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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Incontrati per caso
di Valdo Mori
Gianfranco Funari

14/12/2019 - 10:52

Il nuovo "incontro" di Valdo Mori:

 

 

Il Colobrì era una piccola bomboniera posto in una traversa di Via Torino vicinissimo al Duomo.
Nella Milano "da bere" degli anni '70-'80 era tutto un fiorire di locali, ritrovi, trattorie che presentavano  spettacoli di musica e cabaret.

Conobbi li nel Dicembre del 1970 Gianfranco Funari. Si alternava sul palco, tra gli altri, con Gianni Andreis, e il duo Crovetto - Pellegrini che ritroverò più tardi nel mondo dell'Operetta.
Sempre attorniato da bellissime girl sciorinava numerosi monologhi comici alternati da gustose barzellette.

La storiella della differenza nelle creazione delle società tra le due capitali italiane italiane quella politica (Roma) e quella produttiva (Milano) era un suo cavallo di battaglia.
E diceva cosi :

"Sapete come nasce una nuova società ?

Bene : a Milano 4 imprenditori si ritrovano alle 12 dal Savini in Galleria, mangiano risotto alla milanese e ossobuco.

Al  caffè ognuno tira fuori il blocchetto degli assegni e ne stacca uno da 100 milioni.

Vengono nominati Presidente, Amministratore, Direttore e Sindaco Revisore.

Dopo ognuno ritorna nella propria Azienda.

A Roma invece i soliti 4 imprenditori si danno appuntamento da Ciceruacchio a Trastevere alle 21, ognuno porta una marea di parenti e amici.

Mangiano fino a notte fonda e tutti si chiedono guardandosi in giro "Ma qui i soldi chi li ha portati ?"

Quando gli domandai se anche a Roma raccontava questa storiella rise a bocca aperta come era solito fare e allargò le braccia.

Forse se la raccontava invertiva le situazioni, chissà ? !

Nel 1973 su consiglio di Franco Califano aveva inciso un disco "Io faccio niente" nel quale già ironizzava sulla pigrizia dei suoi concittadini.

A Roma sua città natale aveva già lavorato al famoso Bagaglino, scoperto da Oreste Lionello, ma il suo vero successo lo ottenne poi nella città Meneghina.

Nel 1969 si presenta nel mitico Derby di Gianni Bongiovanni lo storico cabaret milanese che lo consacrerà uno dei migliori comici di intrattenimento.

La paga, interessante per l'epoca, Lire 30.000 a serata.

Era il periodo d'oro del Derby dove si esibivano tutti i migliori artisti e dove il giovane nipote della guardarobiera era il tecnico delle luci.

Poi una sera questo spilungone salì sul palco ed iniziò un'altra carriera sfolgorante, quella di Diego Abatantuono.

Tornando a quella sera del '70 io mi trovavo in prima fila e Gianfranco mi coinvolse in uno dei tanti giochi a quiz che lui praticava nel corso dei suoi spettacoli.

Emozionato non feci una bella figura ma ciò mi permise di poterlo poi salutare nuovamente nel bar vicino dove, nell'intervallo degli spettacoli, andava a bere una birra e a fumare l'ennesima sigaretta.

Parlavamo volentieri di artisti, comici e teatro; non era ancora stato preso dall'interesse della TV che segnerà in seguito in modo assoluto la sua vita.
Era simpaticissimo e aveva sempre pronta una battuta, una storiella o un aneddoto da raccontare.

Spesso lo si incontrava anche in Via Cusani: c'era il Baby Doll la boutique prediletta da signore, attrici e ballerine milanesi per i loro acquisti di lingerie.

Parlava a lungo con le Sorelle che gestivano il negozio, e diceva che voleva "rilevare il locale tanto sono sempre qui..." 

Nel 1978 scrisse anche un libro: "Famiglia svendesi" del quale però si persero ben presto le tracce..

Nel 1994 fu Direttore editoriale per quattro mesi del giornale L'Indipendente, un battagliero foglio nato sull'onda di Tangentopoli e portavoce di una foriera marea leghista.

Nel 1997 annuncia la propria candidatura a Sindaco di Milano, ma vi rinuncia; subito dopo subirà un intervento al cuore.

Poi, grazie a Paolo Limiti, la TV in cui si impegnò in tumultuosi ed innovativi programmi sia con la Rai che con Mediaset.

Tra le definizioni scritte su di lui ne ricordo una in particolare " ... l'uomo che rese la gente protagonista in TV..."

Lo persi di vista e non l'ho più incontrato.

Ma quelle birre bevute insieme nel bar tra una sigaretta e l'altra rimarranno sempre nei miei ricordi.

Gli occhi vivi e saettanti cerchiati dalle spesse lenti degli occhiali, quel sorriso ora dolce ora beffardo, quella grossa dentatura mi accompagnavano durante la narrazione dei pettegolezzi sui colleghi, sugli impresari e sulle compagnie di giro.

Ricordi che sono rimasti in un angolo nascosto della mia memoria.

Durante una mia visita al cimitero Monumentale, dove riposa, trovai una tomba abbandonata.

La Figlia e l'ultima Compagna erano il lotta per l'eredità.

Nella cassa aveva voluto con se un telecomando ed un pacchetto di sigarette.
Adesso però la lapide è stata riparata e risaltano due scritte che rispecchiano bene la sua personalità: 

"Ho smesso di fumare" e "Manco qui taccio !"

Ciao Gianfranco: su un'altro personaggio indimenticabile si è chiuso il sipario ....










    

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15/12/2019 - 13:08

AUTORE:
Fan dei Dottori

Decisamente strampalato l’intervento di pignolino, poco attento, diciamo. Non si capisce la motivazione di quanto dice, ma chiaramente non sa bene chi è Valdo. L’unica cosa che posso immaginare è che abbia confuso il “Poi la televisione “ in senso temporale, cioè dopo gli altri accadimenti fino al ‘97, invece che come “inoltre” in senso di altre attività.
Questi cammei di Valdo sono straordinari per la conoscenza dell’umanità delle persone, non come elenco di attività.

15/12/2019 - 12:58

AUTORE:
Valdo Mori

Buongiorno,
innanzitutto si presenti con nome e cognome, dopo per toglierle ogni dubbio possiamo incontrarci e parlare direttamente magari nella redazione del giornale, così rimane traccia del dibattito.
Il mio curriculum, la mia vita e tutto quello che ho fatto è noto a tutti.
Quando crede io sono a disposizione.
La pignoleria ha un senso solo quando si conoscono le cose.
Buona giornata
Valdo Mori
mori.valdo@yahoo.it

15/12/2019 - 1:13

AUTORE:
Pignolino

Non per essere pignolo, ma Funari inizio' a fare TV nel 1981, su Tele Montecarlo, il programma si chiamava " A bocca aperta ". Poi passò a Rai 2 e in seguito a Italia 1. Ma lei è proprio sicuro di aver conosciuto tutte le persone di cui scrive ? Sarà...