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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Politica comunitaria ed extra
LA LEZIONE DEL LABOUR

15/12/2019 - 9:18

LA LEZIONE DEL LABOUR


Esaltata dalla gran parte della sinistra tradizionalista italiana come un modello da imitare, la politica di Corbyn ha trascinato il Labour Party nella più rovinosa sconfitta della storia britannica.

Una sconfitta prevista, nella quale più che il successo dei Tories, che guadagnano 300mila voti, è rilevante il crollo dei Labour che ne perde 2milioni, soprattutto nelle ormai ex roccaforti operaie e popolari. L’antipaticissima ala liberal del partito lo aveva avvertito: «una coalizione limitata a raccogliere il settore statale, gli attivisti sindacali, la classe media metropolitana, i giovani idealisti e le minoranze etniche urbane non [potrà rappresentare] mai una maggioranza elettorale» aveva detto Mandelson, l’antagonista di Corbyn all’ultimo congresso. Il radicalismo statalista di Corbyn, che tanto scaldava anche i cuori nostrani, si è rivelato per quello che è: una forma di conservatorismo di “sinistra”, fuori tempo e fuori luogo. Rifiutato innanzitutto dalle classi lavoratrici che, scontrandosi ogni giorno con la dura realtà dei fatti, hanno preferito l’approccio compassionevole e paternalista dei conservatori, alle velleità novecentesche di un parolaio scriteriato, che immaginava di gestire la Brexit per riavere uno Stato col quale nazionalizzare l’economia fuori dall’Europa. Sull’Europa, un punto discriminante anche sul piano sociale, non c’è stata battagia né alternativa.

Così i britannici hanno preferito votare per il conservatore originale, piuttosto che per la fotocopia sbiadita di un orologio a cucù fermo da anni.

Johnson ha riletto Dickens, Corbyn neanche gli scritti giovanili di Marx, forse troppo europeo ed ebreo per lui. La sinistra conservatrice europea non ha ancora capito che non ci sono riletture da fare, operazione congeniale ai nazionalisti, ma un nuovo copione da scrivere.

Altrimenti si resta nel bozzolo o si diventa degli inutili cascami, che mettono fuorigioco i progressisti e aiutano la destra a vincere.

Fonte: Umberto Mosso
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