento. Perché adesso ci sono i dati ufficiali che mostrano alla gente la differenza tra te ed un vero ministro. Sull’immigrazione ti fai male.

Cambia argomento. Parla del MES. Perché così funziona “la Bestia”: se puoi vincere facile, con retorica e propaganda, attacca. Ma se saltano fuori le bugie e l’incompetenza, scappa. E anche di corsa.







 




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3/12/2019 - 9:02

AUTORE:
Leonardo Cecchi

...Vedere che in Italia non c’è più opposizione: c’è una guerra tra bande armate. Senza regole, senza correttezza. E, non si può negarlo, oggi è la destra a darcene la più grande prova.

Guardateli infatti adesso, che sono in Parlamento: da ore non stanno facendo altro che gridare, mistificare la realtà, pompare allarmismo sul MES.(Meccanismo europeo di stabilità) Corrono tutti come matti a twittare, postare per tenere alta l’attenzione. Intervengono urlando e aggredendo il governo con la bava alla bocca. Insultano, straparlano di tradimento. In una parola: il caos. Gridato, sì. Ma scientemente organizzato. Il caos che viene ogni volta creato con un argomento nuovo, ma che presenta sempre lo stesso tratto in comune: la facilità di manipolazione. Ieri erano infatti i migranti. Poi toccò a Bibbiano. Oggi al MES e domani Dio solo sa cosa. Qualunque argomento complesso e controverso viene da loro preso e sistematicamente distorto e contorto fino alla trasformazione in virulento caos. Poi, avvenuta la trasformazione, quel caos viene usato come una bomba contro gli avversari.

Ma che quella bomba provochi enormi danni non solo agli avversari, ma al sistema tutto, alla gente, creando allarmismi, disinformazione, panico e abbrutimento, a loro non interessa minimamente. Minimamente. Perché l’importante è vincere. Ed è lì, proprio lì, che la destra deve essere contestata: nel suo totale mancanza di senso di responsabilità. Nella sua incapacità di fermarsi. Di pensare a tutti e non solo a sé stessa. Di dire “questo è troppo, potrebbe nuocere a tutti”. Perché non hanno limiti. Ma solo un’atavica, vorace e insaziabile fame. E per saziarla sono disposti a sacrificare tutto.
Ma, soprattutto, a sacrificare il Paese.